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E dove li troviamo i soldi per la ricostruzione?

Publie le venerdì 17 aprile 2009 par Open-Publishing

Aborriamo questo referendum che darebbe a Berlusconi poteri da dittatore e, se ci sarà, voteremo NO ai primi 2 quesiti che annullano le coalizioni, ma aborriamo anche chi sul referendum ci sputa, perché, giusto o sbagliato che sia il suo contenuto, è l’unico strumento democratico che ci resta dopo che l’orrenda legge elettorale di Calderoli ci ha tolto anche le preferenze e ha umiliato sia la funzione del Parlamento che la sua formazione dall’alto e non dalla parte dell’elettorato.

D’Alema ovviamente è favorevole a rimandare il referendum al 2010. E quando mai D’Alema è stato democratico? In Italia ogni governo restringe i diritti dei cittadini mentre allarga gli arbitrii del potere, in perfetta continuità da destra a sinistra, come quella Legge Obiettivo che tanto piacque a Berlusconi ma pure a Prodi. Marco Ponti e Antonio Tamurino denunciarono "la sostanziale continuità della politica delle infrastrutture e trasporti tra il governo Berlusconi e il governo Prodi, che aveva adottato obiettivi, valori e visioni di Berlusconi e Lunardi". Anche le associazioni ambientaliste denunciarono un modus operativo che stralciava il rispetto dell’ambiente, come si vide poi con le opere di Lunardi, ma destra e sinistra non mostrarono differenze sulla passione per la velocizzazione delle opere a scapito della sicurezza e del territorio.

Piatto ricco mi ci ficco! Questa è sempre stata l’unica norma "etica" da un Governo all’altro, da Berlusconi a Prodi, e se c’era differenza non l’abbiamo vista, abbiamo visto invece una pericolosa continuità e contiguità.

La Legge Obiettivo dominò il campo dal 2002 al 2013. Invece di investire in ricerca, innovazione e sviluppo come tutti i paesi europei, Berlusconi scelse la fanfaronata delle grandi opere, dove in 15 anni avrebbe messo 264 miliardi di euro "che non aveva", per cui esse si bloccarono spesso dopo il primo cantiere.
Però l’effetto mediatico fu enorme (ricordate la lavagna da Vespa coi colpi di pennarello?) poi se ne fece solo lo 0,2% e le opere cantierate furono solo il 18%. Queste opere furono scelte dal solo Berlusconi a suo arbitrio e spesso erano del tutto inutili o peggiorative del paese, tanto che l’Europa si oppose. Oggi il faraonico programma si è parecchio ristretto, ma si trattava di 230 grandi lavori che "derogavano alle procedure ambientali", nessuno con progetto definitivo, nessuno finanziata o finanziabile. Insomma un grosso bluff.

E ora Berlusconi ci riprova! Col Piano Casa prima, con le fanfaronate della costruzione d’Abruzzo poi. E le deroghe ritornano. Siamo un paese dove la classe dirigente aborrisce la legge e i controlli e usa entrambi in modo dissoluto e accaparratore infischiandosene del bene generale.

Ora ci occorre una cifra per la ricostruzione che è spaventosa, 12 o 15 miliardi, che corrispondono a una intera Finanziaria.

Occorre che Tremonti ci dica alla svelta dove intende trovare questa massa enorme di soldi e cosa pensa di tagliare, visto che i tagli ricadranno su di noi e non si parla né di dilazionare il Ponte (6 miliardi), né di tagliare le Province (16 miliardi), né di ridurre il Parlamento (4 miliardi e mezzo ogni anno), né di abolire le sovvenzioni alla Chiesa (altri 4 miliardi e mezzo l’anno, unici in Europa a sovvenzionare una Chiesa di Stato! e unici anche rispetto all’America, all’Africa e a gran parte dell’Asia!), né di stroncare l’evasione fiscale (200 miliardi), anzi Tremonti l’evasione fiscale la sta addirittura aiutando!

Praticamente basterebbe rinunciare ai 131 caccia bombardieri (che da soli fanno 13 miliardi) e che sono la spesa più barbara e inutile che potremmo pensare in un momento così grave, ma Tremonti non parla nemmeno di questo!

E noi tremiamo pensando a quante spese, anche mai fatte, dello Stato ci sono state semplicemente addebitate come tasse o come tagli ai servizi.
Sì, certo, possiamo pensare ai fondi speciali europei ma saranno poche centinaia di milioni di euro, e l’Europa comincia ad avere certi scrupoli a rilasciarci soldi a scatola chiusa, dopo le spartizioni indegne del passato tra partiti e persino protetti dalla Chiesa, come Saladino.

I 20 miliardi spariti in Calabria sono l’ultima testimonianza di una serie di truffe in cui governi e partiti vari, in modo bypartisan, hanno introiettato soldi pubblici e hanno insabbiato le inchieste sulla corruzione politica senza tanto badare a presunti valori ideologici. E non dimentichiamo che l’odio politico del Pd contro il “giustizialismo” di Di Pietro ha origine proprio in questa coscienza sporca.

Inutile accanirsi sugli amministratori di centrosinistra dell’Abruzzo o della Campania quando il Belpaese è tutto un gruviera di sottrazioni illecite, di governanti privi di scrupoli, di politica usata come predazione. Qui la corruzione dei costruttori si lega a filo doppio con quella degli amministratori e dei controllori con la compiacenza di una stampa mostruosa.

E, qualunque siano le garanzie e le promesse roboanti di Berlusconi adesso, ricordiamo che i corrotti sono tutti al loro posto e sono sempre rimasti dov’erano facendo al più carriera politica, dal più infimo segretario comunale al primo Ministro.

C’è qualcosa a cui Tremonti potrebbe attingere per affrontare il tema enorme della ricostruzione, ma bisogna vedere se Draghi glielo permetterà e se questa mossa non potrebbe essere lesiva degli interessi dello stesso Governo, ed è la riserva aurea che sta nelle casse del Tesoro.

L’Italia detiene una quantità spropositata di barre d’oro (è al 4° posto nella classifica delle riserve auree del mondo), ma questa sarebbe un’operazione rischiosa perché su quell’oro riposa il valore della nostra moneta, dunque dell’euro, che condividiamo con altri 28 paesi, e non è così facile manometterlo singolarmente, scatterebbero le norme europee e non dimentichiamo che l’Europa è principalmente un’aggregazione bancaria e finanziaria e ci sono rigidi accordi internazionali che vietano manovre di questo tipo.

Vendere parte delle nostre riserve in oro porterebbe denaro nella casse del Governo ma è un’operazione non esente da rischi.

Restano le tasse, ultima spes di tutti i Governi, ma agire sul fisco è rischioso almeno per due ordini di motivi: Berlusconi per sua impronta genetica e di classe non può seguire l’iniziativa di Obama di tassare i redditi più alti e, visto il negativo della Borsa, non è un momento favorevole per tassare le rendite finanziarie. Restano i redditi medio-bassi, ma aumentare una tassazione che è già la più indegna d’Europa in un momento come questo sarebbe la botta finale a un corpo economico morente.

Di ridurre il carrozzone dello Stato o almeno di equiparare redditi di parlamentari, consulenti o dirigenti ai livelli europei sembra non si voglia nemmeno parlare.

Insomma il governo è chiuso tra interessi monolitici eccellenti che non si toccano, rendite clericali, rendite imprenditoria, rendite politiche, evasori eccellenti, manomorte che Berlusconi ha semmai aiutato, mai compromesso. E lo prova anche oggi quando riparla di un nuovo rientro dei capitali sporchi con altri premi fiscali.

Il logo di Tremonti non è mai stato di rastrellare soldi con un aumento dell’equità ma di legalizzare l’illegale (condoni, depenalizzazioni, premi agli evasori o ai trasgressori…)

Chiaro che incrementare la lotta all’evasione e alla mafia e aumentare i controlli sulle ruberie di Stato porterebbe immediatamente molto di più di quel poco che può darci la Comunità Europea, ma come potrebbe farlo proprio un Berlusconi che nasce proprio dal riciclo dei capitali sporchi della mafia, che ha sempre cercato in ogni modo di depenalizzare i ladri di Stato e che sul corpo degli evasori ha il suo zoccolo più duro? Un Berlusconi che non fa che perpetuare sistemi di Governo che ci precipitano sempre più nei paesi del Terzo Mondo e che adesso offre “un nuovo scudo fiscale” a chi rimpatri capitali sporchi dall’estero!

La ricerca dei capitali si presenta dunque come un problema durissimo, in cui le scelte possibili sono bloccate dai veti incrociati di chi ha tutto interesse a tenere questo paese in uno stato di minore civiltà e in cui a pagare saranno i soliti noti, quelli che non hanno potere e dunque sono destinati a stare sempre peggio.

In queste circostanza appare davvero spregevole il cinismo della Lega che dilapida senza batter ciglio quasi mezzo miliardo di euro per non far peggiorare ulteriormente una legge che ha costruito già dalle origini come una porcata contro il popolo italiano. Il peggio nel peggio!

Mentre si esaltano i volontari e i generosi della Protezione Civile e si sollevano polveroni mediatici su critiche giuste e pure, mentre in ogni dove appaiono e riappaiono milioni di conti correnti in cui fregare la solidarietà nazionale, si sta muovendo la grande macchina dei furboni di Stato che ancora una volta ce lo metterà nel culo.

E il nostro giudizio su questo modo orrendo di fare politica non può essere più schifato.

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