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Dalla Lodi super prestiti ai Berlusconi

Publie le venerdì 30 dicembre 2005 par Open-Publishing
4 commenti

15 milioni a Forza Italia, 10 miliardi di lire alla società Medusa, 5 milioni di euro al Milan

Gli inquirenti verificano i flussi finanziari che legano la Bpi con Arcore

Dalla Lodi super prestiti ai Berlusconi

Al fratello del premier 30 milioni di euro

di MARCO MENSURATI E FERRUCCIO SANSA

MILANO - Una maxi multa di oltre cinquanta milioni di euro. Una pena patteggiata da Paolo Berlusconi nel processo per la discarica di Cerro. Una somma in buona parte pagata con denaro della Banca Popolare di Lodi, arrivati grazie a un fido di 30 milioni di euro.
La proposta protocollata con il numero 053141 viene avviata dalla sede milanese dell’istituto di credito. "Come è noto - si legge nel documento - il dottor Berlusconi ha in essere un procedimento giudiziario che andrà a definizione mediante patteggiamento per un importo complessivo di poco più di 50 milioni di euro. Di questa somma il richiedente è nella disponibilità di 20 milioni di euro e pertanto ci viene chiesta la parte residua necessaria". I funzionari della banca ritengono l’operazione priva di rischi, ma per ulteriore sicurezza aggiungono: "A maggior garanzia acquisiamo firma del dottor Silvio Berlusconi, il cui spessore patrimoniale è di indiscusso valore".

Un "grande fido", come viene definito dalla banca, per pagare una condanna. Niente di illecito, il tasso è del 7,25. E Paolo Berlusconi pochi mesi dopo restituisce il denaro. Con una piccola sorpresa, nell’ottobre dello stesso anno il fratello del Cavaliere chiede un altro fido: 10 milioni di euro "per generiche e momentanee esigenze di liquidità". Come garanzia questa volta Berlusconi junior presenta titoli per 3 milioni di euro (valore di carico di 6,9 milioni). Un fido come tanti altri se non fosse il valore e per il fatto che a tutt’oggi Paolo Berlusconi non avrebbe ancora restituito la somma ricevuta.

Due episodi, che sono però la prova più evidente che tra la famiglia Berlusconi e la banca di Lodi i contatti d’affari erano profondi. E duravano da anni. Un filo su cui gli inquirenti milanesi si sono imbattuti passando le intercettazioni telefoniche tra i "furbetti del quartierino": è la notte del 12 luglio quando Fiorani chiama Gnutti. È la notte del "bacio in fronte" di Fiorani al governatore Fazio, che ha appena messo la firma per l’Opa su Antonveneta. Al tavolo di un ristorante di Valeggio sul Mincio, Emilio Gnutti è seduto con il premier Berlusconi. Chiuso il telefono con il Governatore, Fiorani chiama Gnutti, gli racconta dell’ok tanto atteso, parla con il Cavaliere. Gnutti è un fiume in piena e rivela a Fiorani: "Ho sentito il Presidente commosso della cosa, gli ho detto che andremo avanti con Rcs e che ci deve dare una mano".

Un episodio che Berlusconi sostiene di non ricordare,
nonostante, come appare chiaro dai rapporti economici con Lodi, Fiorani non gli fosse sconosciuto.
Da qui gli investigatori stanno cercando di ricostruire tutti i flussi di denaro tra i Berlusconi e Lodi. E all’attenzione della Finanza è finito un altro movimento Lodi-Arcore di valore decisamente rilevante: 15 milioni di euro. Destinataria del prestito è Forza Italia. Nel 2002 il Presidente del Consiglio firma una fideiussione personale per far ottenere al movimento azzurro il prestito. Lo scopo? Permettere al cassiere Rocco Crimi di ripianare i debiti contratti durante la campagna elettorale con la Hdc del sondaggista Luigi Crespi. Anche in questo caso niente di illecito, ma l’episodio è un’ulteriore dimostrazione che tra Berlusconi e la banca di Lodi c’è un filo diretto.
La firma della garanzia avviene quando Gianfranco Boni - il braccio destro di Fiorani arrestato due settimane fa - si presenta direttamente a villa San Martino, nel verde di Arcore.

Ma esaminando i conti di Lodi i finanzieri si sono ritrovati davanti ad altri passaggi di denaro consistenti (e finora, a quanto pare, leciti): c’è Medusa prima di tutto. Nel 1999 la società di produzione e distribuzione cinematografica ottiene un fido da 10 miliardi di lire. Una normale operazione finanziaria; certo, Medusa ha alle spalle un gruppo molto solido, ma nella relazione della banca è evidenziato che la società "non ha ancora raggiunto una dimensione ottimale dei ricavi".
Infine c’è anche il Milan. E sono altri cinque milioni di euro, ricevuti con un fido su un conto utilizzato esclusivamente per le operazioni legate all’impianto di Milanello.

Flussi di denaro. Decine di milioni di euro. Ma i legami tra Lodi e il Biscione hanno radici ben più lontane. La Popolare di Lodi è l’istituto che nel 1991 ha incorporato la Banca Rasini (alla quale fa cenno anche il gip Clementina Forleo nei suoi provvedimenti), il crocevia dal quale sono passati buona parte dei primi soldi del Cavaliere e dove suo padre Luigi è stato per vent’anni l’uomo di fiducia della proprietà. Eppure quando nel 1998 gli uomini della Direzione Investigativa Antimafia bussarono alle porte della Bpl per ricostruire i movimenti sui conti delle holding che avrebbero fatto capo a Berlusconi si sentirono rispondere: "Quelle società non figurano tra i nostri clienti". Poi la sorpresa, un equivoco forse o un tocco di genio degli uomini della Lodi: la scheda delle società che controllano la Fininvest si trovava alla voce "Servizi di parrucchieri ed istituti di bellezza".

E ancora: c’è lo snodo Efibanca, la banca d’affari che negli anni Ottanta finanzia l’inizio dell’avventura televisiva del Cavaliere. L’istituto che ha avuto a lungo come consulente Cesare Previti. E che da Bnl pochi anni fa è passato - con tutta la sua documentazione e il suo passato - in altre mani. Di chi? Della Popolare di Lodi di Gianpiero Fiorani.

(30 dicembre 2005)

Messaggi

  • ramificazioni
    by Corriere del Ticino Friday

    Gli affari luganesi di Fiorani

    Inchiesta Antonveneta: le accuse a BIPIELLE Bank

    Si tratta delle operazioni finanziarie nelle quali, secondo gli inquirenti italiani che si occupano del caso Antonveneta, la BIPIELLE Bank (Suisse) con sede in via Nassa a Lugano avrebbe giocato un ruolo importante.

    Lo scandalo Antonveneta sta scuotendo il mondo economico italiano e qualche eco lo si avverte anche sulla piazza finanziaria luganese. Ad essere chiamata in causa è principalmente la BIPIELLE Bank di Lugano. Secondo gli inquirenti italiani l’istituto di credito di via Nassa avrebbe elargito parte dei finanziamenti usati da Gianpiero Fiorani, l’ex amministratore generale della Banca Popolare Italiana, per organizzare «scalate» a società e operazioni finanziarie da cui trarre profitti illeciti.

    29/12/2005

    • Sul rapporto Fazio-Tremonti credo che né io né voi conosciamo i patti segreti tra questi delinquenti.
      Se qualcuno crede di attaccarsi a questo o quel fatto per screditare solo la Cdl o solo i Ds, può attaccarsi al tram.
      Qui ci sono dentro tutti.
      Tremonti ha cominciato con un forte attacco a Fazio, ma, viene dall’area leghista e appena Fazio ha favorito le soperchierie di Eurocredinord, Tremonti si è zittito, salvo riemergere quando Fazio è stato abbandonato anche dallo IOR.
      Nemmeno la Chiesa ci fa una bella figura e rischia di resuscitare un carnaio peggio dello scandalo del Banco Ambrosiano.
      I voltafaccia di Fazio non lo nobilitano ma mi fanno vomitare come tutto il resto.
      Quando i magistrati che indagano su Unipol, Bnl e Banca di Lodi faranno i nomi ci saranno molte sorprese e scopriremo che le collusioni tra Cdl e Ds sono al di sopra di ogni immaginazione. Già il fatto che ci sia dentro il rettore della Bocconi... al momento trapelano i nomi di Bersani e Visco che, naturalmente, negano indignati
      Questi sono sempre o ’sereni’ o ’indignati’.
      Noi invece ’ci siamo rotti i coglioni’.
      Il mio giudizio su entrambi , Cdl, e DS, è pessimo.
      Se mi sento di sinistra è solo in senso umanitario, nella difesa dei più deboli, e dunque contro ogni neoliberismo e ogni sistema fiscale thatcheriano pro-ricchi, ma non perché ’fan’ di alcuno dei partiti italiani attuali.
      In quanto alla famosa etica del DS, essi si sono salvati da tangentopoli non grazie alle toghe ’rosse’, ma perché quando si prende uno di destra, confessa a fiume (vedi Fiorani), quando si interroga un cassiere DS, questo muore piuttosto che parlare. Se si sono trovate meno prove sui Ds è stato solo culo.
      Non penso affatto che i DS siano stati migliori degli altri, constato la totale contaminazione capitalista che li rende risibili come traditori della classe che dovrebbero rappresentare.
      Ma ognuno di loro è un traditore dei suoi programmi e di quello che ci è venuto a raccontare mentendo: la Lega, Berlusconi, AN, i DS, il Centro....
      Mi dispiace che né in Italia né "in Europa" ci sia un partito della sinistra forte e dignitoso ma non è colpa mia e questi reati mi creano solo un vuoto di riferimento politico.
      Non sono sola a soffrire di questo con profonda amarezza.
      Ma niente etica, niente voto.
      I voti si meritano, non si ereditano.
      E non c’è aureola religiosa, marxista, fascista, populista o democratica che regga di fronte a questo immondizia che è e resta immondizia, senza connotazione di partito.
      viviana

    • Cara Viviana hai ragione !! I DS o come c...zzo si chiamavano allora, si salvarono da tangentopoli solo perchè il mitico "compagno Greganti" non parlò neppure sotto tortura !!
      Dopo la scomparsa di Berlinguer (1984) la questione morale fu chiusa in un cassetto e le chiavi, dopo molti passaggi di custodia, furono alfin consegnate al "compagno" Consorte !!

      MaxVinella

    • Non credete sia l’ora di squarciare i veli di ipocrisia che da un polo all’altro si alzano in queste circostanze? Il giudizio non può cambiare in base a chi fa questi reati!
      Iniziamo con impedire a chi è stato condannato o è ancora imputato di rappresentarci nel prossimo parlamento.
      mimmo