Home > Elogio della coglionaggine
Questa è una lettera che ho ricevuto da un mio carissimo amico, è una mail vera, autentica. Merita di essere letta.
Doriana
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Adesso ho capito cosa non va... sono un coglione!
Il nostro Presidente del Consiglio ha dichiarato che chi vota contro il suo
interesse (ma forse potremmo dire contro l’interesse di Berlusconi) è un
coglione. Ha aggiunto di non credere che in Italia ce ne possano essere tanti.
Verrebbe da obiettare che cinque anni fa, in quanto a coglioni, l’Italia
"buttava bene", visto che è stato eletto proprio lui. Lasciamo perdere, però.
Non ne vale la pena. Mi tengo volentieri l’appellativo, probabilmente è proprio
così, anzi... aggiungo anche un po’ di spiegazioni. Come dire, l’elogio della
coglionaggine.
Dal montaggio di programmi in onda sulle reti RAI e Mediaset alla sostituzione
della lampadina nel gabinetto. Questo è il mio lavoro. Assunto e licenziato in
continuazione da questa società che lavora in appalto, € 71,90 al giorno,
comprensivi del TFR, senza assegni familiari nonostante abbia moglie e figli a
carico. Non tutto quello che percepisco compare in busta paga. Naturalmente non
lavoro tutti i giorni, altrimenti potrei dichiararmi quasi soddisfatto.
Dopo due anni di disoccupazione, o mangio questa minestra o salto dalla
finestra.
Oggi apprendo anche di essere un coglione perché non la penso come il Presidente
del Consiglio. Anni fa, ricordo, trovavo allucinante il fatto che, specialmente
nell’ambiente dell’estrema sinistra, qualcuno avesse l’abitudine di definire
"fascista" chi esprimeva un’opinione diversa dalla sua. Adesso è stato fatto un
bel salto di qualità. Meglio sorvolare, però. Coglioni noi, mentre "Lui",
certamente, ha capito tutto. Probabilmente potremmo usare anche questa chiave di
lettura. Coglioni noi, a rispettare le regole del gioco, mentre i furbi,
furbetti e furboni di ogni risma vivevano in serenità e allegria.
Coglione io, ad esempio, a pensare che bastava un solido, trentennale,
curriculum per trovare lavoro. In certi programmi lavorano autori e registi che
guadagnano migliaia di euro al giorno. Combinano certi casini che non vi dico, e
sono quelli (coglioni) che prendono mille euro al mese a toglier loro le
castagne dal fuoco e a risolvere i problemi. Bella scoperta, e sì che lo sapevo
anche da militare che "l’Esercito viene mandato avanti dai caporali, mica dai
generali"... Coglione io, quindi, a non farmi raccomandare da qualcuno per
entrare nel mondo dorato degli autori e registi di cui sopra.
Coglione io, inoltre, ad aprire la partita IVA. Nel posto dove lavoro vengo
pagato un po’ regolarmente e un po’ al nero. Mi invitano anche a procurare
qualche giustificativo di spesa (carte carburanti, ricevute fiscali, scontrini)
per poter scaricare la parte di retribuzione che, essendo in nero, non può
figurare. Ho provato due volte a dire che, allora, potrei emettere fattura per
l’importo totale, almeno mi verso anche i contributi per intero. Niente da fare,
non la vogliono capire. E mi trattano, nuovamente, da coglione. Perché chi paga
le tasse, secondo loro, probabilmente, lo è. Non so, ma intanto mi immagino che
con questa storia degli studi di settore potrebbe anche saltar fuori qualcuno a
chiedermi conto del fatto che ho emesso cinque fatture nel 2005 e poi più
niente. Non c’è lavoro, vaglielo a dire. A me, però, lo dicono. Ho bussato a
centinaia di porte, disseminato curriculum per tutta Roma e anche per buona
parte di Milano. Nulla. Non c’è lavoro, mi dicono tutti. Trattato come un
ragazzino, un principiante, un accattone, un rompi...coglioni. Però, poi, se
guardo la tv, vedo quei canali satellitari e terrestri con nuove produzioni,
nuovi autori, nuovi registi... Allora mi dico che, magari, vengono pagati due
soldi. Non sempre, però, è così. Dopo trenta e passa anni trascorsi in
televisione, ormai, riesco anche a riconoscere se la telecamera in onda è una
Sony o una Philips, figurati se non afferro al volo il budget che c’è dietro a
questo o a quel programma. Malignamente, forse solo per tirarmi su, penso tra me
e me che, forse, dato che negli stessi network ho visto arrivare e trovare
lavoro decine e decine di incapaci, probabilmente sono proprio loro ad aver
paura di "uno bravo". Anche se, essendo coglione, non sono certo il tipo che
pesta i piedi o sgomita per far carriera.
Coglione io, a sperare di trovare casa a un prezzo equo. Sto pagando 400 euro al
mese per un buco dove lotto coi centimetri per potermi muovere. Che poi, tra
l’altro, non è neanche vero che pago 400 euro. Ci sono 25 euro al mese di
condominio, più un contatore applicato accanto alla porta di casa dal quale
risulta che, in un mese, ho consumato 80 euro di corrente. Naturalmente, la
"bolletta" la pago al padrone di casa, mica all’ENEL. Quindi, siamo arrivati a
quota 505. Un milione di vecchie lire. Lo scarico dalle tasse? Macché, non mi
viene rilasciata neanche una ricevuta. "Troppe tasse da pagare", si è
giustificato il tizio, meglio fare così. E io, con l’acqua alla gola, che potevo
fare? Anche stavolta aveva capito tutto lui. Ora Berlusconi dice che abolirà
l’ICI. Posso sperare in un contratto d’affitto regolare? Credo proprio di no,
sarei un coglione a illudermi.
Non tutto il male viene per nuocere, però. Sono diventato un maestro nel
dilazionare i pagamenti ai creditori, finanziarie e società telefoniche o
elettriche, banche etc. etc., magari ci esce fuori un bel manuale sul come
sopravvivere a costo prossimo allo zero in questa Italia disastrata dal
Cavaliere.