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di Alessandra Daniele
La ragazza si precipitò dentro chiudendosi la porta alle spalle
– Sono dappertutto! – urlò. – Siamo circondati!
Gli altri tre cominciarono ad aiutarla a barricare la porta, già scossa da scariche di colpi furibondi, misti a disarticolati grugniti ululanti. Fuori, un migliaio di zombies a caccia di cibo. Soltanto una piccola compagine delle sconfinate, brulicanti schiere di morti viventi che s’erano impadronite del pianeta. A solo sei mesi dal primo contagio, tutto quello che restava dell’umanità non era che qualche sparuto gruppo di sopravvissuti. Assediato da milioni di zombies.
– Che facciamo?! – gridò ancora la ragazza, spingendo freneticamente una scrivania sconnessa contro la porta. Il vecchio la guardò.
– Io l’ho visto cominciare. – disse - C’è solo una cosa che li ferma. – Si indicò la fronte. – Un colpo in testa.
– Scusa compagno – disse l’uomo bruno. – Io capisco la tentazione al soggettivismo, ma accettare la logica dello scontro rischierebbe di radicalizzare ulteriormente il conflitto, e dati i rapporti di forza in atto sarebbe avventurismo controproducente.
– E oltretutto perderemmo completamente l’appoggio delle masse – disse l’uomo stempiato.
– Quali masse?…- chiese la ragazza con un filo di voce.
– Io sono per la non-violenza – aggiunse lo stempiato. – Non possiamo certo rischiare di ripetere i tragici errori del ‘900. Evitiamo i catastrofismi, le priorità sono ben altre.
– Ma di che cazzo state parlando?! – chiese il vecchio.
– Compagno, noi rispettiamo la tua esperienza, ma oggi risulta decontestualizzata. – disse il bruno. - Siamo in mezzo al guado e tocca fare un passo alla volta per creare l’alternativa. Capisco che questo potrebbe essere capziosamente interpretato come una sorta di immobilismo, ma…
Un colpo più forte alla porta scosse la pila di seggiole accatastate sulla scrivania, facendo sobbalzare tutti. L’uomo bruno deglutì, e riprese:
– …ma può anche essere un orizzonte politico accettabile, se sostanziato da pratiche condivise dalle masse.
– Quali masse?…- ripeté la ragazza, rauca
Scariche di colpi sempre più violenti cominciarono ad abbattersi anche sulle finestre inchiodate. Il coro di ululati ringhianti crebbe d’intensità.
– Occorre un cambiamento di paradigma. – disse l’uomo stempiato. – Potremmo interpretare in chiave metaforica il suggerimento del compagno…diversamente giovane: “colpirli” alla testa, attraverso una strategia comunicativa che li raggiunga al cervello, ma anche al cuore…
Un braccio semi scheletrico orlato da brandelli di carne decomposta riuscì a sfondare di colpo l’asse che bloccava una delle finestre, e artigliò l’uomo per il collo. In un attimo decine di altre braccia livide, a volte ridotte a moncherini putrescenti, sbucarono dalla finestra ormai scardinata, e lo trascinarono fuori urlante. Poi gli zombies cominciarono a entrare.
La ragazza afferrò un bastone. Il vecchio rovesciò un materasso, ed estrasse da sotto un fucile.
– Compagni, non accettiamo provocazioni! – disse il bruno. Un paio di non morti gli addentarono il braccio sinistro, staccandoglielo a morsi. Il suo sangue zampillò con violenza dall’arteria recisa, tingendo di rosso anche l’aria.
La fragile barricata davanti alla porta cedette di schianto.
La stanza si riempì di zombies.
Fra le grida e gli ululati, risuonarono un paio di colpi di fucile.
Poi il rumore delle mascelle prevalse su tutto.
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