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Regia: Shekhar Kapur
Soggetto e sceneggiatura: Michael Hirst, William Nicholson
Direttore della fotografia: Remi Adefarasin
Montaggio: Jill Bilcock
Interpreti principali: Cate Blanchett, Geoffrey Rush, Clive Owen, Rhys Ifans, Jordi Mollà, Abbie Cornish, Samantha Morton, Tom Hollander
Musica originale: Craig Armstrong, A.R. Rahman
Produzione: Working Title Films
Origine: Gb, 2007
Durata: 114’
Molte le idee sovrane che il colossal del regista pakistano Kapur regala al pubblico: la regina delle regine Elisabetta I Tudor e la sua vicenda personale e di regno, la regina con la maiuscola la Storia, la regina del set Cate Blanchett, che grazie a un’interpretazione superlativa regge un ruolo non facile in sé e nella fiction, ch’era stato di Sarah Bernhardt, Bette Davis, Glenda Jackson. C’è in più l’occasione di ripassare argomenti d’un secolo intricatissimo, il Cinquecento, delle sue guerre di religione, del controllo del vecchio continente che vedeva in concorrenza Francia e Spagna, della supremazia dei mari e dei traffici coloniali che aveva nell’Inghilterra piratesca dei Drake una pericolosa antagonista. La prossimità storica ai fatti narrati fanno del film uno strumento oltre che artistico, didattico per rilanciare l’approfondimento di personaggi e avvenimenti. Ma un consiglio: prendete un buon manuale storico e compulsatelo, godrete meglio tanti particolari andando oltre la bellezza di costumi e l’efficace interpretazione del cast.
Siamo alla metà del XVI secolo quando Elisabetta, nata nel 1533 da Enrico VIII e dalla seconda moglie Anna Bolena, salì sul trono d’Inghilterra subentrando a Maria, detta la sanguinaria per le truculente persecuzioni di protestanti. Elisabetta si propose come regina di tutto il popolo, oltre le scelte religiose di ciascun suddito, ma gradualmente fu trascinata nei conflitti di potere che prendevano spunto dall’appartenenza di fede. Osteggiata dai cattolici che volevano al suo posto la cugina Maria Stuart, sovrana di Scozia, giungerà ad accettarne la condanna a morte voluta più come ragione di stato di fronte ai complotti manovrati dal re di Spagna cui la Stuart aveva aderito. Accanto ai conflitti religiosi il Parlamento inglese si preoccupava della vaghezza con cui la regina trattava il suo nubilato durato così a lungo da essere definita la ‘‘vergine’’. Pretendenti d’ogni casata europea si susseguivano nel palazzo reale senza colpire né il cuore né la mente di Elisabetta che si mostrava donna di spirito e decisionista.
Trovò in William Cecil un eccellente consigliere politico e in alcune preferite come Bess, sua dama d’onore, la confidente delle passioni più intime. Ebbe a corte anche Walter Raileigh, esploratore e pirata, che in suo onore chiamò Virginia un territorio colonizzato nel Nordamerica. In una delle poche libertà della sceneggiatura la sovrana gli chiederà un tenero bacio che presumibilmente i due mai si scambiarono, plausibile invece visto il fascino della figura d’avventuriero che the Queen fosse gelosa dell’imprevista relazione intercorsa fra lui e Bess, in quanto quest’ultima avrebbe dovuto rivelare alla sovrana ogni mossa di carattere privato e d’alcova. I momenti spettacolarmente più avvincenti riguardano il fallito attentato che Elisabetta subì, quando sulla scena presta il corpo diafano nelle carni e nei paramenti al giovane fanatico cattolico che con un colpo d’arma da fuoco la manca. Oppure quando vestita d’armatura lucente come il più leale dei sovrani o il più eroico dei capitani d’armi pronuncia davanti all’esercito il celebre discorso alle truppe riunite a Tylbury mentre l’Invincibile Armata sta salpando i mari per assediare il regno. E’ la guerra con lo spagnolo Filippo II del 1588 che vedrà la disfatta di quella flotta – 150 navi da guerra e 30.000 uomini - considerata imbattibile. Drake e Howard ebbero, complice il maltempo, la meglio, per la Spagna iniziava il declino. Elisabetta invece regnerà ancora un quindicennio per spegnersi settantenne dopo aver dovuto far fronte ad altre difficili vicissitudini: la Guerra dei nove anni e la ribellione dell’Irlanda.
Enrico Campofreda, 20 ottobre 2007
Messaggi
1. ELIZABETH: THE GOLDEN AGE, 22 ottobre 2007, 17:14
speriamo ne facciano uno anche sulla vita dei poveri sudditi... :-)