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Cronache di cani e persone migranti a Capranica

Publie le martedì 4 ottobre 2005 par Open-Publishing

Non sono più giovane,e vivo da sola da molti anni in Italia. Con
grandissimi sacrifici, da poco ho acquistato una piccola casa nel centro storico di Capranica. Faccio la pendolare e impegno dalle 4 alle 5 ore quotidiane per raggiungere il mio posto di lavoro, sono terapista
infantile, a Roma.

Vivere a Capranica è realizzare un sogno, io nata e vissuta a New York, migrante da sempre. Un paese medioevale, etrusco...! Sono stata e continuo ad essere anche una pittrice e questo luogo mi riempie di emozioni ed immagini suggestive. Pochi mesi fa, una cara persona, mi ha regalato un bellissimo cane, setter irlandese, di meno di quattro anni. Un cane con una storia di abbandono, malgrado il suo pedigree. Comprato per fare bella figura, ma da addestrare, curare, un cane che impegna.

Notai quasi da subito che Nilo, il suo nome, amava giocare con i bambini. Ho saputo poi che non solo lui, ma anche la piccola figlia del proprietario erano stati abbandonati, traditi,dal momento che avere un cane richiede impegno. Dicevo, Capranica è non solo bella ma paese ricco di feste e tradizioni tutto l’anno.Gli incontri sono ravvicinati, per me nuovi amici, inviti dai nuovi abitanti come me “migranti”.I nativi capranichesi sono pochi nel centro storico, la maggior parte ha scelto di vendere o affittare le vecchie dimore e abitare in quelle nuove fuori dalle mura.

Ma tornando al mio cane,penso a volte che possa stare meglio in città che in paese. Mi spiego: qui viviamo vicini gli uni agli altri, molti tengono sciolti i loro cani davanti alla porta di casa o camminano liberi per i vicoli. Nilo è stato attaccato molte volte, io insultata deliberatamente e abbiamo molte difficoltà ad uscire da casa. Lo porto nelle ore più impensabili: all’alba, a notte fonda, quando gli altri mangiano. Io e lui sempre più in ansia. La sua nomina da aggredito, è diventata di aggressore. I proprietari di cui sopra sono diventati sempre più violenti con le loro minacce.

Una circostanza diventata determinante per il comportamento mio e del
cane: era agosto quando passeggiavo alla periferia del paese, incontriamo un altro cane piccolo e da salotto, entrambi sciolti entrambi maschi. Noi “padrone” femmine entrambi. Dopo annusamenti e tentativi di gioco, sono passati all’aggressione. Mi sono buttata fra loro, soprattutto per salvare l’altro piccolo cane. Sono rimasta in terra ferita dai suoi morsi, dolorante e impaurita. Investita dalle grida isteriche e dagli insulti irripetibili dell’altra. Mi sono avviata verso casa in stato confusionale e ferita,( sono senza macchina e patente) ho miracolosamente incontrato un conoscente che mi ha di corsa accompagnata al pronto soccorso di Ronciglione: conservo tracce e documenti dell’accaduto. Sono stata invitata ad esporre denuncia, ma non voglio fare cause ed alimentare sterili polemiche.

Io, irrimediabile ingenua, avevo sperato che la Signora, mi avesse dato una mano a risollevarmi, ci fossimo aiutate a vicenda. Niente, solo parole e urla indicibili! Ma io ho un sogno ostinato: credere nello scambio, nella solidarietà. Se l’idea c’è, ci sarà anche la possibilità di realizzarla? Praticare il buon senso, che dovrebbe accomunare nell’azione gli esseri umani, significherebbe trasmettere anche ai nostri amici animali serenità,. Perché le ansie, i litigi peggiorano la non già facile vita quotidiana di noi tutti.

Suzanne Santoro

Capranica (Vt) 4.10.2005