Home > Diritti gay: manifestazione contro l’Unione
Una grande «manifestazione contro l´Unione». È questa l´iniziativa a cui sta lavorando il movimento omosessuale in queste ore di grande fermento e grandi delusioni. «Crediamo che la compagine di governo, che abbiamo sempre sostenuto, abbia bisogno di comprendere che non si gioca con la vita delle persone, di quelle omosessuali, stanche di avere soltanto promesse, ma anche di tutte le altre», si legge in un comunicato del direttivo dell´Associazione Lamanicatagliata dell´Emilia Romagna.
Un malessere che non si placa dopo la risposta del segretario Ds Piero Fassino sulle pagine de l´Unità a Aurelio Mancuso, segretario nazionale di Arcigay che ha annunciato di non rinnovare la tessera del partito dopo 25 anni di militanza. Fassino ha detto, a titolo personale, di non approvare l´adozione per le coppie omosessuali, una dichiarazione «arrivata nello stesso momento in cui dalla Finanziaria è stata cancellata dal relatore, della Margherita, la parte si parlava di "orientamento sessuale" per il Nuovo Osservatorio contro le violenze - commenta il deputato ds Franco Grillini -. Nemmeno un riferimento alla lotta alla violenza omofobica trova consenso trasversale ai partiti in questa maggioranza». Grillini racconta di essere rimasto «letteralmente scioccato dallo "sbianchettamento" di quelle due parole». E le attese che si erano create attorno a questo governo, ora che i teodem mostrano i muscoli - e «molti dimostrano di averne timore» - lasciano il posto ad una profonda delusione.
«La verità è che l´accordo con la Margherita ci penalizza», insiste il deputato. «A noi è sembrato che la risposta di Fassino a Mancuso sia una non risposta - spiega Andrea Benedino, che ieri insieme a Anna Paola Concia ha scritto una lettera al segretario pubblicata da Il Riformista -. È inaccettabile quanto sta avvenendo in questi giorni: è evidente l´attacco alla legge sulle coppie di fatto e al riconoscimento dei diritti per gli omosessuali. Do atto a Fassino di aver fatto un passo avanti affrontando il problema della omogenitorialità, ma se facciamo un confronto tra i leader del socialismo europeo, da Zapatero a Royal, e quelli italiani ci rendiamo conto del livello del dibattito. In Belgio sono già oltre: discutono se celebrare o no i matrimoni omo in Chiesa».
Sabato mattina il telefono di Andrea ha squillato: era Mercedes Bresso, presidente del Piemonte. «Capisco il vostro disagio e lo condivido», gli ha detto la battagliera presidentessa. Poi, più tardi all´Unità ha confermato: «Così non va bene, è preoccupante se un compagno come Mancuso, sempre in prima linea per le battaglie sui diritti civili, dopo 25 anni straccia la tessera del partito. Anche a me sembra che la vittoria elettorale abbia prodotto un disinteressamento dei dirigenti, soprattutto maschi, del partito rispetto a questi temi». Se va avanti così, annuncia Bresso, «nel partito democratico non entro. Se cominciamo a scambiare i diritti con la costruzione del partito democratico si corre un grande rischio». Perdere consensi. «Stamattina alla radio ho sentito una senatrice della Margherita che diceva che la legge sulle unioni di fatto dovrà riconoscere soltanto diritti individuali: sarebbe un passo indietro», avverte Bresso.
Ennio Trinelli, rappresentante di Gayleft dell´Emilia Romagna: «La politica si vede attraverso i fatti. Finora ci sono state molte parole. Noi chiediamo il rispetto degli impegni presi: i pacs sono diventati prima unioni civili, adesso non si sa più cosa». Ieri Alberto Nigra, firmatario insieme a Angius, Brutti, Caldarola e Gentili, della terza mozione ds, ha scritto una lettera a Mancuso: «La legge sui Pacs dovrà essere uno degli snodi che il centrosinistra dovrà affrontare con successo se vorrà effettivamente rappresentare quelle spinte provenienti dalla società che chiedono un rinnovamento forte nel campo dei diritti». Per questo Nigra chiede a Mancuso di partecipare al congresso «approntando i preziosi contenuti» di cui dispone.