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DIRETTIVO CGIL: NULLA DI NUOVO ... AVANTI PIANO, QUASI INDIETRO
Publie le venerdì 24 aprile 2009 par Open-PublishingOnestamente ci si aspettava di più dal direttivo Cgil. Certo nulla di stravolgente ma almeno qualcosa di coerente rispetto alle argomentazioni che hanno portato la Cgil a non firmare l’accordo separato sulla contrattazione.
Il documento votato dal Direttivo (solo due astensioni, quelle della Rete28aprile) è in realtà in ciclostilato di ciò che già si sapeva, ossia che la Cgil non firma il nuovo modello contrattuale e che intende intervenire sulle politiche per affrontare la crisi.
Indicazioni concrete su cosa fare ... nulla.
Sulla contrattazione si dice in parole povere che nelle piattaforme e negli accordi su cui la Cgil sarà disponibile a riconoscersi unitariamente non deve esserci alcun riferimento esplicito agli accordi del 22 gennaio e del 15 aprile.
Triennalizzazione dei contratti e sviluppo della bilateralità quindi sono considerati accettabili se gli accordi che li hanno generati non saranno menzionati a riferimento.
Sul salario si dice che la Cgil continuerà a far riferimento all’inflazione realisticamente prevedibile (cioè a quello su cui si sono fatti gli ultimi rinnovi contrattuali, dimenticandosi quindi che proprio Epifani solo qualche settimana fa ripeteva che nonostante ciò le retribuzioni sono pesantemente diminuite in questi ultimi anni).
L’unica cosa degna di nota è la indisponibilità dichiarata nel documento del direttivo ad accettare deroghe contrattuali (dimenticandosi che categorie della Cgil hanno già abbondato e dato in questo senso anche negli ultimi contratti, vedi chimici e commercio).
Questione deroghe a parte si può facilmente notare la pochezza delle indicazioni del direttivo Cgil sul che fare nella prossima contrattazione. Praticamente sembra si dica che si può firmare tutto basta che non risulti alcun riferimento esplicito agli accordi separati, e sul salario ... avanti come prima, mandando così in cavalleria quel grido di dolore sulla emergenza salariale che la stessa Cgil (assieme ad altri) aveva lanciato nei mesi scorsi.
Così, se va bene, si rimarrà ancorati all’accordo del 23 luglio (che già taglia le nostre retribuzioni e le subordina agli indici di redditività e produttività aziendale), ma se va male (come è certo, visto che con Cisl e Uil e Confindustria non si vuole rompere ma anzi si cercano contatti di ripresa unitaria e collaborazione) si finirà in un bel pasticcio dato che i principi base del nuovo modello di contrattazione troveranno sicuramente applicazione anche con la firma della Cgil, i salari diminuiranno ancora di più e la loro erogazione sarà ancor più di prima subordinata alle particolari condizioni di impresa, e magari anche dei territori, con la Cgil che canterà vittoria solo per essere riuscita (se ci riuscirà) a non mettere nel cappello degli accordi che questi discendono direttamente dall’accordo separato del 22 gennaio.
La cartina al tornasole di questa partita è oggi bene espressa dalla piattaforma unitaria per il rinnovo del CCNL alimentaristi. Cisl e Uil sono state ben disponibili nel non chiedere che fosse esplicito il riferimento all’accordo del 22 gennaio ma intanto hanno intascato dalla Cgil l’assenso per la triennalizzazione del CCNL, per una estensione delle competenze degli enti bilaterali, e per un adeguamento delle competenze della contrattazione decentrata. Sulle deroghe non si dice nulla (per ora e per fortuna) ma nulla si dice neppure sulla lotta alla precarietà (salvo accettare un tetto del 25% sul totale della forza lavoro .... una bella cifra).
Chi difende la posizione della Cgil sul CCNL alimentaristi (Lavoro e Società lo fa in maniera esageratamente convinta) lo fa affermando che così si sono messe in difficoltà Cisl e Uil che avrebbero accettato di riconoscersi nella piattaforma dovendo abbandonare l’idea che questa derivasse immediatamente dall’accordo separato. In realtà Cisl e Uil esultano (basta leggere l’editoriale del 3 marzo su Conquiste del lavoro, il periodico della Cisl e le dichiarazione di A.Cianfoni, segretario degli alimentaristi Cisl) perchè nei fatti la piattaforma contiene tutti gli elementi portanti del loro accordo separato, allargandosi anche a lodare l’importante disponibilità della Flai Cgil trovare un percorso comune senza irrigidirsi sul NO all’accordo separato.
Una piattaforma, quella degli alimentaristi, che ancora deve passare al vaglio della parte padronale la quale certamente non la firmerà tal quale ma ne pretenderà ulteriori modifiche nel senso di un maggior recupero del punto di vista aziendale. Una piattaforma già debole e compromessa quindi, incapace di reggere la probabile offensiva padronale, propedeutica ad un accordo che sicuramente non potrà non essere tutto interno alle logiche del nuovo modello contrattuale voluto da Cisl-Uil e Confindustria.
Ma il documento del direttivo Cgil salva capra e cavoli ... basta che non si citi l’accordo del 22 gennaio.
Quindi rimane tutta aperta la battaglia per respingere il modello contrattuale, ma tutta aperta rimane anche la battaglia in Cgil perchè questa si dia una linea.
23.4.09 COORDINAMENTO RSU