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Dimissioni inglesi e vacanze italiane
Publie le martedì 2 giugno 2009 par Open-Publishing3 commenti
In Gran Bretagna il ministro degli Interni Jacqui Smith si dimette perché il coniuge ha chiesto all’Amministrazione inglese il rimborso per l’acquisto online di due filmini porno. Valore commerciale: 67 sterline, poco meno di 70 euro. Così funziona la politica, dalle parti di Westminster. In Italia può accadere invece che il presidente del Consiglio utilizzi allegramente i voli di Stato come taxi, imbarcando amici, cantanti, registi, veline e meteorine, per allietare le feste comandate e i weekend liberi nelle sue ville private. Insomma, i soliti nani e le solite ballerine, assoldati per il piacere del capo, come si faceva ai tempi della Prima Repubblica.
Ma stavolta c’è una differenza, nient’affatto trascurabile: nella Terza Repubblica berlusconiana il viaggio di piacere di queste simpatiche comitive di guitti e cortigiane, nel "Villaggio Vacanze" di Villa Certosa, lo paghiamo noi contribuenti.
E non si tratta di 70 euro, come i filmetti del ministro di Sua Maestà. Qui si parla di centinaia di migliaia di euro. E nessuno si lamenta. L’opposizione strepita, e presenta in Parlamento le interrogazioni e le interpellanze di rito. Le associazioni dei consumatori strillano, e presentano i loro bravi esposti alla magistratura. La Procura di Roma indaga, si fa per dire, e apre il solito, doveroso e innocuo fascicolo intitolato "atti relativi". Tanto per mettersi a posto con la coscienza.
Ma per il resto, gli italiani osservano e tacciono. Anzi, invitano il Cavaliere a "resistere", ad "andare avanti". Sì, presidente Berlusconi, continui pure ad organizzare i suoi sontuosi ricevimenti sardi e a scarrozzare i suoi graditi ospiti tra vulcani finti e giardini di cactus. Alle spese di trasporto pensiamo noi cittadini, con un po’ della nostra Irpef.
Mettiamo pure da parte per un attimo il "Casoria-gate", e tutto quello che si porta dietro in termini di corto-circuito tra pubblico e privato: le reiterate menzogne, le false ricostruzioni le palesi contraddizioni del premier. Ma non basta anche solo la vicenda dei voli di Stato trasformati in charter personali, a far gridare allo scandalo? Il governo Prodi aveva ridotto al minimo la possibilità di utilizzo degli aerei della Presidenza del Consiglio, per ospitare a bordo privati estranei alle delegazioni istituzionali. Il governo Berlusconi ha cambiato anche questi regolamenti, allargando al massimo la discrezionalità politica nella scelta dei "viaggiatori" da imbarcare. E’ inutile illudersi: il giudice ordinario non condannerà mai Berlusconi per peculato, come pretende Di Pietro. Ma la Corte dei conti avrebbe ampi margini per condannarlo per "danno erariale".
Solo nel Belpaese si può accettare il passaggio disinvolto dalle "leggi ad personam" alle "leggi ad vacanzam".
Messaggi
1. Dimissioni inglesi e vacanze italiane, 3 giugno 2009, 19:03
Non è che ci volevano i voli di stato ad Apicella & co. per capire che Berlusconi ha un completo sprezzzo per le norme, le regole, la costituzione ed, in ultima analisi, lo Stato ed i suoi cittadini. Basta Lui che lo ripete ovunque, in qualunque conferenza stampa che odia le tasse, i giudici, le leggi la Costituzione, i comunisti, coloro che non la pensano come lui ecc. Ogni suo discorso è un inno all’odio per chiunque non gli faccia fare come gli viene l’uzzolo di fare.Si è circondato di yes-man che per paura o convenienza sono d’accordo" a prescindere" e per questo ritiene che chiunque non possa che dire di sì. Mi stupisce chi si stupisce della vicenda dei voli di stato per i piaceri del
papi!michele
1. Dimissioni inglesi e vacanze italiane, 3 giugno 2009, 20:09
Travolto dallo scandalo di aver usato il denaro pubblico per scopi non congrui, un ministro si è dimesso. Si tratta di una somma irrisoria, più o meno dodici euro, ma quello che conta è il principio, non la quantità. Gli elettori meritano il massimo rispetto e chi sbaglia, soprattutto quando sta in alto, paga.
Così, a Londra, Jaqui Smith, la prima donna a diventare ministro degli interni nel Regno Unito; deputato da dodici anni, considerata erede (per l’importanza del ruolo) di Margaret Thatcher e Margaret Beckett, davanti un radioso avvenire, ha rassegnato le sue dimissioni.
Non erano voli di Stato per trasportare ballerine di flamenco, né menestrelli che tengono alto il morale; il suo errore sono stati due stupidi film porno, affittati per dieci sterline dal marito e messi in conto agli inglesi.
Scusate: ma è chiaro? A me sembra una lezione che vale mille volte più degli editoriali che hanno riempito i giornali stranieri in questi giorni. Ah, questi inglesi!
Cinzia Sasso - WWWomen
2. Dimissioni inglesi e vacanze italiane, 5 giugno 2009, 15:39
Il Times di Londra dopo le dichiarazioni di Berlusconi, che in tv
ha accusarto Murdoch di essere un "mandante" degli articoli
Tanta cronaca e un po’ di ironia,
la stampa inglese risponde a Silvio
Gli articoli di Guardian, Independent, Financial Times, Economist
di ENRICO FRANCESCHINI
LONDRA - Una risposta "all’inglese": senza scomporsi, senza agitarsi, di fatto senza nemmeno rispondere, limitandosi a riferire i fatti. Questa, almeno per il momento, la reazione del Times di Londra alle dichiarazioni di Silvio Berlusconi, che in ripetute interviste televisive ha detto ieri che le pesanti critiche a lui rivolte dal quotidiano londinese hanno un "mandante" nella persona di Rupert Murdoch, il grande magnate dei media, proprietario del Times e di molti altri giornali e tivù in mezzo mondo. La ragione, per Berlusconi, sarebbe la decisione del suo governo di alzare l’Iva per Sky Italia, la rete tivù via cavo di proprietà di Murdoch. In pratica è l’accusa al Times di averlo messo nel mirino per una vendetta di carattere economico e non per una decisione giornalistica. Un’accusa gravissima, nei confronti di una testata di grande prestigio.
Ed ecco come reagisce stamani il Times. Nessun editoriale, nessun corsivo o commento sulla vicenda. Ma una pagina intera dedicata alla vicenda Berlusconi. Con due articoli. Il primo, del corrispondente da Roma Richard Owen, è intitolato "Berlusconi lancia attacchi al Times per gli articoli sulla sua amicizia con una modella". L’articolo si limita a riferire la polemica, citando come motivo principale dell’irritazione del premier italiano un editoriale non firmato dal titolo "Cade la maschera del clown", in cui Berlusconi veniva definito un "pagliaccio"; e un altro della columnist Mary Beard, docente di letteratura classica alla Cambridge University, che - sulla base della sua esperienza di studiosa di Roma antica - paragonava Berlusconi all’imperatore Tiberio. Owen osserva poi che i problemi di Berlusconi sono aumentati con l’inchiesta aperta dalla magistratura romana su un possibile abuso di ufficio per l’uso dell’aereo di stato da parte di ospiti invitati nella sua villa in Sardegna. L’articolo si conclude informando che un gruppo di italiani, guidati dall’avvocato Gianmario Battaglia, ha cominciato a raccogliere firme per nominare Berlusconi come candidato al premio Nobel per la pace, in virtù del suo ruolo nel risolvere il conflitto tra la Russia e la Georgia l’estate scorsa. "Pensiamo che questo sia un buon momento", per presentare le firme, dice l’avvocato al Times. Se le sue parole siano riportate "tongue in cheek", come si dice in inglese, ovvero con intento umoristico, viene lasciato all’interpretazione del lettore.
Un secondo articolo, sempre sul Times, di Lucy Bannerman da Milano, riferisce indiscrezioni apparse su media italiani secondo cui un’ex modella che posava nuda, Sabine Began, sarebbe stata la "Regina Madre" nel gruppo delle "pretty girls" invitate ai party di Berlusconi. La Began, che avrebbe il tatuaggio di una farfalla, "un simbolo collegato a Berlusconi", scrive la reporter inglese, sarebbe stata "il legame cruciale dei party a Villa Certosa" e aggiunge che le fotografie sequestrate dalla polizia italiana lo scorso week-end mostrerebbero una donna che le assomiglia mentre sta arrivando alla villa del premier. Parlando con il Times, un’altra invitata alle feste in Sardegna, l’ex-showgirl e presentatrice televisiva Elisa Alloro, dice che essere invitate a Villa Certosa "è ogni volta un previlegio". Lei dice di esserci stata "più di due volte", affermando che invece Noemi Letizia ci andò "per la prima e unica volta" all’ultimo Capodanno. "Penso che si sia fatta prendere dall’eccitazione" di essere lì", osserva la Alloro.
Anche il quotidiano Guardian (che è di centro-sinistra mentre il Times è più conservatore) dedica ampio spazio al caso Berlusconi, con un breve articolo intitolato "Berlusconi contro Murdoch, la disputa sulle tasse diventa pubblica", e uno a tutta pagina, del corrispondente da Roma John Hooper, sul possibile abuso di ufficio per gli ospiti del premier sui voli di stato, che mettono il leader italiano "ulteriormente nei guai". L’articolo è illustrato da una foto di Berlusconi che canta insieme a Mario Apicella nella sua villa in Sardegna. Anche il Guardian parla della presenza a bordo di "una donna non identificata in occhiali scuri". Il giornale riporta la giustificazione del premier, secondo cui una legge consente di ospitare invitati a bordo di voli di stato, ma precisa che la legge, "introdotta da Berlusconi medesimo, è entrata in vigore solo lo scorso agosto, mentre gli amici del presidente del Consiglio sono stati fotografati mentre scendevano dall’aereo, pagato dalle tasse dei contribuenti, tre mesi prima, in maggio". L’articolo rileva poi che la reputazione di Berlusconi per le gaffe diplomatiche si è arricchita ieri di un nuovo episodio, quando il premier, in una delle tante interviste concesse, ha detto che il cancelliere tedesco Angela Merkel "non è una persona facile dal punto di vista dei rapporto umani".
Anche il quotidiano Independent fa una pagina sulla vicenda, sotto il titolo "Murdoch sta organizzando una vendetta contro di me - dice Berlusconi". Il Financial Times ha un articolo dal titolo "Il premier italiano si lamenta degli ’attacchi’ di Murdoch". E anche il settimanale The Economist ha un articolo sul caso Berlusconi, affermando che nei suoi tentativi di respingere le insinuazioni di un rapporto improprio con la 18enne Noemi Letizia, Berlusconi ha "sollevato domande più grandi sul suo comportamento", come indica la possibilità di incriminazione per abuso di ufficio a causa dei voli di stato per i suoi ospiti. Né è chiaro, conclude l’Economist, il motivo per cui, se non c’è niente di misterioso nella vicenda, Berlusconi "non ha finora mantenuto la promessa" di riferire in parlamento la sua versione dei fatti. L’Economist pubblica sull’Italia anche un secondo articolo, su Gianfranco Fini, chiedendosi "che cosa ha intenzione di fare" il presidente della Camera, e paragonandolo a David Cameron, un tempo visto soltanto come un brillante politico, "e guardate dov’è adesso", ossia a un passo dal diventare premier al posto di Gordon Brown.
(5 giugno 2009) www.repubblica.it