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DOMANI IN CORTEO PER IMPEDIRE CHE SAMARRA DIVENTI LA NUOVA GUERNICA
Publie le venerdì 17 marzo 2006 par Open-Publishing1 commento
di Alfio Nicotra
"Samarra rischia di diventare la Guernica del XXI secolo. A nessuno , tanto meno alla comunità internazionale, è consentito l’indifferenza di fronte a questo crimine contro l’umanità. Si tratta del più pesante bombardamento aereo dall’inizio alla guerra all’Iraq , una operazione militare destinata ad alimentare l’odio del popolo iracheno nei confronti degli occupanti.
Non può sfuggire a nessuno il fatto che il contingente italiano è subordinato gerarchicamente a chi in queste ore ha dato l’ordine di terrorizzare e distruggere- come già avvenuto a Falluja- una intera città. Altro che missione di pace! Rischiamo di essere la retrovia di una guerra senza quartiere decisa dalla Casa Bianca in disprezzo del diritto internazionale e umanitario."
E’ quanto afferma, in una dichiarazione, Alfio Nicotra, responsabile nazionale del Dipartimento Pace del Prc.
"Rivolgiamo un appello a tutte le forze democratiche e al mondo dell’associazionismo e quello sindacale - prosegue Nicotra - affinchè domani a Roma scenda in piazza l’Italia che ripudia la guerra. Vogliamo tante bandiere di pace che rappresentino ad un governo complice della guerra preventiva ed infinita di Bush, la necessità inderogabile di un cambiamento di rotta nella politica estera."
" Ai pochissimi che sono soliti gridare 10, 100, 1000 Nassirya, il comitato 18 Marzo ha già detto con chiarezza che non sono i benvenuti - conclude l’esponente del Prc- lo slogan giusto e condiviso da larghissima parte dell’opinione pubblica è un’altro: mai più Nassirya, riportiamo i nostri soldati a casa."
Partito della Rifondazione Comunista Direzione nazionale
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1. > DOMANI IN CORTEO PER IMPEDIRE CHE SAMARRA DIVENTI LA NUOVA GUERNICA, 17 marzo 2006, 21:58
Sabato 18, ore 18 Sit-in a P.za Farnese davanti all’Ambasciata Francese(via dei baullari angolo piazza farnese)
partendo dallo spezzone nazionale studentesco al corteo contro la guerra, ore 14, P.za Esedra.
Dalla Francia all’Italia gli/le studenti/esse europei/e hanno una sola voce:: Stop precarietà!
Dopo la mobilitazione di quest’autunno in Italia, ora ad esplodere sono le università francesi. In questi giorni, in Francia, è in corso la più grande mobilitazione studentesca di decenni (alcuni parlano di nuovo ’68).
Ancora una volta la precarietà è al centro della mobilitazione.
La stessa precarietà del ddl Moratti e della legge 30, la precarietà a cui ci destina il 3+2, e tutta la Riforma Zecchino, la precarietà delle nostre condizioni materiali di vita, priv* di diritto allo studio e costrett* ad accettare qualunque lavoro per poter conseguire una laurea da futur* precar*.
In Francia il governo di destra l’ha chiamata, con l’ipocrisia che in Italia sentiamo ripetere da anni dai vari Maroni, Berlusconi, e anche da molti leader del centro-sinistra, "Legge per le Opportunità".
Oppurtunità per i profitti, forse...
In realtà, la legge prevede solo la generalizzazione della precarietà di massa che già i francesi avevano voluto rifiutare votando NO all’Europa del Mostro Bolkenstein: il famigerato Cpe, al centro della protesta, un nuovo contratto che prevede il licenziamento libero sotto i 26 anni, la riduzione dell’obbligo scolastico, drastiche punizioni e rieducazioni in stage nell’esercito e nella polizia per i/le giovani indisciplinati/e.
Gli/le student* francesi non hanno creduto alle retorica del governo, e si sono mess* in movimento.
Facoltà per facoltà, città per città hanno dato vita a un movimento che anche in Francia tutt* davano per impossibile. Si sono alleat* con i lavoratori, anch’essi colpiti direttamente dalla riforma del governo, e sono sces* in piazza in centinaia di migliaia. Ora in tutta la Francia, non solo a Parigi, è in corso una poderosa mobilitazione, e gli/le student* non sono più sol*. Al contrario è il governo di De Villepin ad essere sempre più solo.
E così venerdì ha risposto con l’arroganza e la stupidità di chi ha paura di perdere: il violento sgombero de La Sorbona, la storica sede dell’università parigina, reparti speciali all’assalto degli/delle student*, arresti.
Ma il movimento francese sa di essere forte e non si ferma: negli altri atenei proseguono e si rafforzano le occupazioni, il 16 ci sarà una mobilitazione locale.
Soprattutto, il 18 ci sarà una grande manifestazione nazionale in cui scenderanno insieme in piazza student*, lavorat*, movimenti sociali contro la precarietà, contro la guerra e contro il governo.
L’attacco a La Sorbona è un attacco a tutt* gli/le student* europe*.
Ci dobbiamo mobilitare. Non per generica solidarietà. Le riforme contro cui ci battiamo sono le stesse, decise negli stessi luoghi anti-democratici, cosiddetti europei (dal Processo di Bologna alla direttiva Bolkenstein), e poi applicati dai singoli governi. LORO hanno i loro vertici, i loro consigli, le loro direttive. NOI abbiamo il movimento e solo se il movimento studentesco saprà organizzarsi anche in Italia, insieme al resto d’Europa, potremo vincere questa sfida, fermare la precarietà, cambiare le nostre università. E le nostre vite.
COORDINAMENTO DEI COLLETTIVI UNIVERSITARI
Info: Marco 3404065865
Aurora 3335785143