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Dossier di Greenpeace, Legambiente e Wwf contro le bugie pro nucleare: “Il nucleare non serve all’Italia”.
Gli slogan pro nucleare sono infondati.
Si dice che il nucleare sia l’unica risposta per fermare i cambiamenti climatici, che è economico, riduce la bolletta e la dipendenza dall’estero ed è sicuro. Bugie e conti fasulli che servono a eccitare una risposta emotiva del pubblico e un dibattito ideologico su tabù e divieti. In realtà si fa il gioco di gruppi che stanno per gestire una montagna miliardaria di investimenti pubblici. La soluzione è semplice: risparmio, efficienza energetica e sviluppo di rinnovabili, via più immediata, economica e sostenibile.
Intanto il costo è almeno il doppio di quel che Scajola dice. Si aggiunga il costo per le scorie e lo smantellamento degli impianti, questo ha scoraggiato gli investimenti negli ultimi 10 anni. L’AIEA prevede a breve una riduzione delle centrali dal 15 al 13% . In Italia occorre costruire da zero tutta la filiera, con immenso costo pubblico. Per 10 centrali servono tra i 30 e i 50 mld di investimenti, più gli impianti di produzione del combustibile e il deposito per le scorie. Le centrali, nella migliore delle ipotesi, entrerebbero in funzione dopo il 2020, e gli investimenti rientrerebbero dopo 20 anni. Sulla sicurezza degli impianti non ci sono garanzie. La 4° generazione arriverà nel 2030. Resta il problema della contaminazione ordinaria, rilascio di piccole dosi di radioattività durante il normale funzionamento delle centrali per i lavoratori e la popolazione.
E c’è il problema non risolto delle scorie: le 250.000 t di rifiuti altamente radioattivi prodotte finora non hanno ancora trovato posto. Abbiamo 25.000 m3 di rifiuti radioattivi, 250 t di combustibile irraggiato, 1.500 m3 di rifiuti annui prodotti da ricerca, medicina e industria e 8.090.000 m3 di rifiuti dello smantellamento delle centrali. L’effetto climatico è minimo e le centrali inquinano come inquina l’estrazione di uranio. Se poi si faranno nessuno in Italia parlerà più di ridurre il CO2 (l’UE ci chiede di ridurlo del 30%) e ci dimenticheremo delle rinnovabili (l’UE ci chiede di portarle al 20%)