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EMILIO MOLINARI e la difesa dell’acqua

Publie le martedì 31 marzo 2009 par Open-Publishing
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Emilio Molinari e’ un politico italiano, esponente di Democrazia Proletaria e parlamentare europeo. È stato eletto alle elezioni europee del 1984 per le liste di DP. È stato membro della Commissione per l’energia, la ricerca e la tecnologia e della Delegazione per le relazioni con il Giappone. (vedi un suo video http://www.youtube.com/watch?v=1tJgimYuW_A ).

“Contrastare il processo di privatizzazione e mercificazione dei Beni Comuni, a cominciare dall’Acqua, e’ una delle battaglie decisive di quest’epoca, una battaglia non ideologica ma di civilta’.
La cosa gravissima, ha segnalato Molinari, e’ che il parlamento italiano ha votato l’obbligatorita’ della privatizzazione dell’acqua italiana e lo ha fatto “con voto unanime” e questa e’ un caso unico al mondo! Che dimostra il totale fallimento della politica internazionale, di tutti i governi e della partitocrazia italiana, il fallimento del nostro Parlamento. L’ONU non e’ ancora arrivata a dichiarare che l’acqua “e’ un diritto umano”, ha detto al massimo che essa e’ “un bisogno”.
L’acqua continua a essere ritenuta “una merce”! L’ONU si piega agli interessi economici delle multinazionali dell’acqua e rimanda di altri 3 anni la sua difesa. Percio’ rilascia alle multinazionali il destino dei grandi invasi, delle fonti, dell’acqua pubblica. Non a caso la Banca Mondiale “ordina” ai paesi del mondo di costruire quelle dighe che formano i grandi invasi che sono di proprieta’ di chi l’acqua la vuole vendere in bottiglia e vuole fare speculazione e mercificazione di un bisogno universale. 3600 di queste dighe hanno rovinato l’India con esodo della popolazione, cambiamento del clima e impoverimento del territorio. 47.700 in India quelle piu’ alte di 15 metri, volute dalla Banca Mondiale, che hanno costretto a un esodo forzato 36 milioni di persone.

A Istanbul il 15 di marzo le multinazionali hanno segnato l’ulteriore vittoria del profitto su un bene universale, su in diritto universale. Il diritto a bere e’ stato messo in bottiglia. Il diritto piu’ fondamentale del mondo devi essere obbligato a comprarlo al supermercato per servire gli interessi di grandi gruppi di potere.

Gli invasi della Valtellina sono di AN, AN ha dominato la politica idrica della Valtellina. Oggi AN entra in A2A e Zucconi, il suo presidente, dichiara, e lo riportano i giornali: “Finalmente siamo anche noi dei predatori”.

Le dighe vogliono dire l’espulsione di intere popolazioni dai loro territori, lo vediamo per il Tigri e l’Eufrate, chi domina le grandi dighe decidera’ chi vive e chi muore, chi avrà l’acqua e chi no. La Russia dichiara che in futuro mettera’ tutta l’acqua in condutture e l’acqua sara’ messa sul mercato come il petrolio e costera’ come il petrolio e chi non potra’ comprarsela morira’ di sete. Ma in Italia facciamo di peggio. La legge di Berlusconi del 2 agosto “obbliga” a privatizzare l’acqua, sottrae l’acqua agli enti locali e alla disponibilita’ pubblica dei cittadini. In Italia si e’ gia’ deciso che poche societa’: Iride, Hera ecc, domineranno l’acqua italiana. La politica fara’ i loro interessi.

Io vorrei – dice Molinari - che la Chiesa tuonasse su questo punto. Vorrei che le grandi persone d’Italia, dello sport, della societa’ ecc., dicessero chiaro a tutti cosa sta avvenendo. Non e’ un caso che tutte le leggi italiane a partire dal 94 e dalle dichiarazioni universali di Dublino ecc si giocano sulla definizioni se l’acqua e’ un bene umano o un bene economico, ma l’ONU, l’UE ecc finora hanno dichiarato che l’acqua e’ un bene economico, togliendo anche poteri alle amministrazioni locali che ormai non snano piu’ cosa vendere, e su questo la politica fallisce ovunque. L’acqua e’ un bene comune, e’ un bene di tutti che va gestita da tutti cominciando dal basso.

Dopo il World Water Forum appena conclusosi a Istanbul, arrivano a Genova i primi testimoni della resistenza contro le privatizzazioni dell’acqua. Esperti di Salvador, Honduras e Nicaragua raccontano i gravi impatti dei profitti delle grandi imprese dei servizi sulle loro popolazioni.

Ed Emilio Molinari, presidente del Comitato Italiano per un Contratto Mondiale sull’Acqua rivela che l’Italia e’ l’unico Paese al mondo ad aver imposto la privatizzazione di un diritto fondamentale. Un problema anche per Genova, un buon affare per le sue imprese.

E’ da diversi anni che le organizzazioni non governative italiane attraversano con carovane di solidarieta’ e conoscenza i Paesi teatro delle piu’ gravi violazioni dei diritti umani di tutto il mondo. Tra queste una delle piu’ crudeli e’ il mancato accesso all’acqua potabile, che porta alla morte milioni di persone ogni anno in tutto il mondo, in particolare i bambini. A Istanbul si e’ appena concluso il World Water Forum organizzato dalle Nazioni Unite, contestato pacificamente dalla societa’ civile perche’ vedeva ospiti d’onore quelle stesse societa’ che, privatizzando i servizi idrici, sottraggono il diritto all’acqua potabile ai piu’ poveri tra gli abitanti del pianeta. A sorpresa, questo e’ un problema che riguarda da vicino anche i piu’ poveri nel nostro Paese, l’Italia e’ stata l’unico nel mondo ad aver votato una legge che costringe gli Enti locali a privatizzare i servizi idrici. Ma che permette, come nel caso di Genova, alle ex municipalizzate dell’acqua, grandi affari nel nostro Paese e in giro per il mondo.

Emilio Molinari, appena tornato dal World water forum di Istanbul analizza la situazione mondiale e italiana con allarme: “Al Forum tra i Paesi europei solo Francia e Spagna hanno sottoscritto una dichiarazione con altri 20 stati, che dichiara che l’acqua e’ un diritto dell’uomo rendendo palese il fatto che il nostro continente non e’ in grado di avere un ruolo.

L’Italia in particolare e’ l’unico paese al mondo che rende obbligatorio la privatizzazione dell’acqua nei comuni entro il 2010 con la Legge 133, articolo 23 bis, allegata all’ultima Finanziaria. Questa indicazione rende obbligatorio per i Comuni mettere a gara un pacchetto azionario per privati rendendo la privatizzazione, appunto, inevitabile”. Genova e’ battistrada di questa operazione con Iride che unendo Genova e Torino forma una nuova societa’ Multiutility per andare all’assalto dei servizi idrici di mezzo mondo. La privatizzazione a Genova ha gia’ peggiorato, per di piu’, le perdite in rete e le tariffe per gli utenti, con il pericolo della diminuzione dei controlli che dovrebbero essere giornalieri ma per ragioni di risparmio potrebbero diminuire, rendendo le acque piu’ a rischio”. Genova, rivela Molinari “e’ tra le piu’ aggressive realta’ nazionali.

L’acquisizione della gestione di Sicilia Acque, che garantisce l’acqua a Palermo, e’ un frutto di questa politica che porta a entrare in territori delicati senza garantire il diritto al servizio”.

da masadaweb.org

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