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Da Rete ECO (Ebrei contro l’Occupazione) su Ali Rashid

Publie le mercoledì 1 dicembre 2004 par Open-Publishing

Il 12 novembre Ali Rashid, Primo Segretario della Delegazione
palestinese in Italia, è stato aggredito durante una trasmissione per
aver espresso la propria opininione circa Fiamma Nirenstein,
giornalista de La Stampa che risiede in una colonia israeliana sita
in Territorio Occupato palestinese, vicino a Gerusalemme. Motivo
dell’aggressione - proseguita poi in grande stile dal sito
informazionecorretta.com - è l’avere il malcapitato detto tre verità
lapalissiane: la prima che la signora in questione risiede in una
colonia illegale, la seconda che la medesima svolge quotidianamente
propaganda per lo stato di Israele, la terza che costei è finanziata
da detto stato. Per la propaganda svolta dalla signora Nirenstein,
questa può essere verificata da chiunque - basta leggere gli articoli
che scrive, ad esempio, sulla "ferita psichica" provata da quei
poveri coloni , tanto amanti dell’ecologia, che devono abbandonare
Gaza (dare un’occhiata a: Coloni nell’Eden insanguinato, pubblicato
su La Stampa il 28.9.04). E pur non essendo addentro ai conti della
signora Nirenstein, non è un segreto per nessuno che i coloni -
tutti - sono finanziati dallo stato di Israele onde risiedano nei
Territori Occupati - tramite sgravi fiscali, sostegno alle
infrastrutture, etc....

Ali Rashid ha anche osato dire che la creazione dello stato di
Israele ha significato la cacciata e lo spossessamento di centinaia
di migliaia di palestinesi, i cui villaggi sono stati distrutti, ed a
cui non è stato permesso il ritorno - e che gli attacchi israeliani
ai civili sono altrettanto colpevoli degli attacchi ai civili
praticati dai palestinesi.

Che quel che Ali abbia detto non sia altro che la verità è evidente
anche dal fatto che nemmeno la signora Nirenstein osa affermare di
non vivere in una colonia, che i coloni non sono finanziati da
Israele, e che le leggi internazionali permettono di attaccare
civili - regola che vale anche, e soprattutto, per gli stati, ma che
Israele si guarda bene dall’applicare. Ciononostante, dobbiamo
assistere ad un attacco che giunge fino ad accusare Ali di
essere "ambasciatore dell’odio" di "un’organizzazione terrorista",
insinuando che la sua protesta contro la Nirenstein serva a indicarla
ai suoi complici terroristi come futuro oggetto di un attentato
armato... Questa sembrerebbe semplice fantascienza, ma fa capire come
sia facile montare un caso basato sulle calunnie più spudorate per
seminare odio e paura. In Israele purtroppo questa tattica funziona.
In Italia pochi seguiranno le farneticazioni del gruppo di
Informazione corretta, ma il rischio è che costoro danneggino la
delegazione palestinese e in particolare Ali. Hanno già inoltrato la
richiesta, direttamente alla Farnesina, di espellerlo dal territorio
nazionale italiano.

Come appartenenti ad ECO (Ebrei contro l’Occupazione) - movimento di
base che aderisce ad EJJP (European Jews for a Just Peace) desideriamo
manifestare ad Ali, di cui conosciamo da anni la pacata oggettività e
precisione, tutto il nostro sostegno e l’impegno a non permettere che
gli si impedisca di continuare nella sua opera di informazione sulla
realtà palestinese e sui suoi problemi.