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Cuore Nero apre, ma le manganellate vanno agli antifascisti

Publie le lunedì 8 settembre 2008 par Open-Publishing

Cuore Nero apre, ma le manganellate vanno agli antifascisti

di Mariangela Maturi

Giornata nera a Milano. In tutti i sensi. Da una parte l’apertura del circoletto fascista Cuore Nero, dall’altra la polizia che manganella il presidio antifascista. Alle 17 in via Pareto era tutto pronto per l’inaugurazione del primo centro di estrema destra a Milano.

Quello che per anni non si sono azzardati a fare (e quando un anno fa c’hanno provato è stato provvidenzialmente distrutto da un incendio), è ora realtà tangibile. Grazie ai finanziamenti di alcuni esponenti della destra milanese e grazie al connivente silenzio delle amministrazioni, in primis del vicesindaco De Corato, che non perde mai l’occasione per tacere. Tranne oggi.

In compenso, il Comune ha avuto la prontezza di riflessi di correre a cancellare il redivivo murales dedicato a Carlo Giuliani, apparso oggi in via Bramante dopo la cancellazione ad agosto. In ogni caso, quando si tratta di fascisti, nessuno dice nulla. Loro, i militanti di Cuore Nero, aprono la sede a modo loro: una cinquantina di teste rasate si blindano nervosamente davanti alla sede mentre il servizio d’ordine (ragazzini spavaldi tutti presi dal loro ruolo di guardiani) impedisce l’ingresso anche a giornalisti e fotografi.

La prevista conferenza stampa (a porte chiuse) salta, ma loro, i fascisti, non perdono l’occasione per leggere un comunicato ai tanto odiati media, colpevoli di usare il termine «circolo neofascista» in malafede. E aggiungono: «Per carità, non è che ce ne vergognamo, ma è un’etichetta per darci in pasto all’opinione pubblica». Se da una parte sono un po’ confusi, dall’altra ci pensa la polizia a farli confondere. Il presidio delle realtà antifasciste si teneva a pochi metri da Cuore Nero e raccoglieva centri sociali, partiti, comitati antifascisti e Anpi, collettivi e associazioni locali.

Qualche centinaio di persone, ciò che resta del glorioso movimento milanese. Tra bambinetti scalzi nel parchetto e partite di carte, il caldo sabato pomeriggio antifascista sembra passare in tutta calma. Abo, del centro sociale Torchiera che ha indetto il presidio, racconta che quella di ieri è solo una tappa del percorso che la rete «Partigiani in ogni quartiere» ha intrapreso. E che dopo aver raccolto migliaia di persone al concerto in piazza del 25 aprile, dà appuntamento a Quarto Oggiaro per la giornata antifascista hip-hop del 20 settembre.

Qualche anno fa bastava un’assemblea di Forza Nuova per far muovere migliaia di antifascisti pronti a tutto. Altri tempi. Adesso si fa quel che si può. Poi un furbo consigliere di zona della Lega Nord (che ha da poco chiesto lo sgombero del Torchiera) si avvicina con camicia nera e foularino verde. Sono bastati pochi passi in avanti di qualche manifestante, ed è scattata la carica nervosa e ingiustificata della celere.

Lacrimogeni, manganellate e petardi. Ma dopo pochi minuti e qualche botta in testa, la bagarre ha termine. Del resto, nessuno era lì per scazzottare con la polizia. E mentre il presidio ritorna alla pace, poco più in là Milano si tinge di nero.

Il Manifesto