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Disoccupazione record in Usa. I mercati traballano ma il Censis è ottimista
Publie le sabato 6 dicembre 2008 par Open-PublishingDisoccupazione record in Usa. I mercati traballano ma il Censis è ottimista
MILANO – 533 mila posti di lavoro sono stati persi negli Usa, molto di più di quanto ritenevano le attese, pur pessimiste, degli analisti. Si tratta del calo più consistente dal 1974. I mercati hanno reagito malissimo dopo la diffusione di questi dati da parte del Dipartimento del lavoro americano.
Il Mibtel, a Milano, perde oltre il 4%, così come Amsterdam, Parigi, Francoforte. Poco di meno i mercati di Bruxelles, Londra e New York. Lo stesso Barack Obama, commentando i dati sull’occupazione, ha affermato che la situazione potrà anche peggiorare, "per questo è necessario approntare misure efficaci per combattere velocemente la crisi".
Oramai la crisi economica non è solo più percepita dagli italiani ma vissuta sulla propria pelle. Il Censis, nel suo nuovo rapporto, parla senza mezzi termini del "panico diffuso da un’implosione finanziaria internazionale senza ravvicinati precedenti" in cui sarebbe caduta la maggioranza degli italiani. Eppure, i ricercatori del Censis riescono a cogliere in questo frangente un segnale di mutazione della società italiana. Secondo il rapporto, infatti, la crisi attuale porterà ad una grande mutazione della società italiana, come avvenuto nel trentennio 1945-75.
In altri termini, secondo il Censis, si possono avviare "processi complessi di cambiamento", i quali potranno produrre "una seconda metamorfosi forse già silenziosamente in marcia, sommersa come tutti i processi innovativi che in Italia contano". Per il Censis agirebbero nella società italiana dei "reagenti chimici", che sono gli immigrati, le minoranze vitali, oltre alla "crescita ulteriore della componente competitiva del territorio" e "l’affermazione di una propensione ad una temperata e misurata gestione dei consumi e dei comportamenti". Insomma, un "mondo nuovo", che scaturirebbe anche per effetto della trasmutazione prodotta dalla crisi economica.
Gli italiani, però, aggiunge il rapporto, non sono così ottimisti. "Solo il 37% pensa che la crisi potrebbe migliorarci, costringendoci a rivedere i nostri difetti", mentre "il 30,3% dichiara più cinicamente che non ci cambierà più di tanto" e il 32,8% "reputa più pessimisticamente che la crisi invece ci peggiorerà, facendo riemergere l’egoismo e l’interesse personale esasperato". (Ful. Loc.)