Home > Delenda Irlanda
Riporto una mail giunta a Masada. Leggendo i commenti al no irlandese su bellaciao o su Aprileonline, ho l’impressione che sugli interessi dell’UE nolti si siano fatti delle pippe mentali o che l’infiltrazione del neoliberismo a sinistra abbia prodotto più danni ideologici del desiderabile. Addirittura qualcuno è arrivato a scrivere che il no irlandese è dovuto al carattere "cristiano" di questo paese. Come se le Bolkestein, per dirne una, fosse una cosa altamente desiderabile o come se la sinistra europea contasse oggi un po’ meno di niente o si fossero viste mai delle leggi europee a favore del lavoro o del welfare. Insomma tutto questo fervore a favore dell’Ue da parte di persone che si dicono di sinistra mi suona molto sospetto, prova ulteriore del disfacimenti ideologico di una parte sociale che ha perduto da tempo la bussola di ciò che è e di ciò che vuole.
In quanto poi ai valori democratici, se una democrazia si misura anche sull’informazione corretta che riesce a dare ai cittadini, la misura della decadenza italiana è enorme anche sulla disinformazione costante dei nostri media, servi di gruppi capitalisti che decentrano l’attenzione su falsi obiettivi e funzionano come megafoni di un potere turpe e vizioso a destra come a sinistra. E che l’Italia sia serva del potere è misurabile anche nella disinformazione voluta attorno all’Europa. Per il No irlandese non c ’è stato un solo articolo decente che spiegasse le ragioni dell’Irlanda, solo preconcetti e false mitologie. Siamo arrivato al punto che se qualcuno si oppone ai banchieri e alle grandi corporazioni europee viene demonizzato a prescindere. Ma che organismi capitalisti siano emonizzati da chi si dice di sx è orribile. Ed è ben noto che la nostra televisione si guarda bene dal tenerci aggiornati su Bruxelles e Straburgo, come fossimo marginali all’Unione e non membri a pieno diritto. Dai nostri eurodeputati (D’Alema in testa) non è venuto l’impulso a un solo emendamento utile alle classi operaie o ai consumatori o ai cittadini ed è noto che D’Alema a Strasburgo si annoiava come quegli incompetenti della Lega. Persino quando più fervevano le lotte contro la Bolkenstein, e la CGIl era in primo piano per rifiutare il turpe appiattimento che si tentava a diritti e salari, la sx ufficiale e i suoi media tacevano e non informavano. Ma poi di quale democrazia dovremmo farci capipolo noi che un referendum non lo abbiamo mai fatto né sulla Costituzione né sul Trattato di Lisbona che sostanzialmente la ripropone al 95% con gli stessi abusi e le stesse priorità del capitale?
Viviana
Delenda Irlanda ovvero Le regole democratiche
Sembra che le regole democratiche siano valide solo quando a vincere siano i capitalisti o i partiti che li sostengono.
Dopo la vittoria del No contro il Trattato di Lisbona in Irlanda, c’é stata una effusione di teorici e politici da tutti i lati, per dimostrare che il risultato non era valido e comunque non poteva avere conseguenze. Scusate, ma perché non lo avete detto prima che il referendum era inutile tanto non se ne sarebbe tenuto conto, potrebbe chiedere uno stupito cittadino irlandese.
Addirittura la Repubblica titolava: "L’ira di Napolitano". Il quale dovrebbe mettersi d’accordo con se stesso, perché prima afferma che "le piazze non sono il sale della democrazia"(e su questo bisogna dargli atto che quando fu ministro dell’Interno nel 2000 ordinó la repressione dei dimostranti a Piazza del Gesú a Napoli, aprendo la strada a quelli che gli succederanno per Genova l’anno dopo); quando peró non sono le piazze a pronunciarsi ma sono le urne, allora il loro responso non puó avere conseguenze, e se gli Irlandesi non sono d’accordo col Trattato allora possono anche uscire. Cioé, come si permettono di disubbidere?
Con la stessa arroganza padronale Berlusconi vorrebbe ignorare il referendum sul nucleare che si tenne in Italia.
Sarkozy dal canto suo minimizza e considera benevolmente il risultato come "un incidente". Basta solo che stiano attenti la prossima volta e non succederá piú. Del resto é semplice: basta promettere durante la campagna elettorale che si terrá il referendum sul Trattato, ma poi una volta al governo cambiare opinione, come ha fatto lui. Il capo del Partito laburista dell’Olanda aveva preso l’ impegno prima delle elezioni di indire un referendum su Trattato, solo che dopo ha cambiato opinione, o ha dovuto ubbidire ai padroni delle banche che si sa che non scherzano.
Agli Irlandesi gliene stanno dicendo di tutti i colori: che hanno ubbidito al diktat degli USA, che vogliono sabotare l’UE. (Ma quando a sabotare la UE é la Gran Bretagna, nessuno si permette di interloquire. La GB come la Danimarca ha uno statuto speciale: non sono sottomesse all’Euro peró partecipano alle decisioni in merito; la GB é addirittura titolare di gran parte delle azioni della Banca centrale europea, peró non é sottomessa all’Euro e puó gestire la propria moneta). Il papa avrebbe anche lui influenzato la decisione di votare No perché il Trattato permetterebbe l’aborto e i matrimoni gay: per cui, facile equazione: gli Irlandesi sono cattolici, dunque hanno seguito le direttive del papa. Ma il papa dice pure che non bisogna scopare nei weekend…
Ma oltre al papa, agli americani, agli antieuropeisti per principio, ci sarebbe da prendere in considerazione anche la polazione che ha votato No e che forse aveva i suoi motivi.
Il professor Harry Browne nel numero di questa settimana di SinPermiso (www.sinpermiso.info) scrive tra l’altro:
"Il problema del Trattato é che risultava fin troppo facile per i votanti collegare le presenti disgrazie economiche dell’Irlanda con la sua posizione in Europa. Nella misura in cui cresceva la disoccupazione l’attenzione si rivolgeva agli immigrati dell’Europa dell’Est che lavorano qui; allorquando i prezzi delle case esplodono, il presidente della BCE suggerisce un prossimo aumento dei tassi di interesse; allorquando i contadini si preoccupano del loro futuro, la UE fa accordi con la Organizzazione Mondiale del Commercio per consentire l’importazione di manzo sudamericano per i mercati europei; proprio quando i pescatori, disperati a causa del prezzo del combustibile, organizzano blocchi nei porti chiave, vedono le loro condizioni aggravarsi ancor piú a causa delle quote di pesce pescato imposte dalla UE, che li obbligano a disfarsi di tonnellate di pesce."
Ancora il prof Browne mostra che: "La vittoria del No, oltre ad aver avuto una partecipazione senza precedenti é stata dovuta, é dovuta al voto delle aree povere di Dublino, Cork, Limerick e altre cittá, e con grande margine favorevole al No al voto delle regioni rurali piú povere dell’Est dell’Isola e alla frontiera con il NordIrlanda. Le comunitá di pescatori hanno votato massivamente No. L’ex primo ministro Garret FizGerald ha descritto il risultato attuale della votazione come quello che ha espresso la maggiore contrapposizione di classe di tutta la storia dell’Irlanda."
Se ognuno lotta per i propri interessi, ebbene il Trattato era nell’interesse delle grandi banche e del grande capitale, il No é nell’interesse dei lavoratori.
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da masadaweb.org