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Cuneo fiscale per le banche, cassa integrazione per i bancari

Publie le mercoledì 23 maggio 2007 par Open-Publishing
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COMUNICATO STAMPA

Apprendiamo da fonti aziendali che il Governo si appresterebbe, nella giornata di domani, a varare un Decreto con il quale verrebbe estesa al settore del credito la Cassa Integrazione.

Si tratterebbe di un provvedimento poco meditato, che influenzerebbe pesantemente le prospettive del Fondo di settore, a suo tempo definito con accordo tra le Parti.

L’aspetto, poi, più grave è rappresentato dal fatto che sui lavoratori verrebbe a gravare una ulteriore esazione contributiva dello 0,30%.

A nostro avviso, non è possibile che l’estensione alle banche dei vantaggi del cuneo fiscale venga pagato dalle lavoratrici e dai lavoratori del settore.

Ricordiamo che, a suo tempo, sollecitammo il Governo a riconoscere alle banche il cuneo fiscale, purché si impegnassero in una politica di occupazione stabile.

E’ evidente che dinanzi ad un provvedimento che interviene per Decreto sulla materia non potremo che reagire in modo molto negativo e con un’opposizione molto dura.

Siamo disponibili, una volta definito l’Accordo interconfederale sulla revisione e l’ammodernamento degli ammortizzatori sociali, ad incontrare l’ABI ed il Governo per valutare il funzionamento del “Fondo esuberi di settore” alla luce delle eventuali modifiche intervenute.

Nel contempo siamo altrettanto fermi nel respingere colpi di mano tanto improvvidi, quanto pericolosi.

Roma, 22 maggio 2007

LE SEGRETERIE GENERALI

FABI-FALCRI-FIBA/CISL-FISAC/CGIL-SILCEA-SINFUB-UGLCREDITO-UILCA

www.falcri.it

Messaggi

  • Il provvedimento
    by Andrea Scarchilli

    22 maggio 2007

    Sul tavolo del Consiglio dei ministri la misura estesa, dopo le osservazioni di Bruxelles, alle banche e alle assicurazioni. Sarà operativo da giugno, con un valore a regime di 7 miliardi di euro. Ma i sindacati dei bancari protestano

    Approderà nelle prossime ore in Consiglio dei ministri il decreto legge che formalizzerà il taglio del cuneo fiscale. All’ordine del giorno della riunione di governo, prevista alle ore 15, infatti, come recita il comunicato di Palazzo Chigi, c’è il decreto legge relativo agli "adempimenti comunitari in materia fiscale e di apertura dei mercati". Il provvedimento dovrebbe prevedere l’estensione del beneficio anche a banche e assicurazioni in risposta cosi’ alle osservazioni della Commissione Ue. Saranno rese cosi’ operative, con alcuni ritocchi, le norme varate con la finanziaria 2007 con cui ridurre del 5% il carico fiscale per le imprese attraverso l’esclusione, dalla base imponibile Irap, di alcune voci legate al costo del lavoro. Il provvedimento a regime farà affluire al sistema delle imprese circa 7 miliardi di euro.

    Il ministro per le Politiche comunitarie, Emma Bonino, ha confermato il via libera alla misura puntualizzando che "si adempirà alle indicazioni europee. Il governo farà un decreto legge domani tenendo conto delle indicazioni di Bruxelles". Il cuneo fiscale è stato uno degli argomenti di cui il presidente del Consiglio Romano Prodi ha parlato con il presidente della Commissione Ue Jose’ Manuel Durao Barroso, nella sua visita a Strasburgo.
    "Ho parlato anche di questo", ha detto Prodi ai giornalisti.
    La Commissione Ue, attraverso una la commissaria alla concorrenza Neelie Kroes, aveva chiesto all’Italia di modificare il decreto sul cuneo fiscale e di estendere gli sgravi anche ai settori delle banche e delle assicurazioni. Gli sgravi saranno estesi a banche e assicurazioni e saranno operativi dal prossimo versamento di giugno. Con le modifiche annunciate, il via libera di Bruxelles dovrebbe essere solo una formalità.

    Meno scontato la situazione sul fronte interno. I sindacati dei bancari Fabi, Fisac, Fiba, Uilca, Sinfub, Falcri, Silca, Ugl credito e Dircredito in una nota congiunta hanno protestato contro la misura che il governo si appresta a varare, "con il quale verrebbe estesa al settore del credito la Cassa Integrazione". Si legge nella nota: "Si tratterebbe di un provvedimento poco meditato, che influenzerebbe pesantemente - spiegano i sindacati - le prospettive del Fondo di settore, a suo tempo definito con accordo tra le parti. L’aspetto, poi, più grave è rappresentato dal fatto che sui lavoratori verrebbe a gravare una ulteriore esazione contributiva dello 0,30%. A nostro avviso, non è possibile che l’estensione alle banche dei vantaggi del cuneo fiscale venga pagato dalle lavoratrici e dai lavoratori del settore".

    I sindacati nella nota ricordano di aver sollecitato "il governo a riconoscere alle banche il cuneo fiscale, purché si impegnassero in una politica di occupazione stabile. E’ evidente che dinanzi ad un provvedimento che interviene per decreto sulla materia non potremo che reagire in modo molto negativo e con un’opposizione molto dura. Siamo disponibili, una volta definito l’accordo interconfederale sulla revisione e l’ammodernamento degli ammortizzatori sociali, ad incontrare l’Abi ed il Governo per valutare il funzionamento del ’Fondo esuberi di settore’ alla luce delle eventuali modifiche intervenute. Nel contempo siamo altrettanto fermi nel respingere colpi di mano tanto improvvidi".

    Related Link: http://www.aprileonline.info

    • Cuneo fiscale per banche e assicurazioni: si stringono i tempi

      Roma, 21 mag (Velino) - Si stringono i tempi per la misura che estenderà a banche e assicurazioni il beneficio del cuneo fiscale. La questione potrebbe essere risolta con un decreto ad hoc dal Consiglio dei ministri di mercoledì prossimo: se infatti la norma deve essere efficace dal primo luglio, è indispensabile che sia possibile fruirne già con l’acconto di giugno. A dettare l’agenda, d’altra parte, è anche la pressione di Bruxelles: la lettera inviata lo scorso 8 maggio dal commissario Ue alla Concorrenza Neelie Kroes a palazzo Chigi invitava il governo a chiarire la propria posizione sulla selettività degli sgravi fiscali introdotti dall’ultima finanziaria. La norma, come è noto, prevedeva un taglio del cinque per cento del costo del lavoro attraverso la riduzione della base imponibile Irap. L’estensione a banche e assicurazioni del beneficio dovrebbe costare almeno 500 milioni di euro (di cui 300 solo per le banche), che vanno ad aggiungersi ai 2,5 miliardi stimati complessivamente per l’intera operazione.

      Ma sul buon esito dell’operazione pesano ancora molte incognite. Primo: se venisse estesa anche alle imprese di utilities il costo complessivo salirebbe a circa quattro miliardi di euro. E non è un’ipotesi del tutto remota, visto che in un’intervista sul Corriere della Sera di domenica il ministro Massimo D’Alema ha insistito sul tema della competitività e, quindi, dell’intenzione di estendere a tutte le imprese il beneficio del cuneo. Secondo: anche nel caso in cui l’estensione restasse confinata a banche e assicurazioni (come richiesto da Bruxelles), per trovare in fretta una cifra che potrebbe anche essere di 600 milioni di euro non si potrebbe che pescare dal famoso “tesoretto”. E non sembra che la cosa rientrasse esattamente tra le famose priorità di Prodi. A meno di misure fiscali alternative o di marchingegni di contabilità anticipata che al momento sembra si possano tranquillamente escludere. Tra l’altro non va trascurato il fatto che bisogna fare i conti anche con i sindacati. Oggi il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, è stato molto chiaro: "Ho sentito - ha detto - che si sta preparando un provvedimento per estendere il taglio del cuneo fiscale alle banche. Ma se per caso lo si facesse insieme all’introduzione delle banche nel sistema degli ammortizzatori, con connesso aumento dei contributi per i lavoratori, noi ci opporremmo. Sarebbe paradossale che l’estensione del cuneo alle banche venisse pagata dai lavoratori”. Un chiaro avvertimento a palazzo Chigi.

      (bom)

  • NOTA INFORMATIVA

    Decreto del Governo sulla CIG da estendere alle banche

    Da notizie ancora informali ci risulta che il Governo ha approvato il decreto suindicato stabilendo però, grazie alle pressioni del sindacato, il solo principio dell’estensione del sistema di ammortizzatori sociali anche al mondo bancario senza tuttavia definire tempi, modalità e aliquote di contribuzione. Ciò lascerebbe intendere la possibilità di delegare alle parti sindacali e aziendali la definizione delle modalità e dei raccordi necessari con quanto già esiste nel nostro settore.

    Con molta probabilità si dovrà pure tener conto degli esiti del confronto tuttora in corso presso il Ministero del Lavoro del tavolo sulla riforma degli ammortizzatori sociali.

    Considerata l’elevata aspettativa e preoccupazione di tanti lavoratori sull’argomento, sarà nostra cura fornire una formale comunicazione non appena in possesso di documentazione ufficiale e certa in merito alle determinazioni assunte dal Governo.

    Cordiali saluti.

    La Segreteria Nazionale FALCRI

    Roma, 23 maggio 2007

    • Cassa integrazione per i bancari. Un doppio peso inutile

      Banche e sindacati in rivolta

      Nuove esazioni in arrivo: rappresentanze e Abi pronti a mettersi sul piede di guerra

      Alessandro D’Amato

      Uno scontro sotterraneo, che però rischia di deflagrare abbastanza presto. Generando, in un momento nel quale il risiko bancario è all’ordine del giorno, una battaglia tra sindacati bancari, Abi e governo e maggioranza (dove, come al solito, non c’è unità di vedute). La vicenda della cassa integrazione da creare per i bancari, al fine di coprire i costi del cuneo fiscale da estendere anche a banche ed assicurazioni, è “solo un"ipotesi”, secondo il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Enrico Letta. Il quale ha ricordato anche che “qualunque decisione sarà comunque presa dopo consultazioni e concertazione con le parti interessate”. Anche perché il nuovo ammortizzatore sociale verrebbe a sovrapporsi (e addirittura a cozzare) con il “Fondo solidarietà per il sostegno del reddito”, uno strumento che ha consentito di affrontare con equilibrio gli esuberi derivati dal processo di ristrutturazione che negli ultimi 15 anni ha investito il settore del credito italiano, e che ha assistito nel tempo 25mila lavoratori (oggi sono 10mila). Tanto da essere stato prorogato, grazie a un accordo tra l’Abi e i sindacati, fino al 2020. Natale D’Amico, segretario alla presidenza del Senato, è d’accordo: “E’ un doppio peso che non serve a nulla, anzi: a lungo termine può rappresentare un danno sia per la finanza pubblica che per i privati”.

      E se Abi e Ania chiedono che sia “attivato un tavolo di concertazione, auspicando che vengano evitati interventi discriminatori che, in quanto tali, di fatto, si configurerebbero nuovamente come elusivi delle norme europee sugli aiuti di Stato”, i sindacati degli istituti di credito sono già scesi sul piede di guerra: “un colpo di mano,”, lo definiscono le rappresentanze in un comunicato congiunto firmato da Fabi, Falcri, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Silcea ed Ugl. Che aggiungono: “è evidente che dinanzi ad un provvedimento che interviene per Decreto sulla materia non potremo che reagire in modo molto negativo e con un’opposizione molto dura”. Secondo Dircredito (l’associazione nazionale delle alte professionalità del credito), poi, “L’aspetto più grave è rappresentato dal fatto che sui lavoratori verrebbe a gravare una ulteriore esazione contributiva dello 0,30%. Non è possibile che l’estensione alle banche dei vantaggi del cuneo fiscale venga pagato dalle lavoratrici e dai lavoratori del settore”. All’indomani, tra l’altro di una operazione, la fusione tra Capitalia e Unicredit, che farà scaturire tantissimi esuberi, e a pochi mesi di distanza dall’altra megafusione a livello nazionale tra Intesa e San Paolo. Il settore bancario ha già pagato con “diverse migliaia” di lavoratori mandati a casa la ristrutturazione del credito, dicono alla Fabi, e senza pesare in alcun modo nel bilancio dello Stato. Lunedì prossimo cominceranno le trattative tra le parti per il rinnovo del contratto nazionale dei bancari. In quella sede Abi e rappresentanze parleranno anche dell’argomento-cuneo. Pronti a mettersi definitivamente sul piede di guerra.

      » 25-05-2007

      http://www.terzarepubblica.it/articolo.php?codice=1390