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DALLA CHIESA: SANTO SUBITO!

Publie le martedì 4 settembre 2007 par Open-Publishing
1 commento

Ricorreva ieri il 25° anniversario della uccisione, da parte della mafia, del generale dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa.
Nelle commemorazioni ufficiali e nelle idilliache biografie di regime — tutte tese a presentare il generale quasi come un santo, comunque come un uomo probo e integerrimo caduto nella lotta implacabile contro la mafia — si "dimenticano" disinvoltamente alcuni aspetti dell’azione e della vita del carabiniere-generale, che pure devono essere ricordati.

Ad esempio, nel 1974 si distingue per la feroce repressione della rivolta nel carcere di Alessandria: alla fine si conteranno sette morti e quattordici feriti.
Subito dopo, crea il nucleo speciale antiterrorismo, struttura che gli consente di arruolare Silvano Girotto ("Frate mitra") e di infiltrarlo nelle Brigate rosse: riesce così a catturare Renato Curcio e Alberto Franceschini (1975).
Facendo leva sul pentitismo, le azioni di infiltrazione e spionaggio
riesce ad assestare durissimi colpi alle organizzazioni combattenti.
Sempre sua è l’idea di rinchiudere i brigatisti in carceri di massima sicurezza (Cuneo, L’Asinara, Trani, Favignana e poi Palmi).

Il 28 marzo 1980, i carabinieri di Dalla Chiesa fanno irruzione in una base delle B.R., ritracciata su segnalazione del "pentito" Patrizio Peci, in VIA FRACCHIA a Genova ove vengono sopresi nel sonno e "giustiziati" a freddo 4 brigatisti rossi: Annamaria Ludmann, Riccardo Dura, Lorenzo Betassa e Piero Panciarelli.
Per questa strage, naturalmente, nessuno ha pagato nè è mai stata fatta alcuna inchiesta.
Da ultimo, non si può non ricordare che Dalla Chiesa appartenva alla loggia massonica eversiva P2, che si proponeva di instaurare in Italia, con metodi illegali, un regime autoritario e di destra.

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Messaggi

  • Vogliamo poi parlare della manovre intorno al memoriale di Moro trovato nel covo Br di Via Montenevoso e mai fornito da Dalla Chiesa alla magistratura ?

    Quel memoriale, poi miracolosamente ritrovato in parte ( quella realisticamente meno "esplosiva") oltre dieci anni dopo in una strana intercapedine dello stesso appartemento, parlava chiaramente di Gladio, della politica delle stragi di stato e quindi andava, come si dice a Roma, "inguattato" ...

    Salvo poi fornirne ogni tanto dei pezzettini a Mino Pecorelli, anche lui della P2, che li pubblicava sul suo "OP" allo scopo di tenere sotto ricatto determinati ambienti di potere ....

    Cosa che assai probabilmente è il vero motivo ( lo sostiene anche il figlio di Dalla Chiesa, Nando) della uccisione tanto di Pecorelli che di Dalla Chiesa ....

    Certo, c’è poi da domandarsi come mai nemmeno le stesse Br abbiano mai diffuso quel memoriale ( il fatto, come dice Moretti, che l’avessero perso o non ne avessero compreso il significato, non regge proprio ...) ma questa è tutta un’altra domanda.

    E poi le BR nessuno pretende oggi di "santificarle" nè di dedicargli sceneggiati televisivi in stile agiografico .....

    Dalla Chiesa invece si .....

    K.