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Da un’azione giusta ne è sorta una sbagliata

Publie le martedì 16 dicembre 2008 par Open-Publishing

Da un’azione giusta ne è sorta una sbagliata

di Mario Priarolo

Cara "Liberazione", è noto al "mondo", che il tuo direttore, Sansonetti, predilige e aiuta, da sempre, l’ipotesi di chi vuole dare corso ad un soggetto politico di nuova sinistra non comunista (a proposito, non ho un gran bel ricordo di una "Nuova Sinistra Unita" di alcuni decenni fa). E, comunque, è noto al "mondo", che Lui lavora, costantemente, sul nostro giornale e fuori, per questa ipotesi.

Tutto sommato, mi va anche bene. Un’ipotesi diversa dalla mia stimola, produce riflessione. Gente come me, si interroga continuamente e, continuamente mette in discussione le proprie convinzioni. Io sono per le discussioni. Ma discussioni leali, dove i contendenti discutono su quello che dicono, senza retro pensieri. Se dico pane non mi si può rispondere pietra, per capirci.

E, molto spesso, Sansonetti, usa questo sistema. Perché il suo obiettivo è la nuova sinistra, non fare chiarezza. Lui è partigiano. Non comunista. E mi piacerebbe, col dialogo non col fucile, dimostrargli la bontà del nostro comunismo in rifondazione. Per rimanere in tema di chiarezza, non solo la rivista "Il Manifesto", ma anche Democrazia proletaria (anch’essa oggi facente parte dell’eredità di Rifondazione comunista), partito nel quale militava anche Paolo Ferrero, all’epoca, prendeva posizione inequivocabile contro l’Unione Sovietica.

Non c’è dubbio, però, che ha ragione Oggionni, da un’azione giusta (l’abbattimento del muro di Berlino), ne è sorta una sbagliata: il sistema capitalista si legittimava e diventava un sistema democratico. Per questo ha ragione ancora Oggionni: mettere quel muro sulla copertina della tessera dei Giovani comunisti, oggi, non è solo ricordare un evento di liberazione di popoli oppressi da un sistema che aveva tradito il comunismo e Carlo Marx, ma vuol dire, anche, che Carlo Marx ha sbagliato e che stanno sbagliando tutti quelli che, oggi, vogliono proseguire nella battaglia anticapitalista e rifondandosi politicamente far vincere la democrazia.

Democrazia che è comunismo. Io di anni ne ho sette in più del tuo direttore, cara "Liberazione", nel ’69 ero dalla parte degli operai che lottavano per incontrarsi col movimento degli studenti. Ero comunista e continuo ad esserlo, perché la ricerca della democrazia, cioè il Comunismo, per me, non è ancora finita. Un’ultima cosa: alle Giovani comuniste e ai Giovani comunisti che contestano quella tessera voglio segnalare che possono prendere la tessera del Prc dei cosiddetti adulti.