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Direzione nazionale PRC 10 Ottobre 2008 - Intervento di Claudio Grassi

Publie le lunedì 13 ottobre 2008 par Open-Publishing

Direzione nazionale PRC 10 Ottobre 2008 - Intervento di Claudio Grassi

di Claudio Grassi

Dalla discussione di oggi, complessivamente valutata, emerge un ulteriore grave punto di criticità che il nostro partito deve affrontare dopo lo tsunami del 13 e 14 aprile.

Ora dobbiamo affrontare un secondo tsunami, e cioè la nostra situazione economica complessiva. Avevo tentato di mettere in guardia sui rischi di un peggioramento drammatico delle nostre condizioni economiche già nel dibattito pre-congressuale ma, evidentemente, con scarso successo. Boccadutri ci ha descritto con grande equilibrio la situazione economica del partito ma, per delicatezza, ha omesso un dato. E cioè che dal marzo 2009 la situazione si farà molto critica.

Nessun ente che passa da un bilancio di 20 milioni di euro a uno di 10 milioni di euro – come a noi è successo - può andare avanti come se niente fosse e vedere se prima o poi qualcosa succede… il nostro partito dal 2009 non potrà sborsare più un euro per Liberazione e dovrà ridurre drasticamente le spese di gestione, altrimenti l’esito del processo sarà inevitabilmente il fallimento di Rifondazione Comunista.
Qui dobbiamo collocare le nostre scelte, per evitare di finire nel burrone e tirare il freno quando ormai è troppo tardi!

Il partito ha dato 10 milioni di euro al giornale negli ultimi 10 anni; di questi, 5 milioni sono stati dati negli ultimi tre. Potrebbero diventare 9 milioni e mezzo in 4 anni. Contemporaneamente, le vendite sono scese da 11mila a 7mila copie.

A fronte di questo, Ritanna Armeni ci dice, nel suo articolo di oggi, che i bilanci non vanno drammatizzati e che mai il giornale si è trovato in pareggio. Non è vero. Io me lo ricordo: con la direzione Curzi un anno chiudemmo in pareggio e un anno addirittura con un utile. Poi piano piano il trend si è invertito e il debito si è fatto più consistente. In questo senso mi permetto di dire che il lavoro del Consiglio di Amministrazione non è stato oculato. In giugno il partito ha comunicato al CdA che avrebbe potuto aiutare il giornale con un intervento di 900mila euro. Già in giugno si potevano fare proiezioni e capire l’entità della crisi. Ad agosto poi il governo ha iniziato a discutere dei tagli all’editoria. Bene: il CdA si è riunito per la prima volta il 4 ottobre, e contemporaneamente si è sostenuto che era il partito che si disimpegnava e non faceva niente per salvare il giornale!

Detto questo, non capisco l’entusiasmo per l’impresa della free press, e cioè dell’edizione di Liberazione regalata davanti alle metropolitane di Milano e Roma. Contesto cioè che vi sia stato un riscontro positivo per il giornale. E il riscontro positivo sarebbe potuto essere un aumento delle vendite nelle edicole oppure un utile economico per il bilancio del giornale: elementi che, entrambi, non ci sono stati.

Penso poi che noi siamo in difficoltà perché il finanziamento ai giornali si dà sulle copie distribuite vendute e non su quelle regalate. Da sempre abbiamo fatto una battaglia contro i giornali di partito “finti”, che venivano regalati senza vendere una copia e che usufruivano, truffando lo Stato, del finanziamento pubblico. E oggi cosa dovremmo fare? Investire sulla free press per aumentare il numero delle copie regalate e quindi gli introiti pubblici?

Infine, due parole sull’autonomia del giornale. È come nel dibattito congressuale, dipinto come lo scontro tra innovatori e conservatori: è il solito giochino, da una parte quelli che hanno capito tutto e dall’altra i trogloditi con l’anello al naso. Io sono sempre stato d’accordo con il fatto che il partito abbia un suo quotidiano e farò di tutto per mantenerlo. E sono anche d’accordo, ovviamente, sul fatto che il quotidiano abbia la sua autonomia e cioè che nessuno, nel 2008, debba prendere ordini da nessuno! Ma quando leggo Sansonetti che dice che si era conquistato l’autonomia già nel Pci mi viene da ridere. Ma immaginate l’Unità che, all’indomani della svolta della Bolognina di Occhetto, avesse titolato: “Viva il Grande Partito Comunista Italiano”? L’idea che nel Pci ci fosse quel tipo d’autonomia per l’Unità e che noi oggi la neghiamo con Liberazione non sta né in cielo né in terra.

Scorgo sulla vicenda di Liberazione lo stesso errore fatto con la Sinistra l’Arcobaleno, e cioè un errore di presunzione insopportabile. Voi avete sempre ragione perché lo dite voi! Non perché c’è un riscontro tra i lettori, nel partito, un riscontro elettorale, ma perché lo dite voi! Vi chiedo soltanto di essere un po’ più sobri e un po’ più modesti.