Home > E le tasse? Alle calende greche
Berlusconi sta freneticamente tentando di far sparire dai palinsesti i fatti di Rosarno e il razzismo intollerabile della Lega e anche il disastro della crisi che è tutt’altro che alle spalle come dice questa manica di dissennati e nel 2010 morderà a sangue gli italiani, e così devia tutti i media sul suo falso attentato, sui saldi che dovrebbero negare il crack per un fantomatico periodo di spese pazze, e preme l’acceleratore sulla promessa ormai stantia di riduzione delle tasse e sulla necessità collettiva di massacrare la giustizia per salvare lui solo con l’esca di collusioni per le Regionali.
In questa disinformazione totale Berlusconi mette tutte le sue armi di distrazione di massa e sembra che il turpe giochetto gli riesca, visto che i sondaggi gli danno ancora (!) il 60% di consenso, ma qualcosa deve pur dirgli che i numeri mentono e che troppe volte al consenso dei sondaggi ha corrisposto la sconfitta elettorale (vd Al Gore o Obama) .
Ci manca ora un bel fatto di sangue su cui parlare a mo’ di Cogne, visto che su Perugia l’audience crollava e del delitto di Via Poma ne hanno tutti piene le tasche. E poi c’è sempre l’eros e il gusto tutto italiano per il pettegolezza piccante. Magari si risposa. O si fa l’amante fissa, ma solo platonica, come Sgarbi. O corrisponde con una suora, come faceva Pacciani per farsi l’aureola. Insomma: stupire, stupire, stupire. La serietà qui non sta di casa.
E così: marciamo a tutto Vespa!
E sulla riduzione delle tasse il triste figuro non ci pensa nemmeno a discuterne in Parlamento con una proposta seria e articolata che spieghi anche da dove li toglie quei soldi che con 2 aliquote sparirebbero. Vuole aumentare il prezzo di pane e latte? O della solita benzina?
Ne parlerà da Vespa, il suo teatrino personale, senza contraddittorio, o con giornalisti embedded (l’immancabile e vacuo Sansonetti, l’ossequiente Ferruccio de Bortoli), magari con lavagna e pennarelli. Tanto tutto è già rimandato alla fine della legislatura. Cioè alle calende greche.
Ma davvero il 60% degli italiani ancora gli crede?
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