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DA CHIANCIANO FINALMENTE UNA LINEA POLITICA PER IL PRC. ORA SERVONO LAVORO E UMILTA’
Publie le mercoledì 30 luglio 2008 par Open-PublishingDA CHIANCIANO FINALMENTE UNA LINEA POLITICA PER IL PRC. ORA SERVONO LAVORO E UMILTA’
di Alberto Deambrogio
care e cari tutte/i,
i giorni del congresso di Chianciano, giorni faticosi, hanno finalmente dato una linea politica al PRC dopo la pesante sconfitta elettorale di aprile e dopo l’afasia degli ultimi mesi. Ho partecipato ai lavori da invitato, quindi da asservatore interessato, ma senza lo stress tipico da delegato. Il documento finale approvato, che trovate qui sotto, è a mio parere un buon testo, che testimonia di una nuova maggioranza politica costruita per via “parlamentare” in grado di esistere non come un cartello. Insisto su questo perchè il documento finale non è un documento minimo e “obbligato”. A me pare che sia sui lineamenti politici e culturali, sia sugli impegni pratici siamo di fronte a una elaborazione avanzata, lucida e in grado di sollecitare tutto il partito a proseguire l’analisi di fase nonchè a mettersi all’opera per uscire dall’impotenza vissuta drammaticamente sino ad ora.
Usciamo da questo congresso con la piena consapevolezza che bisogna di nuovo accumulare forza sociale per ricostruire le condizioni materiali sufficienti a far vivere le proposte politiche del PRC e di tutta la Sinistra. Non si tratta di vagheggiare un ripiegamento in “isole sociali alternative”, ma di riaprire varchi, rilanciare campagne e vertenze, innovare la nostra capacità di raggiungere obiettivi parziali ma significativi sul terreno mutualistico, sociale, ambientale. Si tratta insomma di progettare e verificare non solo la quantità delle nostre azioni, ma anche la qualità.
Se ci sarà questo accumulo di forze, sarà più agevole anche la dialettica sul terreno istituzionale. L’opposizione autorevole, svolta in piena autonomia dal PD, all’attuale Governo nazionale è decisiva per la ricostruzione credibile di un blocco sociale oggi sfarinato e ripiegato su se stesso. D’altro canto anche il nostro ruolo istituzionale a livelli inferiori ha bisogno di confrontarsi con l’efficacia del lavoro svolto sinora. Credo che sia interesse di tutti, PD compreso, avviare in ogni luogo un percorso di verifica e di attraversamento dei territori senza filtri. Il rischio di “governi distanti” dalle esigenze diffuse o dai programmi concordati c’è e va scongiurato con un lavoro umile, che non teme critiche.
Ecco: lavoro e umiltà dovrebbero essere le cifre della prossima fase. Una fase che vogliamo affrontare non ripiegati su noi stessi, ma dentro le pratiche di una sinistra che si ricostruisce luogo per luogo. Una sinistra non affascinata da mosse del cavallo o da iconografie e leader mirabolanti.
A me pare che, sintetizzando rozzamente, rimanga più che mai valido lo slogan “socializzare la politica, politicizzare la società”. Chi lo sosteneva, ancora prima di Genova 2001, era considerato un pericoloso innovatore eretico. Sostenerlo oggi pare rimandi a congiure identitarie. Forse, allora, vale la pena di usare pazienza e perseveranza, far spallucce davanti agli anatemi e far parlare, poco a poco, i fatti, le esperienze, le relazioni.
Infine, un abbraccio a Paolo Ferrero. Un compagno con “la schiena diritta”, poco amante delle mode e capace di valorizzare le eresie senza condannarle al settarismo. Anche con lui e con tante compagne e compagne e compagni abbiamo il dovere di provare a rendere viva e vitale l’idea della trasformazione. Proviamoci.