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È stata una grande giornata di festa e di lotta
Publie le domenica 5 novembre 2006 par Open-Publishing3 commenti

FOTO > 4 novembre STOP PRECARIETA’ ORA! >>
4 novembre 2006 - E’ stata una manifestazione enorme, unita, pacifica. E’ servita a denunciare le nuove forme barbare di sfruttamento e schiavitù che in Italia riguardano 7 milioni di persone. Ds, Margherita e Cgil hanno perso una grande occasione. Fortissima la presenza Fiom. Duecentomila persone hanno sfilato in corteo ieri a Roma, per ore, da piazza Esedra a piazza Navona. E’ stata una protesta fortissima, massiccia, pacifica, contro le politiche del lavoro degli ultimi governi che hanno esteso la piaga del precariato, cioè delle nuove feroci forme di sfruttamento del lavoro.

È stata una grande giornata di festa e di lotta
di Simone Oggionni
su redazione del 05/11/2006
Almeno 150.000 persone hanno attraversato questo pomeriggio il centro di Roma. Da piazza della Repubblica alle 14.30, puntuale, si è mosso un corteo imponente, lunghissimo, colorato, palpitante. Il cuore rosso dell’Italia ha ritrovato quest’oggi la forza e la voglia di pulsare, in una festa splendida di protesta e di proposta. Contro la precarietà, drammatica cifra di questo capitalismo, e per l’abrogazione delle leggi anti-sociali del governo Berlusconi: la legge 30, la Bossi-Fini, la Moratti. Ma anche a favore di una nuova stagione dei diritti, a cui deve contribuire una legislazione sul lavoro rinnovata, che restituisca dignità al lavoro e centralità al contratto a tempo indeterminato.
Questo hanno chiesto oggi le lavoratrici ed i lavoratori giunti a Roma da tutta Italia. Centinaia le loro bandiere e gli striscioni dei sindacati (Fiom in primo luogo, ma anche molte Camere del Lavoro, i Cobas, le Rdb), centinaia le insegne e i volantini delle forze sociali e politiche della sinistra (dall’Arci a Rifondazione Comunista, dal Pdci ai Verdi).
Dietro l’enorme, didascalico striscione di apertura (“Stop alla precarietà ora”), fianco a fianco hanno sfilato Gianni Rinaldini e Giorgio Cremaschi, il segretario del Prc Franco Giordano e Piero Bernocchi, Claudio Grassi, Paolo Beni, Alfonso Gianni, Paolo Cento, Patrizia Sentinelli, viceministro degli Esteri. Tanti i sottosegretari, tantissimi i parlamentari.
Migliaia i giovani e i giovanissimi: ci sono i ricercatori universitari e gli operai dei call center, i metalmeccanici e gli interinali, i collaboratori a progetto e gli studenti dei collettivi. Insieme a loro cento altre vertenze, cento altre lotte, cento diversi movimenti, da quello anti-sfratti e per il diritto alla casa a quello per la chiusura dei centri di permanenza temporanea.
La sinistra, quella che piace a noi, quella che non si stanca mai di lottare, quella che difende e rappresenta il mondo del lavoro, è tornata in piazza. È la risposta migliore che potevamo dare alle tentazioni moderate di una parte consistente del governo, soprattutto in questa fase così delicata, nel mezzo della discussione su di una Finanziaria ad oggi largamente insufficiente.
TUTTI GLI ARTICOLI E FOTO AL LINK:
http://www.edoneo.org/4novembre.html

Messaggi
1. > È stata una grande giornata di festa e di lotta, 8 novembre 2006, 17:27
Sono capitato in modo casuale su questo sito. Stavo cercando informazioni su Luigi De Marchi e sono giunto qui dopo pochi click. Siccome la questione mi sta a cuore, vorrei motivare la mia contrarietà ai contenuti della manifestazione di piazza.
PREMESSA:
Io sono un precario. Guadagno, quando va bene, 800 euro netti al mese e vivo, a 30 anni, ancora a casa con la mamma ed il fratello, senza prospettive immediate di andare a stare da solo o tantomeno di permettermi un mutuo o niente del genere.
ARGOMENTAZIONE:
Se i contratti di assunzione "normali" (non quelli atipici) sono dei contratti per legge VITALIZI (vedi art.18), chiunque può intuire che una qualsiasi azienda preferirebbe prendere un lavoratore con un contratto atipico piuttosto che accollarselo fino alla pensione. Giusto? Non bisogna essere genii della gestione d’impresa per sapere che l’impresa è fatta di rischio e che i lavoratori a tempo indeterminato (cioè, a vita) sono un rischio molto grande per una qualsiasi impresa. Di qui la coseguenza: le imprese preferiscono dare lavoro usando le varie tipologie "atipiche" (che non godono di nessuna tutela o quasi).
Un fatto, intanto, è evidente: Abbiamo da una parte una massa di lavoratori a tempo indeterminato, supertutelati (CGIL, CCNL vari, non ditemi che non è vero, dai!). Dall’altra c’è una crescente massa di lavoratori precari a vario titolo (senza diritti ne tutele). Insomma una serie A ed una serie B (o forse, più che B direi Z...)
Ora, voi avete chiesto che questi lavoratori precari (di serie Z) vengano assunti e che tutti diventino lavoratori di serie A (assunzioni a tempo indeterminato). Se tale richiesta fosse accettata, vi rendereste presto conto che le imprese assumerebbero molto MENO di adesso, che ci sarebbe PIU’ disoccupazione e che l’economia ne risentirebbe in modo pazzesco! Se il governo ascoltassse le vostre richieste, ci troveremmo nel giro di pochi mesi in una situazione simile a quella dell’Argentina di pochi anni fa.
Io propongo un’altra soluzione: Invece, di portare tutti all’ (economicamente insostenibile) lavoro a vita per tutti, proviamo a riavvicinare i due mondi del lavoro, anzi a farli coincidere. Esiste una via di mezzo virtuasa fra i due mondi. Questa via di mezzo prevede che il contratto di lavoro "normale", a tempo indeterminato, non sia esente dalla possibilità di licenziamento per motivi di riordino di organico (cioè perchè il "padrone" decide così). Ma allo stesso tempo chi rimane col culo per strada riceve degli indennizzi, dall’azienda e dallo stato (in Inghilterra si chiama "welfare to work") finchè non trova un altro lavoro.
Questa soluzione avrebbe vari vantaggi:
1) aumento offerte di lavoro a tempo indeterminato (con ferie, malattia, etc) perchè questo contratto non è più vitalizio e quindi le imprese non hanno più paura ad offrire tali contratti.
2) aumento di produttività perchè chi lavora deve continuare a dimostrare di essere utile altrimenti PUO’ essere licenziato. Anche tra gli statali (lo so, questa sarebbe una rivoluzione!).
3) Conseguentemente ai primi due punti, si aprirebbe una fase di crescita economica ed ottimismo con più lavoro e salari più alti vista la domanda più alta di lavoratori (un circolo virtuoso).
4) Il precariato non sarebbe più un problema perchè esisterebbe un sistema di welfare che copre (non in modo indefinito ma in modo progressivamente minore) un lavoratore fra un lavoro e l’altro. Così stando le cose, uno che dovesse perdere o cambiare lavoro potrebbe continuare a pagare i vari mutui finchè non trobva un altro lavoro (a meno che non stia troppo tempo senza lavorare).
Credo che si potrebbero elencare altri effetti positivi ma mi fermo a questi.
RIASSUMENDO: io vorrei una Riforma delle tiplogie contrattuali del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali che prevedano:
– Libertà di licenziamento
– tutele per TUTTI durante il lavoro e TRA un lavoro e l’altro
IO credo che la FLESSIBILITA’ sia un bene. La rigidità del mercato del lavoro frena l’economia con conseguente lavoro per pochi fortunati (a condizioni ottime!anzi meravigliose! chi non vorrebbe poter contare su un lavoro sicuro per tutta la VITA?). La Flessibilità è ossigeno per le imprese. Imprese floride= più lavoro. Se uniamo la flessibilità ai DIRITTI dei lavoratori (non ai loro privilegi come temo vi siate illusi) ecco che abbiamo un binomio vincente: FLESSIBILITA’ e DIRITTI.
La cosa che mi pare più paradossale è che la mia posizione mi pare più di sinistra della vostra. All’idea dello stato che cerca (contro ogni logica economica) di intervenire in modo da garantire un lavoro vitalizio per tutti (il che creerebbe la bancarotta generalizzata e disoccupazione al 70%), io oppongo una riforma liberale del mercato del lavoro che tuteli sia chi fa impresa che il lavoratore dipendente. Un circolo virtuoso. Io spero che un giorno la sinistra dei sindacati, degli scioperi, delle manifestazioni possa svegliarsi e rendersi conto che viene superata A SINISTRA da posizioni liberali e rifromiste. E’ un paradosso. Ma c’è da chiedersi chi siano i conservatori e chi i rivoluzionari di sinistra. Spero che non vediate in questo messaggio un messaggio offensivo. La mia intenzione è quella di uno stimolo amichevole a persone che sono nel mio stesso status (precario) ma lottano, a mio parere, con gli slogan sbagliati.
Mark
(Firenze)
1. > È stata una grande giornata di festa e di lotta, 10 novembre 2006, 12:05
Basterebbe, come in alcuni paesi avanzati, che il lavoro precario costasse alle aziende piu’ di quello non precario, ed il problema sarebbe risolto.
Vanni
2. > È stata una grande giornata di festa e di lotta, 11 novembre 2006, 13:32
il problema caro mark è che mentre le nostre condiziuoni di vita peggiorano, gli imprenditori (sopratutto i grandi) hanno contuato a fare profitti da capo giro. mentre i nostri salari si abbassano, i loro profitti aumentano!! allora. senza volerla fare lunga quello che chiediamo è che loro guadagnino meno (gdagnare è un termine improprio...ma questa è un’altra storia!) e noi un po’ di più.
non voglio darti lezioni di economia perchè non ne capisco un tubo...il problema è pure che se non ci pagano di più, noi non possiamo comprare (comprare quello che produciamo noi...che strano sto capitalsmo!), non possiamo mantenere l’economia, e così i loro profitti si abbassano. e sai che fanno per non farli abbassare? chiedono nuova flessibilità perchè i soldi che perdono li vogliono recuperare da qualche parte, ovvero tagliando il costo del lavoro.
non mi sembra stupida l’idea che tra un lavoro ed un altro ci sia continuità di reddito. anzi ottima.qui nessuno vuole avere una vita monotona e fare fino alla pensione lo stesso lavoro.
il problema è che i soldi per la continuità di reddito tra un lavoro ed un altro devono cacciarli chi in questi hanni ha visto aumentare i profitti...gli stessi che ammazzerebbero la madre pur di non concedere un po’ dei loro miliardi (i padroni) a coloro i quali queii miliardi glie li fanno fare! (i lavoratori).
scusate la grossolanità della mia economia...ma da precario che si spacca la schiena tra mille difficoltà vedere crescere i loro profitti e diminuire il nostro tenore di vita mi fa incazzare!!!
anche per questo ero il 4 a roma
buffo