Home > Disinformando sul Venezuela
Le balle di Raffaele Bonanni, la pigrizia di Raffaele Fichera, la censura preventiva di Gianni Riotta, le pressioni su Giovanna Botteri, in due parole: disinformando sul Venezuela!
Il Venezuela è oramai una cartina tornasole: Nanni Moretti nel 2002 disse che "con questi leader non vinceremo mai". E’ evidente che oggi, questi giornalisti, non c’informeranno mai!
di Gennaro Carotenuto
Il giorno 5 settembre, La Stampa di Torino ha pubblicato una grottesca intervista al segretario della CISL Raffaele Bonanni di ritorno a Roma dal Venezuela. L’intervista può essere letta a questo link.
Il fatto saliente è che Bonanni dichiara di non essere mai uscito da Chacao, quartiere per ricchi di Caracas. Troppo pericoloso (sic!), secondo i suoi amici, il resto di Caracas e del paese, meglio restare come a Baghdad nella zona verde.
Dopo aver ammesso di non aver visto nulla, Bonanni millanta del suo Venezuela e sembra descrivere la Colombia, con sindacalisti desaparecidos e paramilitari per le strade. Ovviamente non fornisce alcun dato che possa comprovare le sue denunce. E il livello della stampa italiana, vedi un recente articolo di Libero, è oramai talmente basso che si spaccia la satira dell’opposizione venezuelana (barzellette su Chávez che vorrebbe proibire il tanga…) come informazione.
Tanto è grottesca l’intervista a Bonanni che La Stampa si è sentita in dovere di concedere (correttamente) il diritto di replica all’Ambasciatore venezuelano a Roma Rafael Lacava, che ha gioco facile nel controbattere punto per punto alle affermazioni false e tendenziose raccolte da Bonanni nel quartiere esclusivo di Caracas, e quindi pedissequamente ripetute a un cronista romano del quotidiano torinese. "A pappagallo", si diceva una volta. Mi domando che razza di sindacalista è Bonanni da andare fino in Venezuela con l’elmetto in testa, terrorizzato perfino dall’andare a prendere una boccata d’aria e da non sentire neanche per sbaglio la curiosità intellettuale di andare a parlare con almeno un lavoratore simpatizzante del governo. Eppure non è un bambino Bonanni, mica lo mangiava il trinariciuto chavista!
Con ogni evidenza al sindacalista Bonanni parlare con i lavoratori non interessava e anzi ci ha messo del suo, per esempio raccontando che la presenza di governi "antidemocratici" (sic!) come quelli di Venezuela, Ecuador, Bolivia, rischia di destabilizzare democrazie come quella cilena. Sarà per quello che la presidentessa cilena Michelle Bachelet ha fatto arrestare novecento lavoratori in dieci giorni... Colpa di Chávez!
Questa ennesima triste evidenza disinformativa italiana, mi ha fatto tornare in mente il corrispondente dall’America Latina della RAI, Raffaele Fichera, che a maggio -raccontano molti amici fidati- come Bonanni sarebbe rimasto dentro il recinto dell’Hotel Hilton per tutta la durata del suo soggiorno pretendendo da lì di raccontare cosa succedeva nella città di Caracas. Mi auguro che i miei amici si sbaglino, ma mi sorprenderebbe. Negli stessi giorni chi scrive (rischiando la vita? non credo proprio...) raccontò quello che succedeva per esempio qui, partecipando direttamente ai lettori di questo sito quello che vedevo con i miei occhi, delle marce dell’opposizione come di quelle filogovernative. Troppo difficile per un inviato RAI? Oppure la sostanza è che se uno vede con i propri occhi la normalità di Caracas poi è più difficile prendere per buone molte delle denunce dell’opposizione?
A parte la presunta pigrizia e lo scambiare anche lui Caracas per Baghdad, Fichera non è un cattivo giornalista e da Caracas fece anche ottimi pezzi, per esempio quello del TG3 delle 19 del 26 maggio, nel quale si dava addirittura conto, rara avis, della corruzione dei giornalisti dell’opposizione. Sbattuto, poveretto, all’Hilton di Caracas e buttato giù dal letto da Gianni Riotta alle tre del mattino per fare un servizio per il TG1 delle 13.30, Fichera cercò di raccontare (era il tempo del caso RCTV) sia il punto di vista dell’opposizione che quello del governo. Orrore! Sei pazzo? Cosa ti ci ho mandato a fare a Caracas!
Un articolo equanime non era quello che voleva Riotta, direttore del TG1 e vera anima nera della Rai. Il pezzo di Fichera -lo ha raccontato pubblicamente lo stesso Raffaele tenendo concione ad un folto pubblico nella hall dell’Hotel Hilton, nel quale alloggiavano gli amici di cui sopra- fu cestinato, censurato, bruciato. E dopo averlo fatto alzare alle tre apposta per cucinare quel pezzo, questo non andò in onda sul TG1 perché... troppo equanime!
La linea del commissario politico Riotta infatti non prevedeva equidistanza, né tantomeno raccontare la verità, verificare le fonti... Riotta con maniere spicce voleva un pezzo antichavista duro e puro. Nada más. Fichera non lo aveva fatto, incorrendo nelle ire e nella censura preventiva del direttore, e si sfogò raccontando la sua frustrazione in pubblico nella hall dell’Hilton di Caracas.
Chi invece lo fece, un pezzo degno di Riotta, ma per il TG3, fu la stimata Giovanna Botteri. Da Nuova York, in un servizio andato in onda nel TG3 delle 19 dello scorso 30 maggio, comparò impudicamente la situazione della stampa in Venezuela, dove si può paragonare tranquillamente il Presidente Chávez ad Adolf Hitler, a quella della Cina, dove la libertà di stampa non esiste, e a quella della Russia, dove esiste a rischio e pericolo del giornalista. Per chi si informa con il TG3 (Sic!) il Venezuela, dove le manifestazioni dell’opposizione vanno in diretta TV e con un maxischermo in ogni piazza, è equivalente a Cina e Russia. Interpellata da chi scrive, la stimatissima Giovanna neanche provò a difendere la sua marchetta: "Sai, abbiamo ricevuto pressioni fortissime...".
Messaggi
1. Disinformando sul Venezuela : REPLICA, 29 settembre 2007, 02:19
Signor Carotenuto,
perché non va lei in Venezuela nei prossimi giorni per verificare personalmente quello che secondo lei è la vera realtà di questo paese tornasole?
Io non discuto la sua buonafede, lei puó criticare questi giornalisti italiani che non sono più capaci di raccontare la realtà obbiettivamente ma ahimè accettano pressioni esterne. Benissimo.
Resta però il fatto dolorosissimo per noi, venezuelani anonimi, di vedere che all’estero la nostra situazione è discussa e usata a piacimento anche quando non corrisponde a quello che noi stiamo vivendo.
Non le parlo di Chacao, le parlo di tutto il Venezuela, dove milioni sì, milioni di persone hanno creduto, nove anni fa che quel militare potesse davvero cambiare e risolvere lo stato di corruzione e clientalismo in cui stavano vivendo. E si sono sbagliati. Adesso lo sanno.
Glielo spiego: per piacere, cerchi di capire che il presidente ha usato un’etichetta di socialismo che ha esaltato non solo la gente venezuelana ma gli intellettuali di ogni altra parte del mondo.
Ma in Venezuela, vivendoci, ci siamo resi conto ben presto che tutte le parole che ci avevano fatto sperare all’inizio erano e sono solo questo: parole.
Abbiamo cominciato a sospettarlo quando lui ci diceva, dopo una visita a Cuba, vedrete, anche qui vivremo nel mare della felicità in cui vivono a Cuba ... e noi ci guardavamo sorpresi perché tutti sapevamo che a Cuba la gente ti domandava carta igienica e i tuoi jeans quando ci capitava di andarci per qualche partita di baseball..
Si sapeva che a Cuba si vive diciamo in ristrettezza economica...e nell’adorazione dell’unico: Fidel.
Noi abbiamo petrolio ( la nostra disgrazia, a questo punto) e il prezzo ha continuato ad andare su in questi ultimi dieci anni..82 $ al barrile, recentemente. Ma ...
La corruzione non è mai stata così sfacciata come adesso. I poveri non sono mai stati così poveri, gli ospedali sono in condizioni pauperrime l’insicurezza personale mai così reale. Adesso non ci sono più nemmeno statistiche della violenza , quante persone muoiono ogni settimana non si sa di certo , tutto è censurato , mio caro signor Carotenuto, i giornali parlano ma ricordi che non si può più dire la verità.
Non si può parlare del presidente, lui è diventato un DITTATORE con un potere così immenso che gestisce : il potere giudiziario, il potere politico e il potere economico.
Nessuno mi sta pagando per scriverle questo, mi creda, io davvero mi preoccupo per il mio Venezuela, un paese così bello e con della gente così incredibile... Però non riesco a non prendermela quando si cerca di disinformare sulla disinformazione... Dov’è la realtà? Io penso che sia nelle persone che lí ci vivono e ogni giono realmente affrontano una gionata difficile.
Siamo al punto tale, qui in Venezuela che, quando qualcuno parla bene del governo siamo sicuri che è stato pagato.
I socialisti puri e duri che hanno appoggiato il presidente all’inizio sanno a questo punto che lui non è socialista nè di sinistra: è un megalomane con un immenso potere economico.
Saluti. Paola.
1. Disinformando sul Venezuela : REPLICA, 29 settembre 2007, 12:32
La signora Paola, che scrive come un italiano, ma parla con l’autorità del Venezuelano DOC (a proposito, lei dove risiede? Se vive in Italia da molto tempo il suo punto di vista non è certo più autorevole di quello di Carotenuto, che viaggia spesso in America Latina, come tutti sanno), porta la sua testimonianza che dovrebbe tagliare la testa al toro sull’inferno venezuelano prodotto da Chavez.
I miei amici venezuelani che per email mi raccontano una storia tutta diversa dalla sua sono senz’altro "stati pagati dal governo". E pazienza che Chavez vinca un’elezione dopo l’altra, in processi elettorali tra i più monitorati del mondo.
Il fatto che tutti i dati macreconomici, forniti da Banca Mondiale e FMI (note istituzioni finanziarie di matrice castrista), segnino un continuo miglioramento, non conta nulla di fronte alla testimonianza della signora Paola. Lei sa che i suoi connazionali fanno la fame, e qualunque altro riscontro obiettivo proveniente da fonti ufficiali non conta niente.
Carotenuto fa disinformazione, ma lo stile argomentativo della signora Paola assomiglia molto a quello della mafia di Miami (che ancora spera di tornare in possesso delle proprietà confiscate a Cuba nel 1959), e che è così informata di quello che accade all’Avana da aver già annunciato la morte di Castro 125 volte. Castro è ancora vivo.
Ma forse dare della mafiosa alla signora Paola è troppo. Al massimo avrà appoggiato il golpe del 2002 per abbattere un governo legittimo. Peccato che le cose siano andate male e il popolo in nome del quale la signora Paola pretende di parlare si schierò dalla parte di Chavez. Come con tutta probabilità farebbe ora.
Gianluca
2. Disinformando sul Venezuela : REPLICA, 30 settembre 2007, 08:30
No, Gianluca, mai e poi mai potrò accettare il titolo di mafiosa.
Ma perché, quando si esprime una opinione diversa si viene attaccati? ma vogliamo parlare democraticamente, per favore? Io non offendo nessuno, solo faccio notare una mancanza di informazione attualizzata.
Credo che ormai tutti sappiamo quanto la stampa , le statistiche e i discorsi ufficiali possano a volte essere completamente sbagliati o parzializzati. Ho detto a volte, non sempre.
Internet permette a normali cittadini di esprimere la propria opinione , di raccontare quello che vedono e quello che credono. In buonafede, spero.
Quello che il signor Bonanni ha dichiarato nell’ intervista della Stampa il cinque settembre scorso, poi replicata dall’ambasciatore del Venezuela e controreplicata dallo stesso sig. Bonanni di nuovo sulla Stampa, mette in evidenza un punto su cui noi venezuelani stiamo discutendo moltissimo in questi giorni ed è l’annunciata riforma alla Costituzione che dovrebbe essere decisa con un referendum all’inizio di dicembre.( Se ne ha l’occasione e l’interesse, chieda ai suoi amici venezuelani di parlargliene. )
E fa molto piacere che un sindacalista italiano si renda conto che qui per i sindacati il periodo è molto difficile.
Il presidente di un paese può essere eletto democraticamente una volta ma in seguito deve agire democraticamente.
Non cadrò nella polemica di contestare la sua affermazione di elezioni sempre trasparenti e controllate da osservatori internazionali , quando sono già state presentate le prove di un gigantesco e ripetuto fraude elettorale.
Guardi solo l’incredibile espansione demografica degli ultimi anni, ma vogliamo seriamente pensare che in Venezuela partoriscano anche i vecchi e i bambini?
Gianluca, gli ideali sono una cosa magnifica ma sa cosa c’è a Caracas? Paura. Sembra ironico parlare di "miedo" in questo secolo, vero? Sa che oggi guardiamo con invidia i monaci buddisti che hanno il coraggio di morire per la democrazia? Osservi i prossimi mesi, attentamente.
Speriamo che anche noi troviamo il coraggio di lottare per la democrazia. Suona così melodrammatico, mi dispiace.
Sa, il fatto di essere venezuelani non impedisce di usare altre lingue.
Mi piacerebbe tanto che ci si potesse capire al di lá di barriere culturali , linguistiche e ideologiche.
Ha mai visto quei film o documentari su Cuba con la gente in fila per comprare da mangiare?
Sta cominciando a succedere anche qui e per il presidente è sempre colpa della CIA e dell’imperialismo . Sarà...
Saluti. Paola.
3. Disinformando sul Venezuela : REPLICA, 30 settembre 2007, 10:44
D’accordo, dato il tono conversevole della sua risposto ritiro il mafioso e tutto quanto suoni offensivo in quanto ho detto.
Il fatto è che lei è un personaggio assolutamente tipico della disinformazione che circola sul sud-america. Se fa una ricerca su google sul mio nome ed altre parole chiave sul Venezuela troverà mie traduzioni a decine da fonti in lingua spagnola sulla politica e l’economia di quel paese, e che descrivono una realtà completamente diversa da quella di cui lei parla.
Fonti interessate? Propaganda chavista? Può darsi. Ma lei cosa ha per sconfessarla? Lei non riporta una cifra, non riporta un dato che sia verificabile presso fonti indipendenti. Tutta la forza persuasiva del suo messaggio dipende dal fatto che che lei sarebbe Venezuelana (anche se parla come un’Italiana) e che lei sa sul Venezuela quello che io e Carotenuto non ci immaginiamo nemmeno.
Lei parla del Venezuela come gli esuli Cubani di Miami (forse il gruppo etnico a più alta intensità mafiosa e gangsteristica degli USA) parlano di Cuba: cioè con affermazioni che si basano su presunte testimonianze personali, ma che non presentano mai un dato suscettibile di verifica o che resista a letture incrociate con dati da fonti che vanno dal FMI ad Amnesty International, dalla Banca Mondiale al Centro Carter per la Pace. A proposito lei sa l’ora della morte di Fidel Castro? Quelli come lei sono sempre così informati...
Oltretutto lei è bugiarda. Non esiste alcuna prova di frode elettorale, ogni polemica alimentata dall’opposizione di destra ha sempre fatto la stessa fine delle denunce di brogli di Berlusconi, perché gli osservatori internazionali hanno sempre certificato l’assoluta correttezza delle operazioni di voto. Ma si capisce come questo argomento venga tirato fuori, dato che Chavez vince un’elezione dietro l’altra, e che l’unica volta che l’opposizione ha trovato un candidato appena credibile, come Manuel Rosales, Chavez è stato plebiscitato dal popolo venezuelano.
Hablo muy mal español pero lo entiendo perfectamiente: si usted tiene intención de responder, por favor, hable en su lingua, tal vez con expresiones jergales de Caracas, por las cuales puedo siempre pedir ayuda de mi amigos que viven allí. De esta manera sabremos por lo menos que usted no es un impostor.
Gianluca Bifolchi
4. Disinformando sul Venezuela : REPLICA, 1 ottobre 2007, 07:29
Lei signora Paola ha uno strano concetto di ciò che si chiama "prova di una frode", immaginando che le prese di posizione di una sola persona, costituiscano una prova, anche quando la presunta frode riguarda una consultazione elettorale giudicata legittima non solo dagli osservatori internazionali, ma dallo stesso sfidante, Manuel Rosales. Sarebbe come se in Italia qualcuno dicesse che basta sentire il TG4 di Emilio Fede per avere la "prova" che viviamo in una dittatura stalinista. E dato che c’era, dal momento che RCTV (l’equivalente venezuelano di Emilio Fede) è ora sul satellite perché non invitarmi direttamente a sentire le sue trasmissioni? Quanto al fatto che lei posti un link ad un sito del Costa Rica per impressionarmi basta poco a rispondere alla stessa maniera. Alla fine metto un link a una pagina dove si parla del personaggio a cui lei si riferisce in termini molto diversi. Ma la mia "prova" non è migliore della sua, fino a che non esistono riscontri reali da fonti indipendenti.
Quanto al raffronto che la signora Josefina fa tra l’Italia (democratica) e il Venezuela (dittatoriale) a proposito dei referendum elettorali, giova ricordare che il referendum in Italia si tenne solo perché i proponenti — l’allora maggioranza di centro-sinistra — non avevano il quorum necessario per l’approvazione diretta, a differenza di Chávez.
Quanto i legislatori italiani siano ansiosi di coinvolgere il popolo nel processo di riforma risulta evidente dal progetto costituzionale europeo, sottoposto a referendum in Olanda, Francia, e persino nell’anti-chavista Spagna, ma non in Italia, dove ai cittadini non è riconosciuto alcuno ruolo consultivo. E inoltre in NESSUNA nazione europea è prevista l’approvazione del progetto costituzionale articolo per articolo.
Gianluca
http://www.aporrealos.org/oposicion/a32252.html
Pedro Penzini vs Ana Díaz . "Debemos Cobrar" US$ 17.95
Por: Braulio Jatar Alonso
Fecha de publicación: 22/03/07
Como es costumbre alguien de la oposición, unos días atrás, envió a mi buzón un correo electrónico que titulaban “Ana Díaz de Guía, ex funcionaria del CNE, ofrece pruebas de fraude electoral” y agregaba como introducción algo del siguiente tenor: “Existen documentos que pueden probar que hubo fraude electoral en el comicio presidencial. Seis mil 540 máquinas automatizadas de votación no fueron auditadas, lo que representaría la manipulación de al menos 2 millones de sufragios.…”
La verdad es que no le dediqué a la información mas de un minuto, convencido que la cacareada “prueba” no era otra cosa que otra disparatada tesis de alguien buscando notoriedad , liderazgo en la oposición o cualquier otra cosa, por lo que mi vista dejó de prestarle atención al tema y me dediqué a asuntos mas útiles.
Por aquello de que estamos vinculados a algunos medios como editor, articulista y asesor, es por lo que siempre estamos recibiendo y enviando información que de alguna forma esculpe la realidad cambiante en estos nuevos tiempos en nuestro país, y es así como nos llegó, una vez mas a nuestro correo electrónico, un archivo de audio que recoge una conversación telefónica entre Pedro Penzini Fleury, Pedro Penzini Lopez y la abogada Ana Mercedes Díaz y quien lo manda advierte que “Penzini se ha pasado al Chavismo”.
Conozco muy bien al Dr. Pedro Penzini Fleury, de hecho el 24 de diciembre compartimos la misma mesa e hicimos intercambio de regalos y de opiniones políticas; por lo que sé de primera mano, que no es precisamente el “ chavismo” lo que políticamente lo define o identifica, muy por el contrario, es un hombre de pensamiento distinto al del Presidente de la República, y dentro de lo que podríamos calificar de oposición moderada o Light; como ahora se le ha dado en llamar a los que practican la tolerancia democrática en ese sector.
Al oír la conversación en marcha, recordé el correo que había recibido días atrás y volví a este, mientras mantenía atención en las voces, cuando de repente la entrevistada empezó con la cantaleta de la “ilegitimidad de Chávez”, “Chávez es un Presidente usurpador”, “Que todo fue un fraude”, “Rosales es un cómplice”. Los comentarios obligaron a Penzini a disentir con la entrevistada y recordarle que tanto el CNE como Manuel Rosales (Principal Contendor) habían reconocido el triunfo del Presidente de la República. La cosa se fue caldeando hasta que el conductor del programa opta por “cortar” la llamada.
Debo reconocer que me sorprendió el evidente disgusto de Penzini, ya que tiene años demostrando una paciencia china cuando comparte micrófonos con Marta Colomina, por lo que es obvio que su imperturbabilidad se colmó con mucho de lo que dijo y hasta con lo que solo llegó a insinuar la entrevistada.
Al terminar de oír la entrevista me dediqué a revisar, ahora si, con interés la información que me habían mandado sobre las “ nuevas pruebas del fraude electoral” y como “todo estaba revelado” en un libro titulado “ DEBEMOS COBRAR”, cuya autora es Ana Mercedes Díaz Cardozo, y nos invitaban a visitar una página de internet a los fines de adquirir la “ obra” y con esto es lo que nos encontramos:
“…Si deseas adquirir esta interesantísima obra para conocer la verdad que nos ha sido ocultada, no sólo por el gobierno sino también por sectores de la oposición venezolana, oprime el botón de COMPRAR : US$ 17.95… El precio de esta obra es en dólares americanos, debido a que esta siendo vendida en el mercado internacional. Para comprar el libro oprima el botón de COMPRAR. Luego rellene el formulario y verifique los datos. El costo del envío se calculará según el destino. Cuando esté seguro de que los datos están bien, oprima el botón de COLOCAR PEDIDO. Ud. recibirá un correo con los detalles del pedido. El tiempo de entrega varía según el destino. Sólo a los residentes de la Florida USA se les cargará el 6% de Tax. Enviamos a muchos países. Al verificar los datos, Ud. podrá revisar las opciones de costo de envío. Esta página web usa lo último en tecnología para asegurar que sus transacciones sean seguras y sus datos estén protegidos….” (Fin de la cita invitándome a comprar).
Al final de todo, no me quedó claro lo del “fraude”, pero si descubrí el acertijo del título del libro: “Debemos Cobrar”, solo que a la autora se le olvidó agregarle US$ 17.95 + el costo de envío.