Home > DIRETTIVA BOLKESTEIN : SE CREDETE CHE CI BASTI.
DIRETTIVA BOLKESTEIN : SE CREDETE CHE CI BASTI.
Publie le mercoledì 31 maggio 2006 par Open-PublishingLo scorso 29 maggio,
alla riunione di Bruxelles del Consiglio Europeo per la Competitivita’ ,
i 25 governi europei hanno trovato un accordo sulla direttiva
Bolkestein, approvando il testo redatto dalla Commissione Europea, a
seguito delle modifiche introdotte dopo il voto del 16 febbraio scorso
in Parlamento europeo. E’ il cosiddetto "compromesso Ghebardt", che,
pur modificando alcuni aspetti della direttiva, ne lascia immutato l’
impianto liberista e i pericoli per gli attacchi ai diritti sociali e
del lavoro.
E’ vero che dal nuovo testo scompare nominalmente il
famigerato "principio del paese d’origine" e viene escluso il diritto
del lavoro; ma per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, la
direttiva sui lavoratori distaccati dice che vanno rispettate solo le
norme minime del paese di destinazione, mentre la completa
liberalizzazione del lavoro autonomo, contenuta nel testo approvato,
riapre le porte al principio del paese d’origine, al dumping sociale ad
un’ulteriore precarizzazione del lavoro.
E’ vero che dal nuovo testo
sono esclusi dal campo di applicazione della direttiva i servizi di
interesse generale e la sanita’ ; ma, da una parte, la definizione di
"servizio" come "attivita’ svolta dietro erogazione di un corrispettivo
economico a qualsiasi titolo", comporta l’inclusione della quasi
totalita’ dei beni comuni e dei servizi pubblici; dall’altra, per la
sanita’ e’ in lavorazione una nuova direttiva ad hoc.
Infine per quanto
riguarda i poteri delle autorita’ locali e governative, le loro
prerogative di limitare la libera circolazione dei servizi si riducono
alla possibilita’ di intervento solo su motivate ragioni di "ordine
pubblico, salute pubblica e tutela ambientale".
Mentre il gia’ enorme
deficit democratico dell’Unione Europea viene ulteriormente allargato
dall’inclusione nel nuovo testo sia del tacito consenso, ovvero della
impossibilita’ per ogni Paese di impedire l’ingresso di un’attivita’ non
esplicitamente vietata dal proprio ordinamento; sia, con l’introduzione
dello "screening", ovvero della notifica a Bruxelles dell’elenco
motivato delle restrizioni adottate a livello nazionale. E’ la politica
che, dopo aver abdicato alla quasi totalita’ del proprio ruolo in favore
del mercato, consegna le ultime prerogative rimaste alla Corte di
giustizia Europea.
Il nuovo Governo dell’Unione, presente in
delegazione con i ministri Mussi e Bonino, ha approvato il nuovo testo,
considerando positiva la nuova collocazione del Governo Italiano sull’
asse franco-tedesco favorevole al "compromesso", rispetto alla
precedente collocazione del Governo Berlusconi sull’asse iper-liberista
di Gran Bretagna e Paesi dell’est.
Non scherziamo.
Non e’ questo che
chiedono i movimenti sociali e sindacali, che in questi anni si sono
mobilitati contro le privatizzazioni dei servizi pubblici e contro la
precarizzazione del lavoro, costruendo una Campagna Nazionale per il
ritiro della direttiva Bolkestein, portando in piazza a Roma il 15
ottobre 2005 piu’ di 50000 persone e partecipando a due grandissime
mobilitazioni europee.
Non e’ questo che chiedono gli Enti Locali 7
Regioni, 26 Province e diverse decine di Comuni- che hanno costituito
un Coordinamento Nazionale contro l’espropriazione dei propri poteri.
Non e’ questo che chiedono i movimenti europei , che al FSE dello scorso
maggio hanno sottoscritto, in piu’ di 40 organizzazioni sindacali,
confederali e di base, associazioni e movimenti sociali, la
"Dichiarazione di Atene", ovvero un reciproco impegno alla lotta contro
l’Accordo Generale sul Commercio dei Servizi (GATS), contro la
direttiva Bolkestein e per la promozione di servizi pubblici europei
come spazio dei beni comuni indisponibili al mercato.
Il Governo dell’
Unione ha vinto le elezioni anche grazie ai voti che sono venuti dal
popolo di Genova, da una massa di cittadini, lavoratrici e lavoratori
che stanno mettendo in discussione la privatizzazione dei servizi
pubblici e la precarizzazione del lavoro. Sono movimenti che non si
accontentano della falsa alternativa tra liberismo selvaggio e social-
liberismo, e che non delegano a nessuno la difesa dei diritti e la
costruzione di un altro mondo possibile.
Per questo da subito chiediamo
:
a) l’immediata convocazione di un dibattito parlamentare, aperto all’
audizione di organizzazioni sindacali, movimenti sociali ed Enti Locali
sulla direttiva Bolkestein;
b) l’immediata definizione da parte del
Governo, com’e’ nelle sue facolta’ , e attraverso un percorso
partecipativo, dei Servizi di Interesse Generale, che includa tutti i
beni comuni e i servizi pubblici, in quanto tali indisponibili alle
leggi del mercato
c) l’abrogazione della legge 30 e pacchetto Treu, in
direzione di nuovi ed estesi diritti del lavoro per tutti
Perche’ si
combatte la direttiva Bolkestein, anche erigendo dighe sociali che ne
impediscano l’ingresso. Per parte nostra, la mobilitazione continua.
Marco Bersani
Francesco Locantore
Attac Italia