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Esplode a dicembre la Cassa integrazione: +525%
Publie le giovedì 8 gennaio 2009 par Open-PublishingEsplode a dicembre la Cassa integrazione: +525%
di Fulvio Lo Cicero
Il leader della Cisl Bonanni ripropone la settimana corta, per ridistribuire il lavoro che non c’è. Il settore più colpito è quello meccanico. Altri 2000 impiegati della Fiat in Cassa integrazione a febbraio.
ROMA – Un aumento mai visto della Cassa integrazione. Le cifre le ha fornite il Ministro per il Welfare, Maurizio Sacconi, durante la registrazione del programma di Bruno Vespa “Porta a porta”, anticipando i dati dell’Inps, ufficializzati nel pomeriggio durante la riunione dell’unità di tutela dell’occupazione del ministero presieduto da lui presieduto.
Nel settore dell’industria e dell’edilizia, a dicembre, si è avuto un aumento del ricorso alla Cassa integrazione del 110,28% (129,66% soltanto nel comparto industriale) rispetto allo stesso mese del 2007. Particolarmente clamoroso l’aumento della Cassa integrazione ordinaria (Cigo, quella cui si ricorre in periodi di crisi, essendo una misura temporanea): +525,82%, sempre nel mese di dicembre. Quella straordinaria (che si ha in ragione di una crisi strutturale dell’impresa) è, invece, diminuita dell’11,61%.
Su base annuale, il ricorso all’integrazione salariale è aumentata del 24,56% (nella sola industria l’aumento è stato del 27,04%). Ciò indica lo stato di acuta crisi che ha predominato l’economia italiana nel corso dell’anno. Nei dodici mesi del 2008, le ore complessive di Cigo sono state più di 223 milioni.
Scorporando i dati per settori industriali, le cifre indicano che è soprattutto quello meccanico ad essere il più colpito dalla crisi: nel mese di dicembre, su un totale di 17.700.000 ore di Cigo, quelle del settore meccanico sono state 11.200.000. In Italia, la Fiat ha fatto la parte del leone. Oggi il gruppo torinese ha annunciato ai sindacati che ricorrerà a questo strumento per altre duemila persone, in massima parte impiegati. Il provvedimento, che durerà complessivamente due settimane in febbraio, riguarderà circa 1800 addetti nelle sedi di Mirafiori, Volvera e Orbassano e altre 800 alla Powertrain di Torino Mirafiori e Torino Stura. Critico il segretario generale della Fiom di Torino, Giorgio Airaudo, secondo il quale “è indispensabile conoscere su quali prodotti si sta lavorando per rilanciare la Fiat e capire in che relazione sia la cassa integrazione degli impiegati con il proposito di nuove alleanze. In una situazione europea frammentata, dove ogni paese fa la propria strategia auto, è urgente l’intervento del governo a tutela del patrimonio italiano dell’autoveicolo. L’auto si può salvaguardare puntando su innovazione e mobilità sostenibile”.
Per il ministro Sacconi, le cifre non sono così preoccupanti. “Questo dato ci conforta – ha dichiarato – perchè è la cassa integrazione straordinaria che si considera l’anticamera del licenziamento. Queste cifre - ha continuato Sacconi - ci dicono che le imprese non stanno fuggendo dalle loro responsabilità licenziando e ristrutturandosi. Ci dicono solo che stanno affrontando un periodo di difficoltà”.
In realtà, i dati sul ricorso alla Cassa integrazione non sono per niente rassicuranti. Già a dicembre, le stime provvisorie indicavano un peggioramento più netto rispetto a quello preventivato dal Governo. Ora, nella progressione del ricorso alle integrazioni salariali, afferma Susanna Camusso, segretario aggiunto della Cgil, “c’è, purtroppo, la conferma della situazione e della tardiva presa di coscienza del governo che ancora a novembre negava la crisi, finanziando gli straordinari che risultavano essere già in autunno marginali ed in riduzione nell’industria”.
Sulla inedita situazione di un così esteso ricorso a strumenti straordinari di sostegno al reddito si è espresso oggi anche il leader della Cisl, Bonanni, il quale ha dichiarato: “Voglio essere ottimista, a condizione che chi può decidere affronti i problemi in modo diverso. Bisogna evitare che il Governo pensi di poter fare da solo e anche il sindacato deve cambiare. I problemi non si risolvono andando in piazza”. Una soluzione, secondo il segretario della Cisl, potrebbe essere la settimana corta, quindi una redistribuzione del minore lavoro produttivo in ragione della crisi, che può diventare uno strumento “per utilizzare meglio gli impianti ed evitare che i lavoratori escano dal ciclo produttivo per lunghi mesi”.
Ma Gianni Paglierini, del Partito dei comunisti italiani, formula a tal proposito una serie di domande: “Siamo sicuri che un provvedimento simile possa rivelarsi sufficiente ad affrontare gli effetti della crisi? Come si può pensare di intervenire con un alleggerimento delle buste-paga già insufficienti ad arrivare a fine mese? Si vogliono porre le basi per un’ulteriore contrazione dei consumi?”.