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Direttore, mi spiega il ruolo di "Liberazione"?

Publie le giovedì 31 luglio 2008 par Open-Publishing
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Direttore, mi spiega il ruolo di "Liberazione"?

di Maurizio Pucci federazione Prc di Massa Carrara

Spett. direttore, vorrei che mi spiegasse il ruolo del quotidiano, da Lei diretto, in un momento così grave, per tutta la sinistra e il Prc, di fronte ad un attacco "virulento" delle destre populiste sia sul piano culturale che dei diritti.

Mentre il compagno Ferrero dichiara (a proposito delle notizie diffuse artatamente dell’uscita dalle alleanze nelle giunte locali) che «si tratta solo di uno dei tanti, ennesimi, veleni che hanno tentato di non far concludere in modo legittimo, sereno e positivo il suo congresso», i lettori leggono su "Liberazione" del 29 luglio, pag. 2: «E’ da vedersi se si verificheranno altri "casi Calabria" in giro per l’Italia (seppur con motivazioni alla base diverse…)»; continuando ad instillare il dubbio (al pari dei vari giornali borghesi) che la linea dell’abbandono di tutte le giunte di centrosinistra di fatto esiste dopo la vittoria di "pericolosi ed inconcludenti" alla dirigenza del partito!

Il Suo comportamento -sia durante che dopo il congresso- è chiaro: schierato con Vendola ha cercato in tutti i modi di influire sul voto durante la fase congressuale e poi - dopo l’elezione di Ferrero - cerca di "instillare il dubbio" che con questa conclusione il partito è isolato: eloquente la titolazione dell’intervista odierna a D’Alema, in prima pagina:«Sinistra radicale, addio senza rancore…»; insomma "avete preferito Ferrero, bene ora tutti ci abbandonano!

La Sua "sfida" e il Suo intento al Prc sembrano chiarirsi nell’intervista a "La Repubblica" di ieri a pag 11: «… non ho capito benissimo quel che il neosegretario ha spiegato sul futuro di "Liberazione"… Rivendico tutto... Partegiamo (la maggioranza della redazione, ndr) per una sinistra più ampia di Rifondazione… strizzare l’occhio a Di Pietro, anticomunista, anti indulto, anti commissione G8, è il peggiore errore in cui si può inciampare».

Insomma falsificando le posizioni di Ferrero (strizzare l’occhio a Di Pietro, sic), ma tacendo che Sinistra democratica ha rivendicato la partecipazione (anche nei giorni successivi "i fatti" da lei denunciati)

Lei aspira a "tirare la corda" sperando in un intervento dell’"editore di riferimento", così da potere "urlare" all’attacco repressivo della nuova dirigenza contro l’autonomia del quotidiano!

Mi "permetta" una domanda: quanti Direttori di giornali politici "rimangono incollati" alla loro poltrona pur non condividendo "per niente" il progetto politico del "loro editore"?

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