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Esenzione Ici per la Chiesa

Publie le mercoledì 30 novembre 2005 par Open-Publishing

La Camera approva il Decreto Fiscale: sì definitivo all’esenzione Ici per la Chiesa

di red

Niente condono previdenziale nell’agricoltura, e niente condono fiscale, ma il regalo alla Chiesa sì. E il bonus di mille euro per i nuovi nati (non solo se primogeniti) viene esteso a tutti, indipendentemente dal reddito. Dunbque anche i milionari ne beneficeranno alla pari con i genitori che faticano a comprare latte e pannolini. Il ministro Maroni ha spiagato questa magnanimità sconvolgente dicendo che fare gli accertamenti sui redditi costerebbe più di quanto si guadagnerebbe escludendo una parte dei beneficiari. Invece che una minimum tax, un minimum benefit.

Intanto con 251 voti a favore e 155 contrari, il decreto fiscale collegato alla Finanziaria è diventato legge. L’approvazione definitiva alla Camera dopo che sul Dl il governo aveva posto la fiducia e dopo un paio di rinvii dovuti all’ostruzionismo del centrosinistra che ha presentato in aula 214 ordini del giorno.

Secondo i calcoli di Tremonti l’ennesima manovra di aggiustamento porterà nuove entrate per l’Erario pari a circa 7 miliardi di euro: 2,6 miliari con la manovra bis per il 2005, 4,6 miliardi per il 2006.

Mentre Maroni corregge il tiro sul risparmio per la mancata partenza della riforma del Tfr: nel 2006 lo slittamento della sua riforma porterà a non dover spendere 400 milioni di euro.

Quello che è certo è che il decreto fiscale ha dato il via libera alla famigerata esenzione Ici per gli immobili adibiti a scopi commerciali per la Chiesa. Dopo le proteste, sono stati esentati dall’Ici anche le altre confessioni religiose riconosciute dalla stato e il no-profit, ma il provvedimento contenuto nel dl è sopratutto un maxi regalo al Vaticano che, seconod le stime dell’Anci, costerà ai comuni circa 700 milioni di euro. Inoltre, un altro provvedimento contenuto nel dl metterà il bastone tra le ruote dei bilanci comunali. Ossia la riforma del sistema di ricossione delle imposte che, almeno inzialmente, renderà il meccanismo più difficile per i Comuni. Dall’ottobre 2006 le riscossioni passeranno dai tradizionali concessionari alla nuova Spa voluta da Tremonti, il cui capitale sarà costituito dalla Agenzia delle entrate e dall’Inps, e che dovrà assorbire i dipendenti delle vecchie società concessionarie.

Ma non è tutto. Il provvedimento prevede anche che l’Anas possa dare in subconcessione ad altre società alcune tratte stradali (primo esempio: il grande raccordo anulare di Roma e la Roma-Fiumicino) in cambio di pedaggi.

http://www.unita.it/index.asp?SEZIO...