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Donne in nero: COMUNICATO SU AMPLIAMENTO BASE MILITARE USA A VICENZA
Publie le domenica 21 gennaio 2007 par Open-PublishingBASTA BASI BASTA GUERRE BASTA CON LE POLITICHE DI GUERRA
Noi Donne in nero ,da anni attive contro le guerre, il militarismo e la militarizzazione del territorio e delle menti
sosteniamo la mobilitazione e le richieste della cittadinanza di Vicenza che dura da mesi e quanti e quante manifestano in questi giorni in molte città italiane per contrastare con modalità non violente scelte scellerate che ci allontanano da una politica di pace.
sosteniamo i/le 115 parlamentari pacifisti/e impegnati/e a contrastare il SI definitivo del governo Prodi.
Il 2 dicembre 2006 abbiamo camminato con tante donne e tanti uomini per le vie di Vicenza per dire: “Fuori la guerra dalla storia, fuori la violenza dalle nostre vite”, non vogliamo essere complici del militarismo, ovunque si manifesti e in particolare nel nostro paese, con la concessione dell’aeroporto Dal Molin e l’ulteriore militarizzazione del territorio, le basi NATO e americane, il magazzino di armi nucleari, la partecipazione a spedizioni militari camuffate da missioni di pace….
Chiedevamo al nostro governo di avere il coraggio di intraprendere una politica di pace rispettando la volontà delle cittadine e dei cittadini e restituendo loro il territorio sottratto per fini militari; svuotando i magazzini nucleari tuttora presenti nel nostro paese; applicando l’articolo 11 della Costituzione che “ripudia la guerra”, rifiutandosi di partecipare a spedizioni militari ed impegnandosi a promuovere iniziative politiche per la soluzione dei conflitti….
Chiedevamo il coraggio di una politica diversa che rispondesse alla nostra richieste di percorrere difficili ma necessarie vie di pace.
La posta in gioco è il ruolo dell’Italia nel bacino del Mediterraneo.
La posta in gioco è la credibilità del governo Prodi che, se conferma il SI’,
si assume una pesante responsabilità di metodo e di merito, in contrasto con il suo stesso programma.
Il programma dell’Unione infatti prevede una verifica delle servitù militari con la convocazione della seconda Conferenza nazionale volta a un depotenziamento delle basi militari presenti sul territorio nazionale.
I trattati internazionale in questi casi prevedono la possibilità di una vera e propria rinegoziazione e comunque escludono l’automatismo del SI’ del paese ospitante alle richieste USA.
Il programma dell’Unione inoltre prevede la riduzione delle spese militari, mentre l’ultima Finanziaria ha segnato il raddoppio delle spese per gli armamenti, dall’11% al 22% , così l’Italia si colloca al 7°posto nel mondo per le spese militari.
Servono azioni di pace, non presidi militari.
NO alla sottrazione alla distruzione del territorio e del bene comune della Terra per la costruzione di presidi militari e depositi nucleari
Donne in Nero