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E’ falso che sia l’Europa a volere la privatizzazione dell’acqua

Publie le domenica 17 gennaio 2010 par Open-Publishing
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La Francia torna a rendere pubblica l’acqua che aveva privatizzato. La Germania boccia ogni forma di privatizzazione. E non mi si dica che ciò accade perché Sarcozy o la Merkel sono di estrema sx!

In Italia nessuno si oppone al decreto Ronchi che liberalizza i servizi pubblici locali, che farà passare progressivamente la gestione dell’acqua e dei rifiuti nelle mani dei privati, mentre la proprietà della rete idrica resterà agli enti locali, il che vuol dire che a spendere saranno gli enti locali ma a guadagnare saranno i privati. E, pensando a che tipo di imprenditori alla Impregilo abbiamo in Italia e alla rampante impenditoria a base mafiosa, inesistente per es. in Inghilterra o in Germania, ci vengono i brividi.

E il Pd, che dovrebbe essere il partito di opposizione, sceglie addirittura candidati come Boccia favorevoli alla privatizzazione dell’acqua e, si immagina anche ad altro, e non recrimina sulle privatizzazioni già fatte da amministratori di sx.

Ronchi, e quindi B, giustifica la privatizzazione dell’acqua dicendo che ce lo comanda l’Europa, tant’è che il decreto si chiama “Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione di sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee”, ma è un falso plateale. Nessun diktat europeo impone la privatizzazione dell’acqua, anzi...

La risoluzione europea 11 marzo 2004, “Strategia per il mercato interno, priorità 2003-2006”, dice: “Essendo l’acqua un bene comune dell’umanità, la gestione delle risorse idriche non deve essere assoggettata alle norme del mercato interno”.

Lo ribadisce la Risoluzione europea del 15 marzo 2006, che dichiara: “L’acqua è un bene comune dell’umanità e come tale l’accesso all’acqua costituisce un diritto fondamentale della persona umana; chiede che siano esplicati tutti gli sforzi necessari a garantire l’accesso all’acqua alle popolazioni più povere entro il 2015”.

Emilio Molinari, presidente del Comitato italiano per un Contratto Mondiale sull’acqua, dal 2002 si batte per il diritto all’acqua come bene pubblico.

“Col decreto Ronchi cade l’ultimo bastione di resistenza pubblica rappresentato dalle società per azioni in house, cioè con il 100% del pacchetto azionario in mano ai comuni. Questo è ancora in atto in 64 ambiti territoriali italiani. Dal 2011 le società in house saranno costrette a mettere sul mercato e quotare in borsa il 40% del loro pacchetto azionario. Il decreto prevede che il punto di riferimento del privato diventi determinante all’interno del consiglio di amministrazione. Questo non è un fatto da poco: insisto a dire che l’acqua non è un servizio, ma un diritto umano, e i cittadini non sono né consumatori né utenti. L’acqua italiana è in mano ai privati. Con il decreto si attuerà e si concluderà una lunga battaglia che dura da 10 anni in Italia. Noi abbiamo anche presentato una legge di iniziativa popolare con 400.000 firme consegnate al Parlamento. Ma tutto ciò viene vanificato dal decreto.

Non è affatto l’Europa a volere questa privatizzazione. Tant’è che la Francia, prima nazione a privatizzare il proprio servizio idrico, lo sta rendendo di nuovo totalmente pubblico. Il Belgio ha fatto una legge per non privatizzare l’acqua. La Germania ha bloccato la privatizzazione, nonostante sia il paese dove ha sede una delle principali multinazionali dell’acqua. Anche la Spagna e l’Austria hanno detto no alla privatizzazione. Per non parlare dell’America latina, dove addirittura sulla questione dell’acqua vengono cambiate le costituzioni. Anche negli Usa l’acqua è in mano alle municipalità.

Aanche dire "ciò che è pubblico non funziona e ciò che è privato sì" è una emerita balla.

Dice Molinari: “E’ stato il privato a fare il vino al metanolo, il pollo alla diossina e la mucca pazza, a mandare le scorie tossiche in discariche abusive, a inquinare le acque evitando le depurazioni, a spremere fin che può un’impresa per poi lascia le perdite al pubblico. Il privato è Parmalat, Cirio, è Telecom privatizzata. E’ il privato che ha sommerso il mondo con i titoli spazzatura che il pubblico dovrà ripianare e sarà il privato che eviterà i controlli e nasconderà la non potabilità dell’acqua, non farà le manutenzioni".

Il privato è la mafia, l’imprenditoria assassina e schiavista, il capitale criminale.

Il privato non ha più etica collettiva e non garantisce nulla di collettivo. Guarda Marchionne cosa garantisce? O Impregilo? O Colaninno? O Angelucci? O cosa garantiscono i grossi capitali mafiosi che ormai sono dappertutto?

Il profitto oggi non è nemmeno più nell’impresa. Tanzi ci mostra chiaramente che è nel gioco in Borsa e Marchionne che è nella ricerca di schiavi a minor prezzo e il Governo che è nei patti con la mafia.

Qui non è in gioco una miglior resa del settore idrico, sono in gioco grossi capitali che, col rientro facilitato dello scudo fiscale, saranno certamente capitali mafiosi che cercano nuovi settori in cui investire. E la politica dissennata di Berlusconi appoggiata da D’Alema gli sta offrendo su un vassoio d’argento nuove ricchezze, a scapito nostro.

“Viviamo un tempo in cui il privato ha perso ogni etica dell’azienda, e il profitto oggi non sta più nemmeno in quanto e come si produce, ma nel gioco finanziario. Ma poi di che mercato parliamo? L’acqua è un monopolio naturale e concorrenza e competitività sono termini privi di significato. I privatizzatori negano il diritto umano all’acqua, questa è la realtà. “ (Molinari)

Masada n° 1071. Signore, dacci l’acqua quotidiana

http://masadaweb.org

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