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di ROBERTO ZANINI
La libertà assoluta vive nei pensieri e nemmeno in tutti, la pratica le sporca il volto e le mani in un modo che sua madre non la riconoscerebbe. Nei pensieri siamo soli, nella prassi compare sempre un fastidioso Altro la cui libertà limita la nostra. Gli diamo nomi diversi e lo amiamo o combattiamo, ma l’Altro vive nonostante noi. Tenere conto della sua esistenza è forse saggio, certamente inevitabile. In caso contrario, l’Altro si incarica di farci sapere che c’è, spesso in modo inurbano. Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto eccetera. Scrivere queste ed altre parole nella costituzione costò qualche milione di morti e non si vede motivo per cambiare opinione. Praticarle è un’altra storia.
Siamo sicuri di essere così diversi dall’arretrato e intransigente Oriente coranico, d’essere ancora vicini di casa dei Lumi? Perché noi le opinioni le puniamo eccome, e abbiamo concetti discutibili del sacro.
Ritenere sacrilega la raffigurazione di dio e del profeta è considerato arretrato. E’ più avanzato ritenere sacro che una vergine possa concepire? Nel nostro codice penale si contempla il vilipendio alla religione e fino alla settimana scorsa si intendeva solo il dio dei giudei e dei cristiani. Un crocefisso presidia le nostre scuole e le aule dei nostri tribunali, al giudice che lo rifiuta viene tolta la toga e la paga. Chi «distrugge oggetti di culto» va in galera. Le nostre leggi perseguono un certo numero di reati del pensiero, ad esempio l’odio razziale. Ma il profeta col turbante a forma di bomba potrebbe persino violare la nostra l. 205/1993, più nota come legge Mancino. Fino a pochi giorni fa erano reati il vilipendio alla bandiera, l’attentato all’integrità territoriale del paese e le offese alla Repubblica, alle forze armate e ai ministri del culto. Nelle galere d’Europa è transitato uno schifoso personaggio di nome David Irving che non ha torto un capello a nessuno ma nega l’Olocausto, e pochi intellettuali voltairiani gli hanno espresso solidarietà.
Tolleranza? Nel nostro piccolo, un tollerante signore italiano depositò davanti alla porta del manifesto una bomba fatta in casa. Era stato offeso da una vignetta che facemmo piovere sopra il corteo che una volta l’anno porta il papa sotto le nostre finestre in via Tomacelli. Nella vignetta c’era lo xenofobo carinziano Haider che regalava al Vaticano un albero di natale a forma di forca: l’ingresso della redazione e la psiche del caporedattore di quel giorno portano ancora i segni del botto. E poi siamo il giornale del «pastore tedesco», titolo che fece versare un fiume di indignato inchiostro cattolico e qualche messaggio di minaccia. Insomma, la libertà è un farmaco con potenti effetti collaterali e noi ne sappiamo qualcosa.
Assumiamo la libertà come valore? Assumiamoci anche il conflitto che ne è la conseguenza. Con il diritto a irridere un dio difenderemo anche quello di manifestare davanti a un’ambasciata e quello di boicottare il burro o i salmoni. Lanciare bombe contro un centro culturale e minacciare fisicamente o moralmente diplomatici, uffici dell’Unione europea o giornalisti sono invece reati, negazioni della libertà. A un assoluto ne contrappongono un altro.
Lo fanno anche le diplomazie. Non è un caso che due pianeti diversi come il Dipartimento di stato americano e Hamas critichino entrambi le vignette sataniche, come del resto fanno il ministro dell’interno Pisanu, i vertici della chiesa cattolica romana, importanti rabbini. Stanno con dio, ciascuno col suo. La libertà viene dopo.
Messaggi
1. > Effetti collaterali, 8 febbraio 2006, 07:57
Vignette sataniche
La vignetta di Giannelli sul Corriere è un fatto gravissimo che nuoce all’interesse del nostro popolo e lo espone a rischi mortali di attentati (Silvio Berlusconi a proposito della vignetta che ritrae Bush mentre se la ride quando Berlusconi dice di aver tentato di convincerlo a non attaccare l’Irak. Intervista a Libero, 3 novembre 2005).