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Epifani scioglie la riserva: «Sciopero a dicembre»
Publie le giovedì 13 novembre 2008 par Open-PublishingEpifani scioglie la riserva: «Sciopero a dicembre»
di Antonio Sciotto
Lo stop sarà generale. E alle banche: «Sospendete i mutui ai licenziati»
«Unificare le lotte»: la formuletta magica che da giorni molti aspettavano, alla fine è stata pronunciata. Guglielmo Epifani ha proposto ieri al Direttivo (che voterà oggi) di «effettuare uno sciopero generale entro dicembre». Le assemblee tenute a Roma nelle ultime due settimane - prima quella dei metalmeccanici Fiom, poi i quadri e delegati Cgil, fino ai pensionati Spi - non avevano fatto altro che pressare per lo stop di tutte le categorie, e alla fine la segreteria della Cgil ha «sciolto la riserva», chiedendo ieri il mandato al Direttivo. Dopodomani, venerdì 14, scendono in piazza Università e ricerca, sabato 15 è prevista la fermata di tutti i lavoratori del commercio, indetta dalla Filcams contro l’accordo separato: entrambi sono scioperi di 8 ore con corteo a Roma. Il 12 dicembre è stato indetto lo sciopero dei meccanici, a cui si sarebbe dovuto sommare quello del pubblico impiego: anche loro, con modalità 8 ore più manifestazione nazionale a Roma. Ora però la decisione confederale potrebbe «superare» tutti i singoli stop, e assorbirli in uno solo. Ma ancora tutto è in movimento.
Innanzitutto, quel che certamente si farà nelle forme finora pubblicate, sono gli stop di università e commercio: sono vicini, e le modalità dello sciopero generale Cgil si verranno a sapere solo lunedì prossimo, quando si terrà la segreteria della confederazione. Il Direttivo iniziato ieri, sospeso in serata e che si chiuderà oggi con la votazione, ha solo il compito di dare mandato a Epifani per indire lo sciopero generale: sarà la segreteria a stabilire i modi dell’attuazione e la data.
La modalità non è cosa da poco: infatti lo sciopero potrebbe essere di 4 come di 8 ore, con corteo nazionale a Roma come invece per territori. Le categorie più avanzate sull’indizione di proprie proteste - i meccanici e i pubblici, che tra l’altro proprio al manifesto avevano dichiarato di voler unificare le date - è verosimile che preferiscano l’ipotesi più alta (8 ore, con manifestazione a Roma). Dall’altro lato, pare invece che Epifani e la sua segreteria vogliano «frenare», cominciando in dicembre solo con uno stop articolato per territori, o di 4 ore: in ogni caso, un’ipotesi minor rispetto allo «scioperone». Per quest’ultimo, si dovrebbe attendere fine gennaio o addirittura fine febbraio: i maligni dicono per «incoronare» l’uscita di Epifani dalla Cgil, verso un seggio europeo con il Pd (le elezioni si tengono in primavera).
Insomma: per ora tutto il calendario di lotte resta confermato, e saranno poi i meccanici a dover «rimodulare» eventualmente le modalità del proprio sciopero, ma solo dopo la segreteria Cgil di lunedì. Se infatti Epifani fissasse la data dello sciopero generale lo stesso 12 dicembre, sarebbe «anomalo» che tenesse le conclusioni - come è previsto per il momento - dal palco dei meccanici. Oltretutto, lo stesso corteo nazionale a Roma della Fiom, rischierebbe di «oscurare» le manifestazioni territoriali di tutte le categorie. A maggior ragione, poi, se sfilassero a Roma con i meccanici anche i dipendenti pubblici. Allora pare più verosimile che Fp e Fiom, come tutti gli altri, in caso di «territorializzazione» della Cgil, «territorializzino» anche loro.
Al Direttivo, ieri Epifani ha spiegato che «la piattaforma proposta dalla Cgil per affrontare la crisi economica si conferma la più giusta ad affrontare la situazione, ma le scelte del governo vanno in altre direzioni». Poi ha aggiunto: «La decisione di molte banche di adottare temporaneamente i tassi Bce invece che quelli Euribor per i mutui, le valutazioni di Bankitalia sugli effetti negativi della detassione degli straordinari sull’occupazione, il dibattito sulla necessità di sospendere la Bossi-Fini, vanno appunto nel senso indicato dalla Cgil nell’assemblea dei quadri e delegati». Epifani ha poi aggiunto un appello alle banche: «Mostrino sensibilità sociale sospendendo per un periodo la richiesta di pagamento dei mutui ai lavoratori in cassa integrazione o ai precari che hanno perso il lavoro».