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Elogio del voto

Publie le domenica 13 aprile 2008 par Open-Publishing
2 commenti

ecco un articolo sul Manifesto di ieri.

Elogio del voto
Mariuccia Ciotta

«La politica della speranza non significa sperare che le cose vadano meglio: è la politica di credere in cose che ancora non si vedono». Molti a sinistra saranno d’accordo con le parole di Barack Obama e perciò non andranno a votare, visto che i partiti sulla scheda elettorale di domenica non hanno una visione. Al massimo ci chiedono di far argine alla destra, di votare contro Berlusconi, di affidarci alla loro volontà di cambiamento, e molti a sinistra non ci credono più.

È la rappresentanza politica ad andare definitivamente in crisi, gli astensionisti crescono. Ma. Perché questa rappresentanza - la delega agli addetti ai lavori, incaricati di fare una sintesi delle istanze sociali - è data come unico modello possibile? E perché i movimenti si definiscono alternativi in relazione a quel modello? Non è forse la politica stessa, declinata sempre al maschile (per le donne ci sono al massimo le quote) a franare nella trasformazione dei corpi e dei desideri, nell’esperienza di un mondo mutevole, nel loro trans-vivere?

Davanti a tutti sta il compito di decostruire e ricostruire il pensiero politico, sia rappresentativo sia extrarappresentativo: troppo facile accusare la scheda elettorale di non contenere i nostri sogni. Il voto non esaurisce affatto l’essere politico, e il surplus di drammaticità che gli si attribuisce denuncia un paradosso: gli astensionisti sono quelli che danno alle urne il massimo valore. Parlano di ricatti (se no vince Berlusconi), di delusione (non hanno risolto i nostri problemi), di punizione (così imparano ad accettare troppi compromessi...), sentimenti forti come se le elezioni fossero la «scena madre» della politica.

Chi governerà l’Italia però interferirà eccome con la libertà di modificare l’esistente, e restringerà (o meno) lo spazio di movimento. Non solo. La destra vincente (con i brogli di Dell’Utri o senza) cambierà la vita degli altri (chiedetelo agli «zingari»), se non la nostra. E mentre la politica americana sta cambiando simbologie, segnata dall’anomalia etnico-sessuale dei due candidati democratici, espressione delle minoranze ed esito finale di movimenti combattenti, qui sembra che nulla sia accaduto. Il «modello americano» della delega assoluta al presidente, moderatore di conflitti, incarnazione del comandante in capo è andato in crisi, annientato dall’era Bush.

La novità Obama non è un accidente della storia, ma il risultato di un cambiamento profondo di relazione tra società e politica rappresentativa. Obama non dice «Si può fare», ma «Yes, we can», noi possiamo cambiare. Il corto circuito tra rappresentanza e movimento è la sua grande scommessa, tanto che un ex leader delle Black Panthers, David Hilliard, lo voterà perché «ha mobilitato un movimento di massa negli Stati Uniti, qualcosa di molto simile a quel che accadeva negli anni ’60 e ’70, quando avevamo movimenti di studenti e pacifisti e la gente nel mondo si impegnava a sostenerli». Quello che si è creato intorno a lui ha generato Obama, che porta iscritto in sé i conflitti, è corpo cangiante, in trance e in transito, «esperimento» di un progetto che, in ogni caso, è riuscito. Qui in Italia invece si invoca quel modello americano in crisi e non si scommette sul futuro. Ma ognuno ha i candidati che si merita.

Chi non vota si arrende a se stesso, specchio dello stato di cose esistenti. Domenica non si sceglie il «candidato che mi rappresenta», la conferma di identità forti, ma la propria capacità di interagire, di spostare, modificare, essere dentro e non fuori il work in progress della politica. Sta a noi dare forma alle «cose che ancora non si vedono».

Messaggi

  • poveraccia... di un piatto di lenticchie... quasi penosa nell’arrampicarsi sugli specchi... Pralci dell’ultimo film, va...

    • Io ho votato sinistra arcobaleno.
      Il fatto gravissimo è che nessun partito, nemmeno a sinistra, ha giurato di eliminare il porcellum e soprattutto le liste prefabbricate che danno ogni potere di candidatura e di ordine delle candidature ai capi-partito e questa è una gravisisma violazione della democrazia. Invece tutti hanno manifestato la loro intenzione di rafforzarsi abusi, privilegi e impunità (si veda anche Veltroni contro le intercettazioni ai politici e il suo appoggio indiscriminato a Bassolino), aumentando anche introiti esosi e intollerabili (come il premio di fine mandato che ha premiato con 300.000 euro Mastella per aver travolto un governo). Questa neghittosità e questa malafede fanno di ogni politico italiano qualcosa di immondo e inguardabile.
      Ho visto su rai2 un dossier su come ci considerano gli altri europei. Dicono tutti che siamo un popolo simpatico e gentile, eccezionale per la cucina e la moda, ottimo per venirci in vacanza, ma sono tutti unanimi nel disprezzare i nostri politici e nel definirli corrotti e inefficienti, sono tutti meravigliatissimi che ci teniamo gentaglia simile e stentano a credere che una simile classe politica non abbia vergogna di se stessa, durissimi i tedeschi/ Al momento il calo del voto è del 4%, questo vuol dire tutti voti persi dal csx e vittoria certa di Berlusconi e della destra. L’Italia scivolerà ancora più a destra, come se non lo fosse già abbastanza anche grazie a una sinistra che ha rinnegato la propria storia e i propri valori.
      Guardando i miei parenti, i cristiani di parrocchia che votavavano AN, li vedo disorientati dal suicidio che Fini ha imposto al suo partito ma non se la sentono di votare Berlusconi e riversano i loro voti su Casini (non mi chiedete come mai finora hanno votato Fini schifando Berlusconi, sono i misteri italiani. Del resto i leghisti hanno fatto sempre lo stesso, finendo per fare più gli interessi di Berlusconi che i propri. Questa è l’incoerenza di chi si crede molto furbo e risulta doppio coglione!).
      Casini non sembra nemmeno un politico quanto uno che sta lì a far niente, non ha mai fatto niente, non ha nemmeno un programma, non sa parlare e dal punto di vista della morale familiare è un disastro, ma basta la parola "voto cattolico" per fargli prendere voti. Insomma in questo paese per molti "basta la parola", come per il confetto Falqui. Il nostro livello di intelligenza politica è proprio infimo.
      In questo momento siamo a un 4% di astenuti, dovrebbe voler dire qualcosa, invece purtroppo, lo dico con amarezza, non vorrà dire niente.
      Ed è per questo che io ho votato, pu nella mia scontenetezza. Solo perché non mi va di contare meno di niente. Sarebbe il mio suicidio come cittadina. Conterò sempre di più votando uno come Montanari e mandando almeno lui in Parlamento, che sarà almeno una faccia nuova con delle idee nuove, o votando Di Pietro o votando Sinistra Arcobaleno (come ho fatto) o Sinistra critica.
      Altrimenti mi confonderò con la polvere.

      Ultimo giorno per votare. Spero che gli astensionisti ci ripensino, continuino magari ad astenersi dal voto alla Camera ma diano un voto contro Berlusconi al Senato. Non contribuiranno a far vincere alcun partito ma renderanno fragile la vittoria di Berlusconi, che al Senato è precario e non ha i numeri e se ne proprio pochi durerà pochi mesi e poi cadrà col suo governo.
      Forse così questi fetenti che hanno permesso queste leggi oligarichiche e non hanno lottato abbastanza per cambiarle, si accorgeranno che almeno questa legge elettorale falsa e antidemocratica la devono proprio cambiare.
      Berlusconi aveva così fretta di andare alle elezioni prima che saltassero fuori altre magagne che ha avuto la brutta faccia di dire che la legge porcata era eccellente. Sarebbe bene che qualcuno glielo facesse sentire sulla pelle quanto è eccellente! E lo stesso vale per la Lega che ha avuto la faccia di appoggiare una legge contro la sovranità popolare e che è arrivata persino a scegliere premi di maggioranza diversi da regione a regione, secondo calcoli fatti a tavolino che dovevano dare la vittoria a Berlusconi e vi lascio immaginare quanto sia democratico tutto questo.
      Chi la democrazia non sa rispettarla su piano nazionale non può venire a raccontarci che vuole rispettarla su piano locale. Qui siamo all’aberrazione di ogni principio democratico.

      Ho visto su rai2 un dossier su come ci considerano gli altri europei. Dicono tutti che siamo un popolo simpatico e gentile, eccezionale per la cucina e la moda, ottimo per venirci in vacanza, ma sono tutti unanimi nel disprezzare i nostri politici e nel definirli corrotti e inefficienti, sono tutti meravigliatissimi che ci teniamo gentaglia simile e stentano a credere che una simile classe politica non abbia vergogna di se stessa, durissimi i tedeschi.

      Al momento il calo del voto è del 4%, questo vuol dire tutti voti persi dal csx e vittoria certa di Berlusconi e della destra. L’Italia scivolerà ancora più a destra, come se non lo fosse abbastanza.

      Guardando certi miei parenti, i cristiani di parrocchia che votavavano AN, li vedo disorientati dal suicidio che Fini ha imposto al suo partito ma non se la sentono di votare Berlusconi di cui hanno orrore e riversano i loro voti su Casini (non mi chiedete come mai finora hanno votato Fini schifando Berlusconi, sono i misteri italiani. Del resto i leghisti hanno fatto lo stesso, finendo per fare più gli interessi di Berlusconi che i propri). Casini non sembra nemmeno un politico quanto uno che sta lì a far niente, non ha mai fatto niente, non ha nemmeno un programma, non sa parlare e dal punto di vista della morale familiare è un disastro, ma basta la parola "voto cattolico" per fargli prendere voti. Insomma in questo paese per molti "basta la parola", come per il confetto Falqui, e non solo a destra. Il nostro livello di intelligenza politica è proprio basso. Un 4% di astenuti dovrebbe voler dire qualcosa, invece purtroppo, lo dico con amarezza, non vorrà dire niente. Ed è per questo che io ho votato e non perché sia completamente contenta della Sinistra Arcobaleno (basterebbe l’unanimità sull’indulto o l’inerzia sul precariato o il proseguimento della guerra o il problema rifiuti a farmi digrignare i denti).
      Voto solo perché non mi va di contare meno di niente. Sarebbe il mio suicidio come cittadina. Conterò sempre di più votando uno come Montanari e mandando almeno lui in Parlamento, che sarà almeno una faccia nuova con delle idee nuove, o votando Di Pietro o votando Sinistra Arcobaleno (come ho fatto) o Sinistra critica, che almeno è sempre stata coerentee scivoloni verso destra non ne ha mai fatti.
      Se non votassi mi confonderei con la polvere.

      viviana