Home > Dal Cpn al Brancaccio, si ricomincia dal PRC
Dal Cpn al Brancaccio, si ricomincia dal PRC
di Marco Sferini
Rifondazione Comunista ha la sua Segreteria nazionale. Dopo il Congresso di Chianciano, i tentativi del Segretario nazionale Paolo Ferrero di ricomporre l’unità del Partito e di dare avvio ad una "gestione unitaria" del medesimo sono franati innanzi all’ennesimo "no" di Nichi Vendola e della sua area politico-culturale. La nuova Segreteria nazionale è composta da sei compagni: tre donne e tre uomini più il Segretario. La cronaca dell’elezione la potete leggere nel comunicato ufficiale del Partito che riportiamo di seguito. Vogliamo esprimere il più sincero "buon lavoro" a tutte le compagne e i compagni che sono entrati a far parte della Segreteria nazionale e della Direzione nazionale. In special modo il nostro augurio va ai compagni di Essere comunisti: Claudio Grassi, neo responsabile nazionale Organizzazione e Maria Campese, neo responsabile nazionale Ambiente, beni comuni, urbanistica e agricoltura.
E per la Direzione nazionale "buon lavoro" a Bianca Bracci Torsi, ad Alberto Burgio, a Mimmo Caporusso, a Mauro Cimaschi, ad Aurelio Crippa, a Simone Oggionni, a Bruno Steri e a Valentina Steri. Le sfide che attendono Rifondazione Comunista si fanno ogni giorno più impegnative: le questioni sociali sono sotto gli occhi di tutti e ogni giorno ne trattiamo qui sul nostro sito. Ai gravi problemi economici e di sopravvivenza dei ceti più disagiati, si aggiungono le diatribe della politica che cerca, dall’alto di Palazzo Chigi, di espungere i comunisti anche dal Parlamento europeo, di duopartitizzare l’agone del confronto, di eliminare qualunque voce di minoranza o che si vorrebbe poter dichiarare tale.
Per questo l’impegno delle compagne e dei compagni nelle più alte istanze del Partito è lavoro che va sorretto da tutti noi per ricostruire quella comunità solidale e sociale che è Rifondazione Comunista, allontanando gli spettri o le minacce di scissioni e lasciandole a chi si è rifiutato di compartecipare alle responsabilità di gestione del Partito.
In una fase di espansione delle coercizioni e di restrizione degli spazi di agibilità democratica, sarebbe servito l’apporto dirigente di tutto il Partito. Siamo però sicuri che, in quanto persone di sinistra, in quanto comunisti, ad ogni livello dovremo garantire quella compattezza che si deve ottenere quando c’è un’emergenza da affrontare, quando ci si trova davanti ad un momento di ricostruzione del consenso che, da decenni e decenni, non era mai stato così basso per la sinistra e per i soggetti politici che la rappresentano.
Rilanciare Rifondazione Comunista ripartendo dall’opposizione è stata la parola d’ordine con cui oltre 1.500 compagne e compagni si sono ritrovati a Roma al Teatro Brancaccio: la partecipazione propedeutica alle lotte per il salario, per l’ambiente, per la laicità e i diritti civili, per ridare spessore alle lotte No Tav e No Dal Molin, per il diritto alla salute, alla casa, per ostacolare la destrutturazione delle residualità dello Stato sociale.
Ricominciamo, dunque. E lo facciamo da una imprescindibile necessità di opposizione sociale, politica che ognuno di noi deve impegnarsi a praticare per riconsegnare il Paese all’aderenza ai principi della Costituzione, togliendolo dalle mani degli affaristi, dei piazzisti, degli ex o meno appartenenti alla P2, delle leghe xenofobe e dei falsi liberali di giornata.
Si ricomincia, si ricomincia da sinistra, da Rifondazione Comunista.