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Che l’assassinio del commissario Calabresi sia stato uno dei crimini più assurdi degli anni settanta per molti versi anch’essi assurdi, siamo tutti d’accordo . Che lo Stato ritenga di onorare Calabresi con medaglie , cippi ed intitolazione di vie ci può stare . Che gli eredi, la vedova e gli orfani raccontino sui media la loro esperienza è umano ed accettabile . Che chi all’epoca sbattè Calabresi come il mostro in prima pagina , e non si dispiacque allora della sua morte ora faccia robusta autocritica è nell’ordine delle cose. Così come può anche avere una sua logica perversa che i tre presunti mandanti ed esecutori siano stati condannati , anche se la sequela di nove processi avrebbe suggerito che un’assoluzione potesse essere una soluzione più saggia.
Quello che invece stupisce ed un po’ disgusta è il silenzio tombale caduto sulla morte di Pino Pinelli, uomo giusto e pacifico, caduto dalla finestra della questura di Milano ; nessuno che ricordi come all’epoca la cattiva coscienza delle istituzioni impedì fisicamente che i colpevoli del fatto che un libero cittadino , dopo essere stato illegittimamente trattenuto in questura ,precipitasse nel cortile della questura , fossero individuati .
Nessuno che ricorda come il dott. D’Ambrosio andò a cozzare , nel corso della sua istruttoria , nella omertosa reticenza di questurini e carabinieri : e comunque Calabresi, che forse non aveva una responsabilità diretta nei fatti, sapeva ma tacque : sapeva perchè non poteva non sapere, perchè si stava montando in quel momento quella che venne in seguito giustamente qualificata come provocazione poliziesca cioè la presunta pista anarchica delle bombe in Milano, in piazza Fontana, ma anche alla Fiera il 25 aprile 1969 .
E Calabresi, che non era un semplice questurino, ma il capo della squadra cosiddetta " politica" anche se forse non era partecipe dell’inganno, non poteva non sapere . Ed il suo dovere da poliziotto della Repubblica era di parlare , denunziare e ricercare la verità o di tacere come hanno fatti i suoi superiori ?
E’ certo e non si può discutere che comunque l’assassinio di Calabresi fu atroce , ma non si può neppure rimuovere gli eventi dalla storia , come accade in "1984" di Orwell ; la Storia non è una lavagna dove si scrive o si cancella a seconda delle stagioni ; è vero ed è un fatto storicamente provato che apparati dello Stato depistarono le indagini sulla strage di Piazza Fontana dirigendole verso gli anarchici ; è vero ed è un fatto storicamente provato che il depistaggio iniziò dalla questura di Milano , nella quale Calabresi era un funzionario di peso ; è vero ed è un fatto storicamente certo che Valpreda è rimasto in carcere anni da innocente .
E’ vero ed è un fatto storicamente provato che Pinelli, un cittadino italiano come me che scrivo, voi che leggete , come Calabresi che è stato ucciso , è entrato vivo in questura , è stato trattenuto illegittimamente , ed è morto come un cane cadendo dalla finestra della questura stessa.
Messaggi
1. E pinelli? , 17 maggio 2007, 22:19
mi ricordo di PINELLI,
come si vuole distorcere la storia,uno un eroe l’altro un terrorista
da vergognarsi di essere italiani,
dimenticavo,proteggeva le istituzioni cioè il loro potere
l’articolo e scritto con verita complimenti.
1. E pinelli? , 17 maggio 2007, 22:59
Pinelli terrorista ?
Ma se fu completamente scagionato, come tutti gli anarchici, per gli attentati del 1969 ...del resto all’ epoca, il "terrorismo" di sinistra non esisteva, nacque proprio come reazione a Piazza Fontana ed ai tentativi di golpe ....
Avresti dovuto sentire stasera il figlio di Calabresi, Mario, ora caporedattore di Repubblica ( tra l’altro è superiore diretto proprio di Adriano Sofri) ad "Otto e mezzo", la trasmissione di Giuliano Ferrara su La7.
Per Pino Pinelli ha avuto profonde parole di stima e di rispetto .....
Curioso poi che la eventuale "copertura" di una strage sarebbe un servizio per le istituzioni, belle istituzioni ... mi sembra invece il tuo un pessimo servizio proprio per Calabresi ... lui probabilmente ha "coperto" solo l’omicidio - sicuramente avvenuto casualmente ed in sua momentanea assenza dalla stanza, durante un "interrogatorio" di un certo tipo - di Pinelli, poi buttato già morto dalla finestra per simulare il suicidio ... della strage sicuramente non sapeva nulla ..... ed ha finito invece per pagare per tutti ... lasciato solo come un cane da questo stato di merda .......lo stesso che ha sacrificato in tempi più recenti Moro, Biagi, Calipari e tanti altri suoi ingenui "servitori" .....
K.
2. E pinelli? , 18 maggio 2007, 08:52
Forse non mi sono spiegato : certamente Calabresi nulla sapeva della strage di Piazza Fontana ;ma altrettanto certamente la questura di Milano montò a freddo la falsa pista degli anarchici che di fatto ha depistato le indagini ed ha impedito nei momenti più importanti dell’indagine , quelli immediatamente prossimi l’evento , che si cercasse nella direzione corretta. Mi chiedo però , e la risposta non può essere che negativa, se il povero Calabresi ha veramente servito la Repubblica o no, se sia stato , come direbbe un Giacobino, un cittadino virtuoso o meno ; ciò ovviamente non giustifica nulla di ciò che è successo, ma mi convince che per l’opinione pubblica vi sono i martiri di serie A , e quelli come Pinelli ,di serie B , per i quali si è avari di commemorazioni e medaglie .
Buster Brown
3. E pinelli? , 29 maggio 2007, 16:41
Lettera, aperta, alla vedova del commissario Calabresi
Gentile signora colpito dalla sensibilita’ con la quale ha accolto le numerose manifestazioni in memoria di Suo Marito,servitore dello stato, nonche’ padre dei suoi figli, vengo a dirle la mia impressione rispetto a queste iniziative.
So benissimo che, non contano niente, ma vede ho un figlio anch’io, e ci tengo che abbia l’impressione che suo padre, anche se non e’ servitore dello stato, ma uno sfruttato dallo stato, dal sitema, ha una sua dignita’ e non intende perdere la memoria.
In questi giorni, non si e’ fatto parola di un’altra vittima, di stato questa volta, parlo di Giuseppe Pinelli. Forse, Signora, lei non sa chi sia. Io non l’ho mai conosciuto di persona ma ho saputo chi era.
Giuseppe Pinelli non era un delinquente, era un ferroviere anarchico. La polizia, che stava manovrando per conto dei servizi segreti, nel tentativo di inventarsi i piu’ disparati responsabili per la strage di piazza Fontana, lo invito’ in questura. Ha capito bene, Signora, non lo porto’ con le manette, come si dovrebbe fare con i delinquenti che abbiamo in parlamento in questi tempi. Lo invito’, ripeto, e Lui ando’ in questura con il suo motorino seguito a breve distanza dalla polizia.
Usci’ dagli uffici della questura da morto, precisamente dall’ufficio di Suo Marito, il Martire del momento. Anche la vedova Pinelli, non ebbe piu’ suo Marito, anche le sue figlie non ebbero piu’ un padre. Lo stato dimentica queste cose, ma una vedova, una madre, una timorosa di dio ed amante della giustizia, dovrebbe ricordare, due parole avrebbe potuto dirle. Ho sentito, parole sue, che suo marito era amante della vita, della famiglia ecco Signora, io non ho conosciuto Pinelli, ma le posso garantire che era amante della vita, della famiglia e cosa fondamentale della GIUSTIZIA, quella che non ha ancora avuto.
Ecco perche’, Signora, tutte queste manifestazioni in memoria di suo marito, mi fanno girare i coglioni e parecchio.
In momenti come questi vorrei mille locomotive scagliate come cose vive contro l’ingiustizia. Andra’ a finire che credero’ in dio, anch’io, forse e’ l’unica speranza per avere giustizia, ma poi rinsavisco subito. Non esiste e se esistesse ci sta’ pigliando per il culo, come, nel suo piccolo, sta’ facendo Lei.
Ossequi.