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L’Italia era in quella valle, in Val di Susa ieri. I giovani non avevano natali
regionali, quelli di Locri o di Cagliari, quelli di Lecce o quelli dell’Aquila,
erano là in Val di Susa. Quali 80.000, eravamo milioni a dire no all’arroganza,
all’ignoranza, alla morte della misura!
A Roma avveniva altro, si è consumato
certo non l’ultimo atto di questa infame legislatura, a Roma si è ballato sul
cadavere della Costituzione.
Quanto i nostri deputati e senatori del centro sinistra hanno sottovalutato l’onda di fango, lo tsunami nostrano, la schiuma razzista, fascista che lambiva le nostre coste, partita dal nord e dilagata conle sue connivenze mafiose fino al tacco del nostro stivale?
Non c’è stata modifica istituzionale che non avesse visto l’occhiolino strizzato dal centro.
Intanto nei salotti televisivi, le "signore" invitate dal becchino democristiano, disputavano del delitto di Cogne, su Rai 2 si festeggiava ancora la vittoria di un’altra oscura signora di uno psicodramma a puntate su un’isola di squallidi ripescati. Su Rai tre la forza e la capacità della nostra polizia diceva il meglio di sè.
Hanno saltato, hanno gridato il loro tripudio invitando tutti a ripetere:"chi
non salta comunista è". Una danza macabra.
Siamo pronti a firmare, siamo pronti a marciare, siamo pronti a gridare, ma chi
pagherà per tutto questo, quando la fine dell’incubo? Come potremmo raccontare
chi eravamo?
Doriana Goracci