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Dopo l’allucinante discorso di fine anno di Berlusconi
Publie le giovedì 30 dicembre 2004 par Open-PublishingL’allucinante discorso di fine anno di Berlusconi,a reti unificate,è stato degno della Propaganda del Mein Kampf di Hitler.
Ignorati completamente i gravi fatti che succedono nel mondo e in Italia,la terribile tragedia del Sud Est Asiatico.
Con la calotta cranica nuova,trapiantata e tinta si è lanciato,come al solito,in un duro attacco alla sinistra che secondo lui complotta in Europa per screditarlo.
Ha descritto un Paese immaginario,che naviga nel benessere ,in pieno sviluppo economico.
Ha rispolverato ancora una volta lo spauracchio del comunismo,sempre pronto a ghermire il Paese,se non ci fosse lui a vigilare.
Ha annunciato il suo prossimo slogan:
meno tasse,più valori.
Lasciando da parte le tasse,che lui taglia solo per se stesso e i ricchi,c’è da rabbrividire pensando ai valori,quali li intende Berlusconi.
Qui di seguito la reazione dell’opposizione,dopo il suo delirante e lunghissimo messaggio televisivo che non si è vergognato di pronunciare a rete unificate-
Ma Goebels non diceva che la strategia della propaganda è:ripetere,ripetere,martellarre,martellare fino a che la gente ci creda?
Sogni, bugie e mezze bugie. L’opposizione riscrive la conferenza stampa di fine anno
di red
Prodi non tace. E dalle sue parole traspare quale sia l’orientamento della campagna elettorale che c’è e che ci sarà fra lui e Berlusconi. Due modi antitetici di intendere l’Italia e il suo governo. Il leader dell’Ulivo non ha apprezzato lo spot messianico del premier. E lo dice chiaramente: «Questa fanatica contrapposizione tra bene e male è la caricatura di un Paese che ha problemi sempre più gravi e un governo incapace di affrontarli».
La strategia della destra è ovvia: «Non volendo riconoscere la propria inadeguatezza - accusa Prodi - ci si inventa cinicamente come diversivo una contrapposizione in termini che sarebbero ridicoli se non fossero il segno davvero allarmante della volontà di ricercare artificiosamente una radicalizzazione nel tentativo di occultare i guasti di una gestione negativa».
Dalla Grande alleanza democratica, la promessa di una risposta diversa: «L’ Italia, per farcela, ha bisogno di unità di intenti - sostienee Prodi - ha bisogno di concordia, ha bisogno di speranza, e di un governo che miri a unire e non a dividere».
Commenti arrivano da tutto il centrosinistra. Il più allarmato, Pecoraro Scanio: «È emergenza democratica. Il discorso del premier mostra la pericolosa deriva autoritaria del berlusconismo». Il più preoccupato è Tiziano Treu, ex ministro del Lavoro: «La realtà sull’occupazione è ben diversa dalle chiacchiere di Berlusconi». Il più ironico, il capogruppo dei comunisti italiani, Pino Sgobio: «Di tutto e di più, il premier ha illustrato come al solito il paese di Bengodi, i sogni sfavillanti». Il più stupito, Ermete Realacci: «Ora vuole farsi fare una legge per tornare presidente del Milan. Se questi sono i propositi per l’anno nuovo non mi resta che augurare buona fortuna. Agli italiani». Il più amareggiato, Vannino Chiti: «Ci saremmo aspettati, in un momento tanto delicato per il mondo, un po’ più di misura e di contegno, invece, il premier è tornato a fare propaganda con la sua solita arroganza». Il più "audace" Bertinotti: «Proponiamo al Presidente del Consiglio una prova di verità. Provi, il Presidente, a fare il percorso nel disagio di un ammalato. Provi a sentire cosa pensa del suo domani un lavoratore della Fiat e del suo lavoro un insegnante. Poi si rechi a sua scelta in una delle tante realtà del Mezzogiorno per parlare con un serricoltore di Vittoria o con un bracciante del Metapontino o con un disoccupato di Napoli o con le popolazioni investite dal problema della discarica ad Acerra. Proponiamo, al Presidente Berlusconi, di riconvocare la sua conferenza stampa a capodanno per raccontare questo suo viaggio».
Le reazioni alla conferenza stampa di fine anno del premier italiano, scollano fra l’incredulità e lo sdegno. «Berlusconi - dice ancora Pecoraro Scanio, leader del Sole che ride - usa toni messianici, ma la sua attendibilità è pari a zero. Viene smentito dalla realtà, infatti, quando parla degli obiettivi raggiunti dal governo, non dalle opposizioni e dovrebbe avere il coraggio di dire agli italiani la verità e di chiedere scusa per affermazioni tanto ridicole quanto vergognose rivolte al centrosinistra». «Questo discorso incendiario che alimenta lo scontro civile - conclude Pecoraio - è un ulteriore invito all’alleanza di centrosinistra a ritrovare l’unità, per evitare che si prefiguri uno scenario ucraino. Non si può permettere a Berlusconi di condurre l’Italia come fosse il Titanic, la sirena è suonata».
Nel merito, poi, sono tante le voci di chi smentisce, dati alla mano, le affermazioni fatte dal Presidente del Consiglio. «Le parole di Berlusconi sulla sicurezza sono pura fantasia, il patetico tentativo di difendere l’indifendibile», per dirla con il deputato, Maurizio Fistarol, responsabile Sicurezza della Margherita. «La realtà - spiega Fistarol - è ben diversa, perché di fronte al tanto sbandierato quanto fallimentare progetto del poliziotto di quartiere si contrappone una gravissima recrudescenza del fenomeno criminalità che nel solo 2003 ha fatto registrare rispetto al 2002 un incremento del 9,5% delle rapine, dell’8% delle estorsioni, del 4% dei furti, del 21% delle truffe e del 6% dei sequestri di persona con un andamento ancora più fosco per il 2004». « Ciò che è più grave - sottolinea l’esponente della Margherita - è che di fronte a questa emergenza il governo ha tagliato il 20% delle risorse destinate alle forze dell’ordine, peccato che di tutto ciò non vi sia traccia nelle tranquillizzanti quanto irreali parole del presidente del Consiglio».
Ancora più esplicito Sgobio, del Pdci: «Stavolta nessuno gli crederà perché con il nuovo anno la stragrande maggioranza delle famiglie italiane si ritroverà con meno soldi e maggiori difficoltà economiche, proprio grazie alla manovra finanziaria e all’uso dissennato della finanza pubblica. È questo quello che Berlusconi ha accuratamente evitato di dire nascondendo verità amare che sono note a tutti. Altro che rispetto del contratto! Il presidente del Consiglio ha invece voluto sottolineare i suoi intenti pericolosamente autoritari parlando di riforma elettorale a ridosso del voto e, peggio, confermando l’intenzione di modificare la par condicio. Sarebbe, quest’ultima iniziativa, una sorta di
golpe mediatico».
Già, la par condicio. Anzi meglio: la fine della par condicio. E’ stato uno dei passaggi chiave dell’incontro coi giornalisti. Ne parla Giuseppe Giulietti, ds, fondatore e animatore, dell’associazione “Articolo 21”. Dice Giulietti: «Non solo Mediaset ma anche la Rai è patrimonio della famiglia Berlusconi e il reiterato progetto di superare la par condicio e di modificare a colpi di maggioranza la legge elettorale rende invece esplicito il proposito di trasformare tutta la comunicazione politica in un immenso grande affare di famiglia». E ancora: «Il presidente del consiglio ci ha informato, durante la conferenza stampa di fine anno, che Mediaset resterà un
patrimonio di famiglia. Il presidente del consiglio non ci ha invece fatto sapere se e quando la Rai smetterà di essere una parte del patrimonio di famiglia e sarà restituita al pubblico e sarà finalmente retta da un consiglio di amministrazione capace di rappresentare l’intera opinione pubblica. Il
reiterato progetto di superare la par condicio e di modificare a colpi di maggioranza la legge elettorale rende invece esplicito il proposito di trasformare tutta la comunicazione politica in un immenso grande affare di famiglia». E anche lui, termina con un appello: «Di fronte a questo scenario, sempre più realistico ed inquietante, sarebbe opportuno che le forze di opposizione abbandonassero ogni litigiosità e si predisponessero ad una grande iniziativa, in Europa e in Italia, contro ogni forma di broglio mediatico premessa di altri possibili brogli politici».
Nell’incontro, nel tradizionale incontro, di fine annoi coi giornalisti, il premier ha anche lanciato un’offerta politica a Mastella e ai radicali. Come rispondono i due soggetti? L’Udeur dice di non voler dire. «Ho già detto che sono in vacanza... - commenta Mastella - e comunque vale per noi la scelta di autonomia fatta dal Consiglio nazionale del partito». Quanto all’auspicio di Berlusconi, «mi pare ovvio - dice ancora il leader dell’Udeur - che da parte loro, rispetto ad un momento di difficoltà, ci sia tutto l’interesse. Lo farebbe chiunque».
Ed ecco i radicali: «Con rispetto, e con tanti auguri per il nuovo anno, non siamo ai saldi di fine stagione, in cui, in offerta speciale, si mettono insieme Mastella, Mussolini e Radicali, spiega Capezzone. Berlusconi sa bene che da tempo proponiamo ai Poli un contratto politico, ma sta a lui
far saltare la conventio ad excludendum, che invece prosegue e si aggrava, contro Pannella, Bonino e i radicali».




