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DISABILE MORTO SOFFOCATO

Publie le martedì 8 agosto 2006 par Open-Publishing
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Santa Marinella 8 agosto 2006

"LA TRAGEDIA ACCADUTA A SANTA MARINELLA E’ GRAVE ED E’ GIUSTO CHE SIANO ACCERTATE ACCURATAMENTE TUTTE LE RESPONSABILITA’.
VI SONO STATI DECENNI DI MENEFREGHISMO ISTITUZIONALE RIGUARDO ALLA QUALITA’ DEI SERVIZI SOCIALI E SANITARI E ALLA QUALITA’ DEL LAVORO DEGLI OPERATORI.
ESISTONO ANCORA RESIDENZE SANITARIE CHE NON RISPETTANO PER MOTIVI PURAMENTE LUCRATIVI LE PRESCRIZIONI DI LEGGE SULLE ASSUNZIONI DI PERSONALE QUALIFICATO.
ESISTONO STRUTTURE PER MINORI E DISABILI DOVE, IMPUNEMENTE, VENGONO ASSEGNATI AGLI OPERATORI TURNI CONTNUATIVI FINO A 36 ORE PER POCHI EURO L’ORA": IL COORDINAMENTO OPERATORI SOCIALI CHIEDE CHE AL LAVORO DI CURA DELLE PERSONE SIA RESTITUITA LA DIGNITA’.

Il Coordinamento Cittadino Operatori Sociali esprime cordoglio per la morte del disabile di 27 anni che è stato trovato morto ieri mattina, soffocato dalle spondine di contenimento nella struttura residenziale "Anni Verdi" a Santa Marinella.
In merito, il Coordinamento dichiara quanto segue:

"Non conosciamo la dinamica del tragico episodio ma da anni questo Coordinamento denuncia la scarsa attenzione delle Istituzioni e degli Enti Locali verso il lavoro sociale e di cura delle persone: Lavoro nero, un turn-over spropositato, precarietà e sfruttamento con turni a volte continuativi per oltre 36 ore di lavoro a pochi euro l’ora.
E questo accade in strutture per minori, per disabili e per anziani senza che gli enti locali abbiano mai mosso un dito per controllare sia la qualità del servizio che la qualità del lavoro come, ad esempio, il tipo di turnazioni spesso fuorilegge assegnati agli operatori, delle retribuzioni da fame, dei mancati versamenti contributivi e previdenziali.
Una rilevante percentuale di operatori che lavorano nel settore psichiatrico e della disabilità si ritrovano alla precoce età di 45-50 anni già inidonei al lavoro perchè "bruciati" nel fisico e nella psiche. Di frequente, non viene per nulla rispettata la legge 626/94 sui carichi di lavoro, sul sollevamento e trasporto di persone, sull’uso di ausili e attrezzature, sulle turnazioni assegnate, sulle riunioni di supporto psicologico agli operatori, sulla supervisione delle attività e dei piani di lavoro.
Nelle RSA accreditate molto spesso non vengono assunte tutte le figure professionali previste (educatori professionali, terapisti, OSS e infermieri) e non vengono rispettati gli standard di rapporto numerico utenti-operatori, pur prescritti da leggi nazionali e regionali.
Per motivi puramente lucrativi si sono bruciate o spente precocemente tante vite, come accade nelle strade con i clochard, nelle case di anziani soli ritrovati morti dopo settimane, nei casi di malasanità e malassistenza.....
Per quella Politica che non si cura della sua parte più debole, perchè ritenuta improduttiva, i servizi alla persona diventano residuali da relegare al piano della carità e dello spontaneismo e sia i disabili, gli anziani, i minori a rischio, sia gli stessi operatori che lavorano a contatto con essi vanno incontro allo stesso destino di una vita precaria e senza dignità.
Serve una svolta complessiva per ridare una volta per tutte al lavoro sociale e di cura l’attenzione che merita in termini di investimenti, qualificazione e professionalizzazione del personale, internalizzazioni dei servizi e obblighi di assunzione e stabilizzazione di personale adeguatamente formato.

Coordinamento Cittadino Operatori e Operatrici Sociali
via Appia 357 Roma (riunioni ogni giovedì sera alle ore 21)
scrivere a cocittos@virgilio.it

Messaggi

  • www.fialsroma.it

    COMUNICATO STAMPA Roma 2 settembre 2006

    SANITA’ LAZIO
    «Caso Anni Verdi: con i soldi pubblici la Regione ingrassa le Coop»

    «L’atteggiamento dimostrato dall’istituzione regionale, in riferimento alla vicenda dell’affidamento diretto dell’ente morale Anni Verdi ad un consorzio di cooperative, è a dir poco sconcertante. L’accordo sottoscritto dall’assessore alla Sanità Augusto Battaglia, così come riportato oggi da un quotidiano nazionale nelle pagine di cronaca romana, fa paventare alla violazione di una lunga serie di normative vigenti che meriterebbero, da parte del presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, un’ampia e dettagliata rendicontazione pubblica sul metodo e sulle finalità di tale accordo».

    E’ quanto ha dichiarato il segretario regionale della Fials/Confsal Gianni Romano in merito alle notizie di stampa che reso noto il dettaglio dell’affidamento diretto, da parte dell’assessore Augusto Battaglia, dell’ente morale Anni Verdi al consorzio di cooperative Ri.Rei.

    «La consegna fatta “chiavi in mano” dall’assessore alla Sanità ricalca una mera intermediazione e interposizione di manodopera: quella rappresentata dall’utilizzo del personale ex Anni Verdi che, dal 7 luglio scorso a seguito della messa in liquidazione della Onlus, era stato assegnato dalla Regione alle dirette dipendenze delle Asl » spiega Gianni Romano. E’ scontato che alla Fials/Confsal venga spontaneo chiedersi quale sia l’interesse della Regione per l’apparente intermediazione che mette in atto con l’affidamento del personale, degli immobili e delle attrezzature di Anni Verdi al consorzio di cooperative invece di continuare a dirigere il servizio di riabilitazione come già ha fatto nei mesi precedenti, verosimilmente anche con un congruo risparmio sui costi di gestione dell’attività assistenziale. E questo anche alla luce degli impegni assunti in materia di lavoro precario, contando che i lavoratori delle cooperative rappresentano un’ampia percentuale del precariato».

    «Analizzando in dettaglio l’affidamento del servizio in convenzione al consorzio Ri.Rei viene fuori che sono stati presi sottogamba tutti i dettami che limitano alle cooperative di acquisire un appalto per mera sostituzione di personale e soprattutto quando sia il committente ha fornire all’appaltatore l’organizzazione tipica dell’impresa. Mentre – precisa Romano - in questo caso specifico con l’affidamento del servizio al consorzio di cooperative si andrebbe solo ha sostituire il datore di lavoro dell’ex personale di Anni Verdi già impiegato, organizzato e retribuito direttamente dalle Asl di Roma competenti per territorio».

    «Con queste premesse riteniamo, visto che non si conoscono ancora né i termini dell’accordo tantomeno l’entità delle rette e altrettanto non si conoscono quali siano i vincoli per l’utilizzo degli immobili della società in liquidazione, sia doveroso da parte della Giunta regionale rendere note tutte le motivazioni che hanno indotto la maggioranza a “scaricare” alle coop la gestione di Anni Verdi visto che pure dopo il collasso finanziario dell’ente morale, è stata garantita la continuità assistenziale – ritiene Romano -. Non si può certo evitare di alludere al fatto che, in questi termini le risorse finanziarie regionali vadano ad “ingrassare” le Coop mentre dall’altro lato si penalizzano gli operatori sanitari i quali riceveranno un trattamento economico nettamente inferiore rispetto al contratto di lavoro applicato ai dipendenti del servizio sanitario regionale.

    «E’ per questi motivi che - conclude Romano - l’ufficio legale del sindacato è stato messo a completa disposizione dei dipendenti di Anni Verdi a garanzia che il lavoro svolto quotidianamente a favore delle persone disabili ottenga il dovuto rispetto anche da parte delle Asl che sono subentrate dopo la messa in liquidazione dell’Ente morale».

    Ufficio relazioni sindacali via Cecilio Stazio, 5 Roma tel. 06/35343814