Home > Eresie: il Presidente del popolo
Mentre il prode Napolitano nulla fa per diminuire le terrificanti spese del suo entourage, ma si premura di farci sapere che la Costituzione va cambiata, la proposta di Dario Franceschini di un presidenzialismo forte a diretta elezioni popolare ci lascia attoniti e sinceramente facciamo fatica a pensare che una tale bella pensata non sia stata concordata con Veltroni, visto che Franceschini e’ il suo n° 2.
Dunque il degrado politico di questo paese non finira’ mai? Non ci e’ bastato vedere sbigottiti le orrendevolezze delle bicamerale di D’Alema, poi gli splendidi inciuci D’Alema-Fazio-Consorte-Fiorani? Le belle e progressive scalate di Unipol? I magistrati castrati? Gli spregevoli indulti? Le guerre di liberazione americane? I 23 miliardi di euro in armi? La difesa, persino, delle cluster bomb? La Finmeccanica tra i maggiori beneficiari dello Stato? Le liste elettorali perpetrate dall’alto? La moglie di Fassino eletta 5 volte? Le continue regalie a Confindustria? Il carovita incontrollato? La difesa di Contrada, l’unica spia collusa con la mafia e finalmente beccata? Il precariato a vita? Le morti bianche? Il conflito di interessi come prevalente modo di fare economia e politica? La profonda amicizia con Chiesa e Opus dei?
No, come novita’ di questo anno nuovo dovevamo avere la ripresa della lotta alla 194, le dichiarazioni (anche di Bertinotti) di fede cristiana, e, dulcis in fundo, la proposta del presidenzialismo a diretta espressione pooplare.
Io non ie la faccio piu’!
Scrive Corrado Mauceri ( Circolo Tem. SD “ Cittadini e Costituzione”- Firenze)
"Tutti parlano di crisi della politica e di sfiducia nelle istituzioni e nel contempo le forze politiche dell’UNIONE, dopo avere assunto l’impegno con il programma elettorale di mettere in sicurezza la Costituzione con la modifica dell’art. 138, fanno a gara nel proporre modifiche con il pretesto della modernizzazione; celebrano il sessantennio della Costituzione, esaltandone i valori fondanti e nel contempo ne violano i principi fondamentali: la persistente precarieta’ del lavoro, lo sdoppiamento della base militare USA a Vicenza, centinaia di milioni sottratti alla scuola pubblica ed erogati alle scuole private, il quotidiano bollettino dei lavoratori morti; questa e’ la triste realta’ di una Costituzione costantemente violata.
Per i vari Montezemolo, Ichino, Salvati, Franceschini e soci, ecc., tutto cio’ non e’ pero’ sufficiente; l’economia italiana sarebbe frenata da troppa democrazia; e’ necessario, magari con l’ausilio di Berlusconi e Fini, ridimensionare la rappresentanza politica, rafforzare i poteri del Capo del Governo, limitando quelli del Parlamento sul modello di quanto e’ stato gia’ fatto nei Comuni, Province e Regione.
La Costituzione afferma il principio della sovranita’ popolare e del primato del Parlamento come organo rappresentativo della volonta’ popolare; ma un tale modello per i modernizzatori della Costituzione e’ troppo “lento”; la sovranita’ popolare si deve circoscrivere al solo momento elettorale; tra una tornata elettorale e l’altra il popolo dovra’ essere governato dall’”eletto” e dai suoi fiduciari.
Questo e’ il modello di “democrazia elettorale” che ispira molte forze politiche, non solo di destra; e’ un modello pero’, e deve essere chiaro, che si contrappone a quello previsto dalla Costituzione; non si tratta quindi di modernizzare la Costituzione, si tratta di stravolgerla nei suoi aspetti fondanti.
La proposta di Franceschini non e’ stata difatti una “pensata” di uno sprovveduto parlamentare; gia’ piu’ volte e’ stata evocata dallo stesso Veltroni e sostenuta da illustri giuristi che ovviamente collaborano con il leader del PD; la proposta Franceschini e’ servita verificarne gli effetti e nel contempo a “rilegittimare” le proposte di riforma costituzionale formulate da Berlusconi e respinte con il referendum popolare.
Molto probabilmente e’ una proposta prematura, ma e’ la prospettiva cui molte forze politiche e settori economici guardano; ed e’ in tale direzione che si vorrebbero indirizzare le riforme istituzionali di cui oggi si parla.
Ma la sinistra quale proposta ha messo in campo? Quale modello di democrazia ritiene che sia piu’ funzionale per la tutela dei diritti del mondo del lavoro e dei piu’ deboli?
Nella sinistra le riforme istituzionali sono ritenute molto spesso secondarie; difatti non c’e’ stata finora un adeguata attenzione, ma soprattutto non c’e’ alcun dibattito e nemmeno un’elaborazione condivisa.
Certamente sono meritori i frequenti interventi di pochi giuristi ancora restii a cedere alla “moda” della modernizzazione; ma i loro interventi, ancorche’ autorevoli e molto puntuali, non sono portati nella discussione politica e quindi non incidono sui comportamenti politici.
La sinistra ancora non ha saputo formulare una proposta di riforma di legge elettorale che sia coerente con i principi costituzionali; non ha saputo nemmeno portare in Parlamento la questione della sdoppiamento della base di Vicenza, non ha saputo opporsi nemmeno ai finanziamenti alle scuole private; la proposta di riforma del sistema radiotelivisivo e’ ferma come quella sul conflitto di interesse, in questo contesto la sinistra non solo ha dimenticato che nel programma dell’UNIONE era stato assunto l’impegno a modificare, prima di ogni riforma costituzionale, l’art. 138 della Costituzione per metterla in sicurezza, ma ha anche approvato, senza nemmeno un confronto con tutte quelle forze impegnate nel Paese nella difesa della Costituzione, le modifiche volte a trasformare il Governo da organo collegiale in un organo monocratico (Presidente del Consiglio coadiuvato dai Ministri da lui nominati ed eventualmente revocati), si e’ avviato un percorso di cui la proposta di Franceschini non puo’ che essere l’epilogo e la sinistra, a livello parlamentare, sembra assecondarlo.
Per questo e’ necessario esigere prima di tutto dalle forze della sinistra il rigoroso rispetto della Costituzione, in tutte le sue parti, e bloccare la modifica della forma di governo che va nella direzione della proposta di Franceschini; e’ evidente difatti che, rafforzati i poteri del premier, seguira’ la logica conseguenza della legittimazione diretta del premier da parte del popolo.
L’On. Franceschini si e’ prestato a lanciare un sasso nello stagno; e’ auspicabile che la sinistra si renda conto del segnale e che sappia subito promuovere un movimento per la difesa e la piena attuazione della Costituzione.
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da
Nuovo Masada n. 605