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Dall’editto bulgaro al linciaggio riformista
Publie le martedì 9 ottobre 2007 par Open-Publishing1 commento
Il linciaggio di AnnoZero che osa occuparsi del “caso” De Magistris, facendo parlare i nudi e sconcertanti fatti, di per sé non potrebbe stupire più di tanto, come le reazioni del cosiddetto ministro della giustizia che preferisce non partecipare, manda il povero sottosegretario Scotti il quale parla a lungo senza dire niente di concludente e poco di credibile, poi convoca immediatamente una conferenza stampa, sventolando come un’arma contundente l’ultimo Espresso, reo di essersi ancora occupato dello stato miserevole della giustizia.
Gli argomenti di un ministro della giustizia che è competente dell’oggetto del suo ministero meno di quanto lo sarebbe la mitica casalinga di Voghera, perché al di là e oltre l’uso disinvolto degli aerei di Stato, delle “agevolazioni” sulle case, sulle consulenze ministeriali “per merito” al figlio, è questo il primo e più sostanziale elemento di scandalo, sono in sintonia con il personaggio, da rotocalco locale.
Parla ovviamente “da segretario di partito” e d’altronde deve essere in forza di quella carica più che del suo mandato parlamentare che ha preferito registrare Porta a porta piuttosto che essere in Senato quando si è votato sul caso Visco e la maggioranza ha resistito per un voto, quello della senatrice a vita Montalcini.
Si ritiene “vittima” di una permanente “gogna mediatica”, “capro espiatorio dell’antipolitica” e chiede di conseguenza “una tutela adeguata”, ma prima addita i nemici per nome e cognome: Marco Travaglio che “passa la giornata più a scrivere che a pensare, quanto guadagna? E quanti ragazzi vorrebbero entrare nei giornali e trovano gli spazi ostruiti da lui?”; Beatrice Borromeo “Una velinista, io mi occupo degli italiani che non hanno isole sul lago né cognomi nobiliari”; l’Espresso: “pagherà qualche miliardo. Se ho torto mi dimetto da deputato, sennò si dimetta il giornalista Riccardo Bocca; Ballarò: “faccia vedere i voli di Stato Di Pietro”; AnnoZero: “un linciaggio permanente contro di me dal giornalista, al vignettista, al rubrichista; La Rai: “Se questo è il servizio pubblico, viva Emilio Fede”. Coerentemente e graniticamente Clemente Mastella che si è sempre battuto contro ogni regolamentazione del conflitto di interessi ed ostacola persino la legge Gentiloni perché impone un tetto “iniquo” per Mediaset, annuncia che se “le regole non vengono ristabilite, l’Udeur presenterà una mozione di sfiducia del CDA in Senato”, dove i numeri sono noti, aggiunge molto enigmatico.
Intanto per mercoledì Santoro è convocato in commissione di vigilanza e sul fronte della richiesta di trasferimento d’ufficio di De Magistris, il ministero della giustizia ha depositato in extremis, venerdì, davanti al CSMuna ulteriore voluminosa relazione basata sugli atti delle inchieste “Poseidone” (revocata da Lombardi a De Magistris e riguardante anche il figlio di Lombardi) e “Why not”, in cui compare anche Romano Prodi.
Questo significa che con una mossa a sorpresa il ministro della giustizia ha comunque ottenuto di far slittare i tempi della decisione del CSM, con il risultato concreto di tenere ancora a lungo De Magistris sotto scacco e di poterlo attaccare in modo virulento come sta avvenendo, ogniqualvolta pronunci una sola parola, pur senza mai entrare nel merito delle indagini, né del procedimento in corso, denunciando il suo sconfinamento e rimproverandolo di non difendersi nelle sedi adeguate.
Anche se sono un ulteriore motivo di scoraggiamento, di presa di distanza ragionata da questa politica che si sta autodissolvendo, e un altro ottimo motivo per starsenea casa o offrire un caffè ad un amico piuttosto che partecipare alle sedicenti primarie del 14 ottobre, non possono stupire più di tanto nemmeno le reazioni “politiche”.
Purtroppo spicca quella del presidente del Consiglio che pur non avendo visto la trasmissione ha ritenuto opportuno, ai limiti del ridicolo, giudicarla “né seria, né professionale, né appropriata”, e a seguire i due maggiori contendenti alle primarie: Veltroni se ne è fatto un’idea dai titoli dei giornali e naturalmente censura i giudici in TV; Rosy Bindi, solitamente più accorta, pur non avendola vista ha ritenuto di dover esprimere solidarietà a Mastella e Prodi.
Era così necessario per tenersi buono il Mastella Furente fare dichiarazioni tanto stupide, inopportune e gravi, ancor più se provengono da un presidente del Consiglio?
C’è anche chi, guarda caso uno che al di là dei giudizi sul merito dei suoi interventi, non appartiene alla casta e ha competenze e stile extra-partitico, ha risposto in modo un po’ diverso.
Tommaso Padoa Schioppa a ½ Ora ha risposto, ad una domanda più generale sul caso Petroni e poi ad una scontata su AnnoZero, che non ci dovrebbe essere la figura del ministro azionista ma sarebbe molto meglio una Fondazione e che “il ministro non si deve esprimere sulla qualità di una trasmissione, tanto più se non l’ ha vista”. Appunto.
Ma quello che è più sconcertante e segno veramente di tempi un po’ “barbari” per usare un aggettivo caro e leggermente abusato da due grandi giornalisti, anzi uno grandissimo, del nostro panorama nazionale, mi riferisco a Giuseppe D’Avanzo ed Eugenio Scalfari, è che le loro stroncature della trasmissione, e quello che è molto più grave, i loro attacchi a due magistrati da anni quanto meno “invisi” in ragione delle loro inchieste (Luigi De Magistris) e dei loro provvedimenti (Clementina Forleo) al ceto politico, sembrano un pendant alle inavvedute dichiarazioni dei vari Prodi, Veltroni, Bindi, Turco, Gentiloni ecc…
Chiediamo: Ma è positivo che un grande giornale come Repubblica per quanto schierato si identifichi con una parte politica e con un Governo,a cui si possono riservare anche apprezzamenti sul fronte del risanamento finanziario e della lotta all’evasione fiscale, fino al punto di ignorare i fatti e le notizie che sono state portate finalmente all’attenzione dei telespettatori? Dalla intercettazione agghiacciante dell’ex presidente Chiaravallotti che dice tra l’altro “….questo ha dato fastidio a un sacco di gente….lo dobbiamo ammazzare….se dio vuole le cose andranno come devono andare….quando esploderà la reazione sarà adeguata…”; al reportage dell’inviato del Corriere, Carlo Vulpio che ha correttamente ricostruito la progressione degli eventi e che cosa è avvenuto nei tre anni di inchieste che guarda caso hanno conciso con 3 anni di ispezioni senza soluzione di continuità su De Magistris; alla testimonianza molto chiara e coerente dell’imprenditrice della compagnia delle opere a proposito del faccendiere Saladino, quello che conversa spesso con Mastella e che impone strani contratti estrani consulenti accompagnati, guarda caso da personaggi che gravitano nelle istituzioni….
Ma che cosa hanno visto D’Avanzo e Scalfari? Forse gli stessi resoconti che ha ricevuto Prodi.
http://www.democrazialegalita.it/daniela/Daniela_casoSantoro_annozero_mastella=07ottobre2007.htm
Messaggi
1. Dall’editto bulgaro al linciaggio riformista, 10 ottobre 2007, 11:12
Eh, si.
Mastella che, come Castelli, chiede la testa dei pochissimi magistrati ( gli altri fanno pienamente parte della "casta") che indagano sulle malefatte del potere.
E Prodi che, come Berlusconi, chiede la testa dei pochissimi giornalisti come Santoro che informano su tutto ciò.
Sembra veramente di stare su "Scherzi a parte" ....
R.