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Elemosina-card e sanità martoriata

Publie le sabato 21 giugno 2008 par Open-Publishing
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Elemosina-card e sanità martoriata

di Antonio Sciotto

su Il Manifesto del 20/06/2008

Si chiariscono i contorni della manovra, e non ci sono buone notizie. Tagli indiscriminati a sanità ed enti locali, un piano energetico fondato sul nucleare, la penalizzazione dei lavoratori pubblici. Per gli anziani più poveri, un’elemosina con gli sconti-spesa. Dolori anche per i giovani: saranno sempre più precari Per i poveri torna la tessera annonaria. Ticket confermati, le Regioni contro. Bonanni lunare: non vedo tagli al sociale

Dopo il varo della manovra di due sere fa - «in soli 9 minuti e mezzo», si è vantato Berlusconi - ieri tutti i giornalisti sono stati convocati al ministero dell’Economia per incontrare i ministri Tremonti, Brunetta, Sacconi, Alfano, Matteoli, Calderoli e Scajola. Ciascuno di loro ha spiegato per sommi capi la manovra, ma poco spazio è stato lasciato alle domande (neppure una decina), tanto che restano ancora parecchi interrogativi sulle misure concrete che il governo andrà a realizzare. In ogni caso, Tremonti ha preannunciato per questa mattina la presentazione del Dpef al Parlamento, dove dovrebbero comparire anche gli obiettivi di politica economica.

I precari «avvelenati» e Kgb-Visco
I dati, comunque, sono già trapelati: il pareggio di bilancio è confermato obiettivo per il 2011 (per gli altri numeri, rimandiamo al box qui sotto). Ma quello che i ministri non hanno mancato di sottolineare con estrema chiarezza è la centralità dei temi della «competitività» e della «crescita», valori che informano tutti i capitoli: dal «riordino» della sanità e dei servizi pubblici locali (tagli e privatizzazioni), al pubblico impiego (risorse incerte sui contratti, nessuna stabilizzazione per i precari - definiti da Brunetta «300 mila polpette avvelenate», mobilità imposte e decontrattualizzazione dei rapporti), fino alle infrastrutture e all’energia (insistenza sul nucleare, recupero di alta velocità e rigassificatori, si tace ad esempio della decadenza del servizio ferroviario per pendolari o lungo-viaggianti), per non parlare del lavoro (ritornano le parti cancellate della legge 30, e ci sono ulteriori peggioramenti di buone leggi che aveva varato il centro-sinistra).

Assenti i capitoli «diritti dei lavoratori», «emergenza salariale», etc., che hanno risposta (del tutto negativa) nella controriforma Sacconi e nella Elemosiny-card (la definizione è ovviamente nostra) che dovrebbe assicurare sconti sulla spesa per 400 euro l’anno ai pensionati più poveri (1,09 euro al giorno). Un po’ come le carte fedeltà di Gs e Auchan: più spesa fai, più sconticini hai a fine anno.

Infine, si conferma la riapertura delle porte all’evasione fiscale, con l’ex ministro Visco definito da Calderoli «Kgb-Visco»: via la norma che imponeva la tracciabilità dei pagamenti a professionisti e autonomi, e rientrano i concordati fiscali, anche se verranno aumentate le tasse sulle stock option e - almeno per come l’ha spiegata Tremonti - ci sarà una stretta sui paradisi fiscali. Il ministro ha detto che «gli italiani che restano cittadini italiani e che decidono di andare a risiedere nei paradisi fiscali si presumono residenti in Italia, salvo prova contraria». Ma nel testo distribuito ai giornalisti sembra scritto l’esatto contrario: si annuncia «l’eliminazione dei regimi di favore fiscale per gli extra compensi (stock option) e della presunzione generale, con rovesciamento dell’onere della prova, che gli italiani residenti nei paradisi fiscali siano fiscalmente italiani».

Lo scontro con gli enti locali

Sempre sul campo fiscale, il governo ha annunciato un’«armonizzazione del regime fiscale delle cooperative», e la «rimodulazione della base imponibile di banche e assicurazioni». La ormai nota «Robin Hood Tax», sarebbe un aumento dell’Ires dal 27,5% al 33% per le industrie petrolifere, e la «giustizia redistributiva» consisterebbe nell’Elemosiny card suddetta.
Non si attenua intanto lo scontro sugli enti locali: ieri Sacconi ha annunciato che sulla sanità, per il 2009, «non cambia nulla»: in pratica, il primo gennaio 2009 scatta il ticket di 10 euro per le ricette di analisi e diagnostica, già varato da Prodi ma bloccato solo per quest’anno.

Il ministro dice che devono essere le Regioni a fare «controproposte per reperire gli 834 milioni di euro» di copertura che eviterebbero il ticket, ma il presidente delle Regioni Vasco Errani spiega che «nel Patto della Salute siglato con Prodi erano già stati previsti gli 834 milioni di copertura, dunque li deve assicurare il governo». Poi Sacconi ha annunciato i tagli alla sanità per il 2010 (2 miliardi) e il 2011 (3 miliardi), che a sua detta comunque «garantiranno un incremento, seppure inferiore al previsto, dei finanziamenti: 1,2 miliardi nel 2010 e 3,4 miliardi nel 2011».

Critico, particolarmente su questo punto, ma più in generale per l’assenza di misure per lavoratori e pensionati, il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani: «Con i ticket e i tagli indiscriminati ai servizi pubblici si mettono le mani delle tasche dei cittadini», e la card per anziani è solo «una scelta compassionevole». Nuovi apprezzamenti alla manovra da Luca di Montezemolo e dall’Assemblea della Confcommercio, con il presidente Carlo Sangalli che loda «il ritorno del lavoro a chiamata e la detassazione straordinari, i provvedimenti su sicurezza e l’immigrazione». Non si sa che finanziaria abbia letto il segretario generale Cisl Raffaele Bonanni: «La manovra va bene, mi pare che non ci siano tagli sul sociale». Sarà per mantenere l’«unità sindacale» che la Cgil si guarda bene dall’annunciare mobilitazioni.

Messaggi

  • La geniale miseria di Tremonti

    L’effetto più evidente della globalizzazione è riscontrabile nell’ampliamento della forbice tra ricchi e poveri: sempre più ricchi i già ricchi, sempre più indigenti, i poveri.

    Nei paesi industrializzati, lo indicano chiaramente le statistiche, mediamente una cittadino su sette vive al di sotto della soglia di povertà.

    Certo, si tratta di una povertà relativa, almeno se confrontata con quella dei paesi che molti si ostinano a chiamare del «Terzo mondo». Anche se relativa, però, è pur sempre povertà. E come tale provoca sofferenze, anche psicologiche, e privazioni materiali.

    Per contrastare l’emarginazione, molti paesi anziché ricorrere a politiche di integrazione, preferiscono la soluzione più antica del mondo: la carità.

    Nel paese più ricco e potente del mondo - gli Stati uniti - l’obolo si chiama «Food stamp»: è un buono acquisto da 100 dollari al mese destinato, come contributo all’acquisto di cibo, ai molto poveri. Attualmente ne sono «elargiti» 26 milioni. Visto che la popolazione Usa supera i 300 milioni, questo significa che circa 12 cittadini su 100 hanno bisogno di un obolo mensile per poter sopravvivere. Recentemente ci sono state molte proteste: l’aumento dei generi alimentari ha reso insufficiente la somma elargita: 100 dollari al mese, poco più di 70 euro al mese. Ovvero 1.200 dollari l’anno, l’equivalente di 850 euro.

    Secondo molti esperti, sarebbe necessario raddoppiare l’importo del food stamp. Ma servirebbero troppi soldi, rispondono gli uomini di Bush. In realtà quei 100 dollari al mese moltiplicati per i cittadini che li percepiscono comportano una spesa inferiore ai 30 miliardi di dollari l’anno. Non pochi, ma nulla se confrontato con la spesa per la difesa (600 miliardi l’anno) e la spesa pubblica complessiva che supera i 4 mila miliardi di dollari.

    Tremonti che è uomo di mondo e conosce molto bene la realtà statunitense ha fatto una pensata: importare in Italia il food stamp. Un assegno (probabilmente una carta di credito prepagata) che sarà elargita a 1,2 milioni di molto poveri. La pensata geniale è di associare questo obolo alla Robin Hood tax, un tassa che colpirà le imprese più «odiate» dagli italiani: compagnie petrolifere, banche e assicurazioni. Però, importando dagli Usa il buono pasto per i poveri, il governo Berlusconi è stato un po’ stitico: non 75 euro al mese come negli Usa, ma appena 40. Come dire 1,33 euro al giorno, neppure un cappucino e cornetto.

    E questo nonostante la platea dei beneficiari sia molto più limitata: 1,2 milioni di cittadini molto poveri, secondo i calcoli del governo. Che ha aggiunto: i soldi potranno essere utilizzati per acquistare da mangiare o per pagare le bollette. C’è da dubitare che con 480 euro l’anno (per una spesa complessiva che supererà di poco i 500 milioni di euro) si possano pagare molte bollette di luce, gas, riscaldamento, telefono e nettezza urbana, abbonamento alla tv.

    Il proverbio dice: «A caval donato non si guarda in bocca». D’altra parte anche il centro sinistra non era stato molto generoso con i molto poveri. La tecnica era stata sempre quella della regalia a quelli che con una brutto termine sono definiti «incapienti».

    Forse qualcuno si vergognerà nel ricevere la carta di credito prepagata, ma sicuramente saranno in molti a benedirla. Tutto bene, allora? Non proprio. Quello che proprio non va è l’ideologia del provvedimento di stampo liberista. Per i poveri la cosa necessaria sono i servizi. Ma sul fronte di questi trasferimenti il governo è pronto ad abbattere la mannaia in primo luogo sui fondi agli enti locali. E vedrete che i 400 euro l’anno non copriranno gli aumenti che a livello locale saranno approvati per far fronte ai tagli.

    Galapagos

    Fonte: www.ilmanifesto.it

    Link: http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/20-Giugno-2008/art4.html

    20.06.08

  • La matematica non è il forte di colui che ha scritto il post precedente (peraltro copiato): se "l’obolo di stato" lo prendono 26 milioni di cittadini su trecento fa l’8% della popolazione non il 12% che il 33% in meno di quanto affermato.In ogni caso quello che è gravissimo è che prima si aumenti la povertà non adeguando pensioni e stipendi al costo della vita(inflazione)e poi si dia un "contentino" a mò di elemosina.Ma poi la daranno a tutti o solo a pochi come fecero per le pensioni? Io comunque mi ribello al concetto di elemosina di stato, la mia opinione è che ognuno debba avere il necessario per una vita dignitosa dopo aver lavorato una vita. Ovviamente con i necessari correttivi per gli sfortunati!