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E poi hanno il coraggio di auto-definirsi cattolici democratici...

Publie le venerdì 19 settembre 2008 par Open-Publishing

E poi hanno il coraggio di auto-definirsi cattolici democratici...

di Bartolo Lorefice

Un presidente del consiglio che dinanzi alla domanda se è antifascista non risponde, nella storia repubblicana e democratica italiana non si era mai visto.

A Comiso cancellano l’intitolazione dell’aeroporto al comunista Pio LaTorre ,assassinato dalla mafia per ritornare al vecchio nome Giovanni Magliocco, generale fascista morto da eroe della patria romana e littoria in Etiopia; a Ragusa fanno costruire una immensa statua da sistemare in una piazza centralissima del gerarca Giuseppe Pennavaria; i loro ministri, in occasione dell’8 settembre commemorano i “ ragazzi di Salò “, sdoganati anche da Luciano Violante; i loro militanti a Roma salutano la vittoria del candidato sindaco camerata Gianni Alemanno con fieri saluti romani; i loro giovani di belle speranze non trovano le ragioni per dirsi “ antifascisti “.

Questi sono i signori della nuova destra, la destra purificata dal grande timoniere Berlusconi, la destra di governo, la destra che si fonde per creare un grande partito popolare che alle prossime elezioni europee si candida a divenire il più grande partito del Partito Popolare Europeo, la destra che dice di affondare le proprie radici culturali e politiche nel cattolicesimo democratico europeo, la destra moderna e americana.
Ma quando mai. Sono sempre loro. Sono sempre fascisti, neri nell’animo e assetati di vendetta, nostalgici del ventennio, dei busti e delle piazze dedicate a gerarchi e gerarchetti, con il tic della mano destra che si alza per salutare i camerati, con il manganello in bella mostra sulla scrivania accanto alle sacre scritture.

Sono gli ipocriti di sempre, i perbenisti che condannano ciò che loro amano di più fare. Sono quelli che saltano al coro di “ Chi non salta comunista è “, quelli che il 25 aprile vanno al mare, quelli che vogliono “ la pacificazione nazionale “ a parole asserendo che anche i partigiani hanno le loro colpe, sono quelli che fanno la fila per leggere i libracci di Giampaolo Pansa, sono quelli che una volta nella vita vanno a Predappio, sono quelli che vogliono riscrivere la storia equiparando in maniera sommaria, nei libri di testo, comunismo e nazismo, sono quelli di Dio, Patria e Famiglia.

Sono sempre loro. I fascisti. Negazione e offesa vivente della Repubblica democratica e costituzionale nata dalla Resistenza partigiana.