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Sinora non l’avevamo mai sentito lamentarsi del fango. Eppure come pachidermino italico, bufalotto di Ceppaloni la melma l’aveva fino al collo anche se con bronzea faccia, inaspettati singulti, giri di valzer cui decenni di democristianesimo l’avevano istruito riusciva sempre a venire a galla dalla palude in cui sguazza. E a vendere il suo voto lottizzato molto più caro di quel che conta. A Destra come a Sinistra. Un animale politico buono per tutti i governi, abituato a rimestare nelle acque stagnanti in cui sopravvive pur di gestire quote di potere che mai l’avevano premiato come nell’ultima tornata elettorale. Il suo proverbiale ‘‘Sto con chi mi tratta meglio’’ è diventato comportamento diffuso ma certo i Fisichella, Bordon, Manzione non sono che usurpatori dell’ultim’ora. Eppure col Prodi due Clemente è addirittura riuscito di trastullarsi in un Dicastero con la maiuscola come quello di Grazia e Giustizia.
Lui che la giustizia l’aveva scampata ai tempi dei grandi furti di Tangentopoli, seppure nel feudo-provincia che controlla si continua a favoleggiare di favori mastelliani. Moglie sempre al seguito dice di lei perché bona, passaggi scroccati con gli aerei di Stato e coalizione, figliuolo piazzato con contratti dove altri figli d’Italia non possono neppure sognare di avvicinarsi, questo è il Guardasigilli dei giorni nostri indagato, come altri politici, da un’inchiesta della Magistratura che lui ha deciso di censurare. Prima sospendendo il pm De Magistris poi facendogli togliere l’inchiesta dal Procuratore generale. Why not? si sarà detto Clemente e via, anche perché il voticino suo e quello degli affiliati al partito ghenga denominato Udeur è la mannaia sempre pronta a ricattare il governo. E poi non lo sa Prodi che lui sta con chi l’accontenta ne motto menzionato? Perciò okkio a chi lo tocca, nessuno tocchi il pachidermino…
Dopo le bufere del Caf, quando le vacche erano magre per chi come lui era rimasto senza Padrini, s’era accontentato d’una manciata di briciole. Fondato il partitino e il giornalino campanilino che comunque, alla faccia delle prese in giro, riscuote ancora finanziamenti statali come testata giornalistica – sic -. Quindi pian piano s’è rifatto coraggio, vedendo come un opportunista della sua fatta, quel Pierfi servile slinguazzatore d’un grande ladro come Forlani, aveva trovato nuovi padroni e si piazzava. Col Berlusca e nelle Istituzioni majores. E di nuovo sulla scena reclamando per sé velleità leaderistiche. Ora è vero che Casini vaneggia, però Clemente s’è fatto forza e ha alzato la posta. Eccolo a ‘chiagnere per sfottere di più amici e sodali’, con le spalle coperte dal dicastero e dalla risicatissima maggioranza governativa al Senato è pronto a ricattare. Ora che i giudici scoprono altarini che si volevano tenere ben coperti, batte i piedi e minaccia. Barrisce e muggisce dicendo che vuole pulirsi gli ultimi schizzi di fango. Ultimi quali Onorevole? E dove?
Spartacus, 21 ottobre 2007