Home > Erano belli, giovani e forti
Usa, trovato morto Kellerman
il responsabile della Freddie Mac
WASHINGTON - David Kellerman, a capo del Settore
Finanze della della grande finanziaria immobiliare americana Freddie Mac, è stato trovato morto nella sua abitazione.L’uomo, 41 anni, alla guida della finanziaria dallo scorso settembre, si sarebbe suicidato.
(22 aprile 2009)
Messaggi
1. Erano belli, giovani e forti, 24 aprile 2009, 09:08
Impiccato, suicida. La crisi dell’economia continua a mietere vittime. Ieri, nella sua casa nei sobborghi di Washington, è stato ritrovato senza vita David Kellermann, direttore finanziario della Freddie Mac, uno dei colossi del mutuo finiti nell’occhio del ciclone per lo scandalo dei prestiti facili.
Shelley Broderick, responsabile della polizia della contea di Fairfax, a pochi chilometri dalla capitale Usa, non si sbottona: «Stiamo indagando», si limita a dire. L’allarme, dato probabilmente dalla moglie, è arrivato agli agenti alle 5 di mattina di ieri. All’alba le casette del paesino di Vienna, nei sobborghi di Washington, erano circondate dalle macchine della tv. Una vicina di casa ha chiesto che era successo. I cronisti glielo hanno spiegato. Lei ha urlato ed è andata via.
Perché Kellermann si è impiccato? «Non si può immaginare a quali pressioni è stato sottoposto», ha detto alla stampa Paul Unger, un altro vicino di casa che vive di fronte alla famiglia sconvolta dal dramma, che viene definita «solida, vivace».
In marzo si era saputo che Freddie era sotto la lente degli investigatori della Securities and Exchange Commission (la Sec, la Consob americana). Pure il dipartimento di giustizia aveva chiesto all’azienda numeri e chiarificazioni. Forse c’era una condanna dietro l’angolo.
Dopo l’esplosione della crisi, Freddie Mac e la cugina Fannie Mae erano state nazionalizzate. I due colossi hanno un ruolo chiave nel mercato immobiliare: possiedono la metà dei mutui degli Stati Uniti. E, visti i numeri stratosferici di persone che non riescono a pagare i mutui accordati con troppa disinvoltura, Freddie e Fannie hanno ricevuto complessivamente 60 miliardi di dollari dal governo. Ora ogni mossa dei manager è studiata al microscopio da governo e dalla (furiosa) opinione pubblica.
Kellermann, che aveva iniziato a lavorare per Freddie Mac nel 1992, era diventato a direttore finanziario lo scorso settembre. Prima della promozione, era corporate controller: aveva cioè responsabilità sui conti dell’azienda, sul bilancio annuale e sulla programmazione finanziaria, tutti documenti al setaccio della Sec.
Per di più, a quanto dicono vicini di casa e colleghi in azienda, Kellerman aveva ricevuto un bonus di 800 mila di dollari. Quelli che una volta erano considerati stipendi dorati, oggi sono un’onta per i dirigenti accusati di essere non solo responsabili della crisi, ma anche ladri. Freddie e Fannie avrebbero liquidato bonus per un totale di 210 milioni di dollari.
Dopo che i primi cronisti avevano fatto capolino con domande sui bonus, Kellerman aveva chiesto ad un’agenzia di sicurezza di garantirgli protezione personale.
Secondo il New York Times, inoltre, Kellerman aveva avuto «aspre conversazioni con i responsabili del governo» sui quali numeri dell’azienda nazionalizzata dovevano essere resi pubblici.
Le ricostruzioni dicono che i vertici di Freddie Mac volevano sottolineare di essere «al lavoro per il beneficio del governo piuttosto che per gli azionisti». Ma l’amministrazione - in particolare la Federal Housing Finance Authority - voleva evitare dichiarazioni simili.
Gli scontri con il governo avevano spinto il capo di Freddie, David Moffett, a dimettersi il mese scorso proprio perché non soddisfatto sul capitolo stipendi e sull’indipendenza da Washington.
Ma gli scontri con la Casa Bianca non spiegano il cappio al collo di Kellermann. Forse stava per emergere uno scandalo che lo avrebbe reso il nuovo capro espitorio della crisi dovuta ai mutui. E per evitare il linciaggio pubblico, il manager ha preferito togliersi la vita.
Dopo i primi anni di studio nel Michigan, Kellerman si era trasferito nella capitale degli Stati Uniti, alla George Washington University, dove si era laureato con un master in finanza. Era uno dei responsabili per la coalizione per i senzatetto della capitale statunitense. Aveva 41 anni.
Il ministro della giustizia, Eic Holder, ha detto di «non avere idea» se il suicidio sia da collegare alle indagini del dipartimento su Freddie. «E’ ovviamente tragico, ma non so niente più di quel che ho letto», ha detto ieri il guardasigilli.
Prima di Kellerman, la crisi aveva già ucciso. A poche miglia da Los Angeles, qualche mese fa, un manager di importanti società di revisione dei conti aveva sterminato la famiglia e si era suicidato. Karthik Rajaram, statunitense di 45 anni di origine indiana, che aveva lavorato anche per la PriceWaterhouse, aveva scritto una lettera d’addio spiegando che il suo folle gesto era legato alla situazione finanziaria. Uccidere se stesso e la famiglia era «la cosa piu’ dignitosa da fare». Poi era stata la volta del truffatore Bernie Madoff, che aveva mandato sul lastrico parecchi pensionati. Alcuni, vedendo svaniti i risparmi di una vita, si erano uccisi. Uno di questi era William Foxton, ex militare britannico di 65 anni. Prima di amazzarsi, continuava a ripetere al figlio: «Ho perso tutti i soldi».
Matteo Bosco Bortolaso
Link: http://www.ilmanifesto.it/il-manifesto/in-edicola/numero/20090423/pagina/11/pezzo/248188/
23.04.2009