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D’Alema e le tappe istituzionali

Publie le venerdì 21 aprile 2006 par Open-Publishing

Critica alla scelta di D’Alema come presidente della Camera. Perché il nuovo governo si insedierebbe a fine maggio.

Beppe Grillo riprende da Repubblica due "vizzini" costruiti tra D’Alema e Berlusconi, i vizzini sono uno scherzo ma l’inciucio tra i due e’ una disgraziata realta’, che mette il dito su una piaga che si tenta di ignorare.

Non crediamo proprio che 19 milioni di italiani abbiano votato contro Berlusconi, provando ogni possibile avversione, senza che vi fosse, o quasi, del favore e della simpatia per i partiti che si sforzavano di votare, per poi vedersi candidare come Presidente della Camera quel politico che, in 12 anni, si e’ dimostrato il suo avversario piu’ compiacente e inciuciato, quasi un affine ideologico.

I DS non hanno mai fatto un esame di coscienza sul voto che c’e’ già stato ’contro’ il governo D’Alema, sul suo strisciante neoliberismo, su quella bicamerale indegna cosi’ simile alla riforma costituzionale di Berlusconi, cosi’ punitiva con la magistratura e distruttiva del sistema di equilibrio tra poteri, sul fatto stesso che a D’Alema si deve la caduta del governo Prodi, sul trattamento di favore, di amicizia quasi, che egli ha sempre riservato a Berlusconi; i DS continuano a ignorare i sentimenti dei cittadini italiani, di quelli che non hanno visto di buon occhio un presidente che in soli due anni conclusi con la sconfitta e’ riuscito a rompere 50 anni di pace con la guerra in Kossovo, a impestare il Kossovo di uranio, a fare una pericolosa politica estera filo statunitense, ad aprire le sciagure del precariato, combattere l’allargamento dell’articolo 18, esautorare la magistratura, proporre le sovvenzioni alle scuole private tessendo trame col Vaticano, insabbiare la legge sul conflitto di interessi, produrre quel Riformista che e’ uno dei giornali peggiori d’Italia, piu’ di destra che di sinistra, l’unico giornale della sinistra che compare in quella rassegna stampa delle tv controllate da Berlusconi che ha messo all’indice Il manifesto, Liberazione e l’Unita’; e come si può dimenticare la sbobbia con cui D’Alema ha trattato L’unita’, abbandonata alla sua propria crisi, mentre spariva persino la radio della sinistra.

Noi non vogliamo, dico non vogliamo, con tutte le nostre forze che uno come D’Alema sia Presidente della Camera. Non abbiamo votato contro Berlusconi per questo!

Siamo convinti che il diritto di scegliere i Presidenti di Camera e Senato spetti a Prodi, previa consultazione con i partiti del csx, si intende, ma che solo a lui spetti l’ultima parola.

E ci auguriamo, come italiani e come nemici della destra, che non si tratti di un segretario di partito, e soprattutto non di uno, come D’Alema, che ha mostrato tante ambiguità e collusioni proprio con la destra.

Nessuno deve dimenticare che questa risicatissima maggioranza e’ dovuta essenzialmente agli anticorpi di rigetto prodotti in 19 milioni di italiani "contro" Berlusconi.

In questi voti ce ne sono pochissimi "a favore" dei partiti che sono stati votati e soprattutto di uno come D’Alema, e se i partiti non riescono nemmeno a capire questo, vuol dire che si sono alienati dalla realta’ e non avranno lo stesso favore due volte.

Non si facciano illudere, i Ds, dagli applausi scroscianti avuti ai "loro" convegni dal loro zoccolo duro, sempre piu’ vecchio, il popolo italiano e’, in maggioranza, molto critico su troppe cose, di cui il conflitto di interessi e’ solo la prima, il trattamento del lavoro la seconda.

E del resto speriamo proprio che Prodi non abbia a designare proprio colui che determino’ intenzionalmente la sua caduta; non si tratta di vendetta, si tratta di giustizia e giustizia vuole che se uno commette degli errori non sia addirittura essere premiato per quelli.

Se si intende rispettare il voto popolare, non se ne deve andare solo Berlusconi, ma tutti coloro che lo hanno favorito e che inciucerebbero ancora con lui come hanno fatto in passato, a nostro totale danno.

Oggi la designazione dei due Presidenti ha un forte valore emblematico.

Si indichi qualcuno che segni in modo forte la nostra opposizione alla P2, come la Tina Anselmi;
che sia sempre stato dalla parte della Costituzione repubblicana contro derive autoritarie, come Napolitano;
che abbia sempre combattuto una economia corrotta basata su inciuci, mazzette e tangenti, come D’Ambrosio!
Si scelgano persone forti e rappresentative dei valori della repubblica italiana migliore, o questa sara’ l’ultima prova del centrosinistra!

Molti scalpitano per avere il nuovo governo, ma le tappe sono rigorosamente stabilite dalla Costituzione e hanno tempi incomprimibili che Ciampi intende rispettare.

 il 28 aprile: prima riunione delle Camere, elezione dei Presidenti di Camera e Senato

 in una data compresa tra il 2 e il 5 maggio: formazione dei gruppi parlamentari ed elezione dei rispettivi Presidenti

 tra il 3 e il 13 maggio: convocazione del Parlamento in seduta comune con i delegati delle regioni, fatta dal nuovo Presidente della Camera, per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica
(per comprimere i tempi, la data per eleggere il Presidente della Repubblica potrebbe essere il 3 maggio), segue una settimana per eleggere i rappresentanti regionali, e la convocazione comune delle Camere potrebbe esserci il 19 maggio.

Sperando in una elezione rapida del Presidente della Repubblica, si andrebbe al 16-17 maggio.
Dopodiché il nuovo Presidente eletto darà l’incarico di fare il nuovo governo a Prodi.

Se i tempi si allungano, arriviamo a fine maggio, per vedere il nuovo governo occorre rassegnarsi.

Si tenga conto che, a metà di questo iter, il 18 maggio, scade il settennato di Ciampi, per questo egli aveva chiesto di fare le elezioni "prima" di Pasqua, ma Berlusconi ha rimandato più che ha potuto, in pratica ha tenuto il governo un mese in più e si è preso altri 15 giorni per sforare la par condicio, sforandola poi di fatto fino al mattino delle elezioni, non ha voluto unire elezioni politiche, amministrarive e referendum (facendo risparmiare miliardi al paese) e ha rimandato lo stesso referendum sulla Costituzione e la devoluzione a fine anno, ha fatto ogni nefandezza pur di resistere nel suo accanimento perverso al potere, violando ogni norma e regola, e rifiutando poi di riconoscere l’esito del voto, come "mai" in 60 anni di Repubblica nessuno aveva fatto. Una vera vergogna! Di nuovo tutto il mondo ride di noi .
Di nuovo la stampa economica europea indica la gravissima crisi economica italiana che solo la Cdl nega. Vergogna!

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