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Difendiamo il TFR! NO ai fondi pensione!

Publie le lunedì 20 giugno 2005 par Open-Publishing

Difendiamo il TFR!
NO ai fondi pensione!

Si è concluso con un altro rinvio l’incontro del 9 giugno sulla
previdenza complementare tra governo, Cgil-Cisl-Uil-Ugl, Confindustria,
Concommercio, Confapi.

Il testo del decreto attuativo sul trasferimento del TFR nei fondi
pensione sarà varato in settembre, se non addirittura in coincidenza con
la scadenza della delega (6 ottobre 2005).

Il meccanismo del silenzio/assenso partirà dal 1° gennaio 2006; da
allora i lavoratori, se non vorranno vedere il proprio TFR confluire in
un fondo pensione, avranno 6 mesi di tempo per dichiarare all’azienda e
all’INPS la volontà di mantenere il TFR.

In realtà i continui rinvii del decreto attuativo sono il frutto di:

Ø La torta del TFR dei lavoratori fa gola a tanti, si tratta di 14
miliardi annui e non si sono ancora accordati su come spartirseli.
Nell’ultimo incontro le divergenze tra associazioni padronali e
Cgil-Cisl-Uil-Ugl da una parte e il governo dall’altra, sono rimaste
invariate. Le prime premono perchè il decreto privilegi i fondi pensione
chiusi da loro cogestiti, mentre il governo sponsorizza le assicurazioni
private in cui Berlusconi e i suoi sodali hanno corposi interessi.

Ricordiamo che Ggil-Cisl-Uil si sono messi insieme a
Confindustria-Confcommercio-Confservizi costiuendo l’Assofondipensione,
una lobby cge associa 18 fondi pensione, con 4 milidiardi di capitala
per gestirsi i Fondi derivati dallo scippo del nostro TFR: presidente
ne è Alberto Bombassi della Confindustria e vicepresidente Morena
Piccinini segretaria confederale della Cgil !!!.

Ø E’ sempre più diffusa la sfiducia dei lavoratori verso i Fondi
Pensioni, che altro non sono che i soliti investimenti speculativi sul
mercato. La controinformazione dei Cobas è intensissima da mesi.
Assemblee cittadine si stanno tenendo in tutta Italia con la promozione
di Comitati unitari tra il sindacalismo di base le forze sociali e
politiche sensibili a questa fregatura in arrivo sui lavoratori.

La nostra campagna ha evidentemente dato i suoi frutti, se lo stesso
ministro Maroni ha dovuto ammettere di dover ricorrere a una "intensa
campagna di comunicazione istituzionale" da ottobre a dicembre per
convincere i lavoratori ad aderire ai fondi.

Perché sacrificare il nostro TFR a una pensione integrativa di cui
nessuno può stabilire l’entità, che dipende dall’andamento degli
investimenti sui mercati finanziari, che oggi possono andar bene e
domani avere conseguenze catastrofiche?

E’ dei primi di maggio negli USA il più grande fallimento della storia
dei fondi pensione: l’United Airlines ha lasciato un "buco" di miliardi
di dollari con migliaia di dipendenti truffati che verrano risarciti
solo al 50% dallo stato; nè si dimentica il fallimento di Enron,
Bethlehem Steel, Us Airways, Alaslka Carpenter Fund (aveva investito in
Parmalat !) e in Italia della Comit. E comunque anche il vanto di
Cgil-Cisl-uil che nell’ultimo anno alcuni Fondi hanno reso più del Tfr è
solo uno specchietto per i merli, solo gli investimenti appunto a
rischio, come quelli di cui sopra, possono rendere... o crollare. Per
gli altri Fondi la media si fa nell’arco degli anni e questa ci dice che
dal 2000 al 2003 il Tfr ha reso il 14,198% rispetto ai 5,155 dei Fondi.

Comunque non è il discorso su investimenti e rendimenti di mercato a
interessarci. La posta è più alta :

dietro la manovra dei Fondi pensione sta tutta la strategia di
distruzione della pensione pubblica. Investire nei fondi pensione
significa negare l’universalità del diritto ad una pensione pubblica
dignitosa, cancellare ogni patto solidaristico, diffondere l’egoismo e
la competitività tra i lavoratori.

I Cobas persistono nel costruire un movimento di massa per la difesa del
TFR e far saltare la truffa del silenzio /assenso, con l’obiettivo di :

RIAPRIRE LA PARTITA GENERALE SULLA PENSIONE PUBBLICA
contro la "riforma" non solo di Berlusconi, ma contro quella di Dini che
già nel 1995 ha dato il primo grosso strappo. Questo vuol dire:
ritornare al sistema retributivo e garantire la copertura ai lavoratori
precari per i periodi di non lavoro.

BOICOTTIAMOLI!

CONFEDERAZIONE COBAS

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