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Elezioni Europee 2009: un segnale pericoloso da depotenziare.
Publie le mercoledì 25 marzo 2009 par Open-Publishing5 commenti
Pare che la trattativa pdci-prc con sinistra critica si stia arenando. Dopo lo sconquasso provocato dalla sinistra governista, credere di avere con se i cosiddetti "rapporti di forza", la dice lunga sulla nebulosità delle prospettive politiche e culturali di questa scelta. Se un minimo di ripresa c’è stata nella amara situazione della sinistra di classe in Italia, questo lo si deve alle lotte conseguenti e che dal basso sono state intraprese. Lotte dei militanti sindacali di base, dei settori studenteschi, dei collettivi in difesa di territori e diritti. Una lista comunista e "anticapitalista" non può prescindere dal constatare che la vera e unica opposizione al governo Berlusconi, alle destre in generale, è nelle lotte sul territorio. Non può, causa autoimpotenza cronica, credere di non dare visibilità a forze,come sinistra critica, che in questi mesi, hanno costruito lavoro politico dal basso,tra le masse. Ad esempio, la raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare per un salario minimo di 1300 euro, sussidi di disoccupazione e pensioni minime di 1000 euro, una nuova scala mobile per chi lavora, il recupero del fiscal drag. Se qualcuno quindi,crede di poter riproporre i vecchi arnesi culturali di autosufficienza e di esclusione delle voci fuori dal coro, avrà amarissime sorprese. Io personalmente, in caso di mancato accordo con sinistra critica, sicuramente non sarò interessato ad una lista pdci-prc di riproposizione del già visto e ho la pretesa pubblica di credere di non essere in solitudine politica. Anzi. Credo che questo modo di procedere sia fuori luogo e soprattutto manchi di una visione reale della situazione di scontento del popolo di sinistra. Un errore già fatto con la sciaugurata esperienza arcobalenoide e prima ancora, con le politiche governativiste e di totale svendita politico-programmatica. Certo se il progetto di "partito sociale",la tanto proclamata svolta a sinistra, si riduce ad una unità dei comunisti più qualche socialista sparso, la strada più che in salita mi sembra in rapida,fulminea, scivolosissima discesa. Ci sono i voti? Pareva che ci fossero anche con l’arcobaleno e poi......... Il regista inglese Ken Loach, ad una iniziativa della cgil,mi pare a Firenze, rispondendo ad una domanda su quello che deve fare il popolo di sinistra davanti alla crisi di struttura dell’economia capitalista, ha cosi’ risposto : scendere in piazza, nelle strade, per opporsi alla crisi che ci vogliono far pagare,e soprattutto, OCCHIO AI DIRIGENTI! Poche parole,ma con un grande significato per gli anticapitalisti. Servono i fatti concreti, serve depotenziare un segnale che è già di per se, un pericolo. A ognuno le proprie resposabilità politiche, di parole,o per meglio dire di chiacchere non ne abbiamo più bisogno. Enrico Biso
Messaggi
1. Elezioni Europee 2009: un segnale pericoloso da depotenziare., 26 marzo 2009, 04:21
Ma quali sono i motivi reali che stanno facendo naufragare l’accordo?
1. Elezioni Europee 2009: un segnale pericoloso da depotenziare., 26 marzo 2009, 07:12, di Red Web Master
In effetti i motivi addotti sembrano superabili. Simbolo e candidature dei segretari non sono sufficienti a determinare l’empasse. Anche perché su questo punto né il PRC né il PDCI sembrano rigidi. Penso che una certa dose di chiarezza e di partecipazione non guasterebbero.
Red Web Master
2. Elezioni Europee 2009: un segnale pericoloso da depotenziare., 26 marzo 2009, 17:31
Motivi reali? Sembra che sia la pretesa di avere Turigliatto capolista nel nord-ovest.
2. Elezioni Europee 2009: un segnale pericoloso da depotenziare., 26 marzo 2009, 12:56, di Ricki
Fermorestando la necessità dell’avvio di un processo ricompositivo dei comunisti rivoluzionari in Italia, è bene precisare che tale esigenza non può e non deve essere dettata da motivazioni filoistituzionali: non può essere la necessità di superare lo sbarramento elettorale, la spinta alla convergenza delle differenti organizzazioni politiche, anche perchè il rischio che l’eventuale (niente affatto garantito) superamento del quorum, conceda una poltrona a coloro che sono stati i massimi responsabili della debacle elettorale comunista, è altamente concreto.
La ricomposizione va fatta invece sulla base di una netta manifestazione (non solo a parole, ma di scelte politiche) di discontinuità con il passato.
Passato che oltre ad aver sperperato un enorme consenso popolare, ha soprattutto eroso un grandissimo patrimonio ideologico-culturale.
Ed è proprio questa la condizione necessaria per il recupero di una credibilità ormai ridotta ai minimi termini da parte dei lavoratori: occorre una identità chiaramente anticapitalista, che sia coerentemente alternativa ai padroni ed ai loro governi in ogni ambito indistintamente.
Basta con la schizzofrenia di distinguere le strategie da seguire in base alla tipologia di competizione elettorale.
Se si è alternativi al PD, lo si è tanto a livello nazionale/europeo, quanto nelle elezioni amministrative.
Farla finita immediatamente in ogni giunta dove si governa col centrosinistra, è doveroso e non più rinviabile, non si può essere fedeli alleati di chi attenta la tua sopravvivenza, avvallando una soglia di sbarramento che ha come unico scopo quello di eliminarti definitivamente.
Per come si stanno mettendo le cose, rispetto all’alleanza comunista anticapitalista, l’impressione è che l’esclusione di sinistra critica, possa comportare una alleanza Rifondazione-PDCI che guarda con più interesse a Cesare Salvi, piuttosto che alle altre forze politiche rivoluzionarie e ai movimenti.
Una pessima riproduzione Arcobalenica che ritengo non solo inutile, ma persino dannosa, e che in quanto tale non può interessarmi sostenere.
1. Elezioni Europee 2009: un segnale pericoloso da depotenziare., 26 marzo 2009, 20:25, di Margherita
Anche a me sinceramente interessa poco un’alleanza ai soli fini elettorali, che non garantisca per il futuro una sostanziale intesa programmatica a sinistra. La ricomposizione deve partire dal basso, con iniziative che rispondano ai bisogni del territorio e della base, come quelle proposte ultimamente da Sinistra Critica.
Non riconoscere l’impegno concreto e la coerenza di forze come Sinistra Critica sarebbe un errore molto grave per una eventuale futura riunificazione della sinistra di classe.