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Discariche, militari come poliziotti. Possono arrestare?

Publie le venerdì 13 giugno 2008 par Open-Publishing

Discariche, militari come poliziotti. Possono arrestare?

di A. Ca.

“Un regime autoritario, uno stato dispotico”: durissimo il giudizio di Giovanni Russo Spena, già capogruppo di Rifondazione comunista al Senato sulle “novità”, come le definiscono le agenzie di stampa, introdotte dal decreto legge sull’emergenza rifiuti approvato dal Consiglio dei ministri. “Penso -prosegue- che il decreto di per sè sia incostituzionale, se poi ai militari equiparati ad agenti di ps si affidasse anche il fermo di polizia giudiziaria nel caso di iniziative di protesta, di pacifiche manifestazioni contro la discarica, davvero si devono usare parole pesanti ed organizzare una forte opposizione, una necessaria mobilitazione”. Nel decreto, secondo anticipazioni ufficiose, si ribadisce che le forze armate saranno destinate alla “conduzione tecnica e operativa degli impianti di selezione e trattamento rifiuti”.

Sia Berlusconi che il sottosegretario Bertolaso avevano annunciato che i dirigenti dell’esercito e gli ingegneri del Genio sarebbero subentrati alla guida degli impianti di Combustibile da rifiuti (Cdr) dal momento che le attività di trattamento dei rifiuti stessi sono sotto inchiesta da parte della Procura di Napoli che ha nel mirino anche Bertolaso. Ma con le “novità” introdotte dal consiglio dei ministri si va ben oltre. Gli impianti passano sotto la gestione dell’esercito e nei prossimi mesi non accoglieranno più i rifiuti in quanto tali per produrre ecoballe dalla dubbia composizione ma si preparano a diventare impianti di compostaggio nelle intenzioni della coppia Berlusconi-Bertolaso. Occorreva completare il quadro delle iniziative -è scritto nel decreto- tese ad assicurare lo smaltimento dei rifiuti nella regione Campania ed il superamento dell’emergenza in atto”. Fino ad oggi, di fatto, non è visibile alcun risultato dell’operato di Bertolaso.

Quando lo stesso premier è arrivato a Napoli per l’ennesima gita promozionale, è stato accolto da tonnellate di rifiuti. Per questo ci voleva un’altra prova di forza, un segnale della fermezza del governo. Per questo si coinvolgono pesantemente le forze armate che vengono parificate “agli agenti di pubblica sicurezza, nel contesto di emergenza”. Un intervento ritenuto “indispensabile per assicurare la massima efficacia delle operazioni”. Che dovranno fare i militari? Ci sono in campo due possibili ipotesi. La prima riguarda la possibilità che ai militari venga affidato un ruolo di vigilanza e sorveglianza esterna e interna dei siti e delle discariche. La seconda riguarda funzioni di controllo del territorio circostante e quindi proprio l’equiparazione con le forze di polizia porta a prevedere anche l’eventualità del fermo di polizia. Un ulteriore interrogativo a questo proposito riguarda le regole d’ingaggio per i soldati.

Alla luce di tutto questo si devono rileggere le dichiarazioni del ministro della Difesa che aveva parlato di un ruolo dell’esercito che “avrebbe comportato una serrata vigilanza su siti e discariche”? Davvero una situazione “allarmante, eccessiva” come l’ha definisce Russo Spena, sottolineando che “l’esercito ha funzioni ben diverse da quelle della polizia, come stabilisce la nostra Costituzione. Perciò siamo in presenza di un atto che stravolge la Carta su cui si fonda la nostra Repubblica. Del resto già in altre occasioni nel passato è stata messa in luce la incostituzionalità di provvedimenti del genere”. E poi basta prendere in considerazione “il modo in cui vengono formati i quadri dell’esercito ad ogni livello, quale sia le preparazione e per quali obiettivi sono addestrati e chiamati ad operare i soldati” per capire che i provvedimenti adottati non hanno ragione di essere.

Non solo Russo Spena richiama anche “il rapporto che esiste fra militari e cittadini, diverso da quello con le forze dell’ordine”. Di tutto ciò il governo non ha tenuto alcun conto. Del resto non è il primo provvedimento a carattere autoritario. Segnali in questa direzione vengono dal disegno di legge sulle intercettazioni. Per quanto riguarda questo provvedimento si è perfino tentata una “ truffa” ai danni del Capo dello Stato, trasformandolo in un decreto. Poi si è detto che si trattava di un “refuso,” di un errore e si è tornati al disegno di legge. Ma la gravità dei contenuti resta intatta.