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Documenti papali: l’amore è privilegio di chi si sottomette ai precetti vaticani?

Publie le mercoledì 25 gennaio 2006 par Open-Publishing
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Dio è amore, sostiene il papa tedesco, e non c’è da dubitarne. Più opinabile è, invece, che l’amore papale, a parte i fotoshow con Madre Teresa o le teletrasmesse elargizioni di perdono a pistoleri astigmatici, tocchi realmente dimensioni universali. Eppure, a ben vedere, ci vuole poco a far l’affettuoso quando si è il più grosso e potente... Ricordate Wojtila? Voleva la grazia per un ergastolano? Servita. Voleva far cavaliere l’ovulo fecondato, voleva il crocefisso a scuola, un caffè con brioches? Pronto!, il Parlamento in persona lo serviva col sussiego di un maggiordomo ben retribuito. Trascorrere Natale in Burundi? Altrettanto, centomila nativi gli portavano le mammole danzando. Il naso gli prudeva? Tutti insieme, governo e opposizione, si mettevano in fila per una grattatina. E il giubileo, chi se lo può scordare? Quel 2000 in cui giubilavano tutti, lo Stato erogava finanziamenti giubilari, la TV mandava eventi giubilari per ventidue ore al giorno (non quanto oggi il Presidente del Consiglio, ma quasi), compreso Pippo Baudo che presentava agonizzando i telegatti con la carcassa in decomposizione ("Al prossimo giubileo faccio valletta Raffaella: nessuno si putrefà in diretta come lei!"), a riprova che esiste l’aldilà. Era tutto un giubilar di concordia e di buoni intendimenti: puttane ravvedute, sequestratori pentiti, Bruno Vespa a ogni din-don si precipitava verso la porta santa, Luciano Moggi a giurare che diventerà onesto, Pavarotti che pagherà le tasse, Mietta che smetterà di cantare... Ah, che tempi, perfino Cesare Previti sembrava Cesare Previti truccato da essere umano! A parte i soliti pezzenti bolscevichi che ciarlavano di laicità dello Stato (e che nessuno ascoltava perché non avevano neanche una rete TV), il giubilo del giubileo pervadeva la destra e la sinistra, gli osanna si sprecavano, Veltroni assunse da allora il mai dismesso look da cherubino ingrigito. Soltanto i gay non furono invitati, i fronzuti viali della Roma emendata si aprirono a ogni sorta di giubilante corteo fuori che a quello degli omosessuali, ammessi poi dalla porta di servizio tra balbettii imbarazzati: "Sì, saranno un pò vistosi ma c’è la libertà di espressione, dopo tutto... E pure di riunione, dopo tutto, e la libertà sessuale...". Dopo tutto (e dopo tutti) riuscirono a sfilare, mentre Giovanni Paolo al Gemelli guardava da un’altra parte con la scusa dell’ennesimo tumore. Zeffirelli dal canto suo ebbe a chiarire: "Forza Italia non discrimina gli omosessuali, purché siano registi bigotti". Ebbene, Ratzinger, a dispetto dell’amore a secchiate profuso a mezzo enciclica, riesce a fare di più. Il suo Dio ci ha l’amore selettivo: ai non sposati tocca solo un pochetto, se sono preti poi meno ancora, non ne parliamo se si tratta di marxisti, quelli sono "inumani" e a loro l’amore non spetta. E ancora, quelli che fanno sesso per divertirsi (che schifo!), quelli che incontrando le cellule staminali nemmeno le salutano, quelli che vanno al cinema più volentieri con la madre che con l’embrione... Tutti accoglie la chiesa nel suo grembo, assassini, mafiosi, corruttori, per tutti c’è comprensione: per Ali Agca, per il mostro di Milwaukee, forse anche per Condoleeza Rice, addirittura per Jovanotti, ma non per il transessuale Sabrina, per il viado Lulù, per il travestito Miranda... Da questo lato il Dio papale è strabico, lì più che accoglienza propone la scomunica, l’anatema più che la fratellanza. Seguita a sorridere simile a un wurstel ignaro della griglia, ma il dire del papa è bilioso, il suo sguardo venato di sospetto, più che amore rivela intolleranza, lascia quasi rimpiangere il polacco, almeno quanto rimpiangiamo la D.C. Che dire, ancora? All’enciclica Prodi monterà in sella ("La mia enciclica nuova è una Bianchi, la Legnano se l’è presa Parisi..."), Fassino ne apprezzerà l’ecumenismo ("...allora abbiamo una banda..."), Rutelli proporrà di inserire l’amore nella Costituzione ("Ma solo se c’è un accordo con la minoranza"). Al contrario, e per fortuna della società e della religione, ne faranno a meno senza rimpianti Grillini, Capezzone e Bellaciao, oltre a svariati milioni di italiani...

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