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Crisi e centinaia di licenziati. Mobilitazione il 24

Publie le martedì 23 settembre 2008 par Open-Publishing

Crisi e centinaia di licenziati. Mobilitazione il 24

di Serena Giannico

E’separata e con due figli, di cui uno disabile. Ha 34 anni e da alcuni lavorava in uno stabilimento della Val di Sangro. Era precaria. Quest’estate è stata sbattuta fuori. Il contratto ballerino che aveva non le è stato rinnovato. «Non so più come tirare avanti - dice - e che offrire ai figli. Uno di loro ha anche bisogno di particolari cure e di assistenza». Antonio, invece, di anni ne ha 53. Non ha mai goduto di un’occupazione fissa, ma da un po’ quel posto in fabbrica, gli dava una certa autonomia e sicurezza. «E l’idea di poter fare progetti».

Anche lui non riconfermato. «Sono alla disperazione. Alla mia età, come faccio? Ti sbattono la porta in faccia». Funziona così al momento nell’area industriale più fiorente - sono 12 mila i metalmeccanici - di un Abruzzo in grossa difficoltà. «Sono tanti i precari cacciati e attanagliati dall’incertezza del futuro. Famiglie costrette a rinunciare all’unico sostentamento e che prendono d’assalto i telefoni del sindacato per denunciare la propria situazione e per chiedere appoggio», spiega Marco Di Rocco, segretario provinciale Fiom-Cgil. «Alcune imprese risentono della crisi economica, ma altre, soprattutto quelle dell’indotto, stanno cercando di dribblare alcune norme del contratto di categoria». Secondo il contratto, il diritto alla stabilizzazione del rapporto di lavoro scatta dopo 44 mesi - anche non consecutivi e comprensivi dell’eventuale proroga «assistita» - per i lavoratori che abbiano avuto con la stessa azienda, e per mansioni equivalenti, non solo rapporti di lavoro a tempo determinato, ma anche rapporti di lavoro in somministrazione (quelli prima definiti come «interinali»).

«I tagli - continua Di Rocco - colpiscono lavoratori che anche da 4-5 anni erano inseriti nel tessuto produttivo. E che dalla prossima primavera avrebbero avuto diritto ad essere stabilizzati. Le piccole imprese, con l’avallo di Confindustria, ritenendo queste condizioni sconvenienti, si stanno liberando dei dipendenti "scomodi" prima che subentrino i vincoli. E ne assumono altri». Precari di lungo corso al bando, dunque. «Non si tratta di episodi - rincara il sindacato - ma di una strategia precisa. E’ una scappatoia che si sta diffondendo in tutta Italia. Il peggio lo vedremo nei prossimi mesi. Così i lavoratori vengono calpestati nella dignità e diventano merce». Per ciò la Fiom di Chieti ha deciso, col segretario nazionale Maurizio Landini in testa, di dar vita a una mobilitazione pubblica, previst a per il 24 settembre.

«Siamo stanchi - riprende Di Rocco - di espedienti inventati per eludere il contratto. I lavoratori debbono avere garanzie. La Honda Italia è l’unica ad aver accettato un confronto su questi temi: l’incontro è previsto per il 25 settembre. Stiamo cercando di coinvolgere anche enti locali e istituzioni, come Provincia e Regione. E di organizzare momenti associativi per offrire aiuto e assistenza a quanti si ritrovano demotivati, più poveri, senza retribuzione e senza opportunità». Per le donne la situazione è più complicata. Vengono scartate e basta. «Oltre il 90% delle fabbriche - dice Di Rocco - si rifiuta di prendere lavoratrici in organico». Anche la contrazione del mercato dell’auto fa sentire la propria morsa. «Così in autunno altre migliaia di precari avranno il benservito».

Dopo la Denso di San Salvo e la Fiat di Sulmona, sono state Honeywell e Pierburg ad ufficializzare la cassa integrazione: la prima per 180 dipendenti e la seconda per 500. Calo dei volumi produttivi anche in Sevel, dove saranno ridotti gli straordinari e da fine mese i 600 lavoratori giunti da altri stabilimenti Fiat - Mirafiori e Pomigliano - saranno mandati via. «A questo punto c’è bisogno di un tavolo di crisi».

Il Manifesto